Dal 28 ottobre al 26 novembre presso il Maschio Angioino sarà visitabile per la prima volta a Napoli la mostra di Franz Borghese dal titolo “Ci rivedremo a Filippi”, a cura di Marina Guida.
Con ingresso gratuito la mostra, sarà visitabile secondo gli orari del museo: tutti i giorni dalle ore 8:30 alle ore 19:00 e la domenica dalle ore 8:30 alle ore 13:00.
Il titolo del progetto è mutuato da una celebre frase giunta a noi dall’antichità che, secondo la tradizione, fu pronunciata dal fantasma di Giulio Cesare che così si rivolse a Bruto. Lo storico Plutarco, nell’opera “Vite parallele”, raccontava che Bruto, ossessionato dai sensi di colpa per aver partecipato alla congiura nella quale era stato assassinato Cesare, sognò una entità che gli disse: “Sono il tuo cattivo demone, Bruto ci rivedremo a Filippi”. Ricordiamo che a Filippi Bruto fu sconfitto e dunque questa frase rappresenta un ammonimento per dire “tu mi hai ammazzato ma ci rivedremo” che diviene poi, nell’esposizione in esame, anche un modo per suggestionare la mente dell’osservatore che può fare collegamenti con la realtà e riflette: “abbiamo assassinato il nostro duce, ma egli ritorna in vari modi e con un diverso aspetto. …”. Tra le opere esposte non appare dunque la figura di Giulio Cesare, ma il progetto espositivo parte dalla celebre frase rivolta a Bruto per trattare, oltre che di borghesia, anche di guerra in modo ironico ed antimilitarista. Questa è la ragione perché nell’opera che si chiama proprio come il titolo della mostra è raffigurato un ‘dittatore’. Ricordiamo che in questa sala sono in esposizione 20 disegni originali a china, tratti dal ciclo “W la Guerra” del 1976.
La mostra accoglie, quindi, i visitatori in un’atmosfera ironica e surreale articolandosi in tre sezioni di opere grafiche: 8 tempere inedite, 20 disegni a china originali, 7 acqueforti (alcune delle quali inedite) ed una scultura in bronzo dal titolo ‘Il fascino discreto’ della borghesia che rappresenta il fulcro di tutta l’esposizione presente invece nella prima sala. In particolare, in questa sala è in esposizione una serie di otto tempere degli anni ’90 di medie e grandi dimensioni e 7 acqueforti tratte dalla cartella “l’amore classico” del 1975, che raccontano l’universo visionario di Franz Borghese, la sua ironica analisi della borghesia: l’artista passa al setaccio le umane debolezze e lo svuotamento dei valori, che contraddistinguono l’agire di piccoli personaggi di una società oramai alla deriva. Tutti i lavori selezionati, sono degli anni Settanta e Novanta nei quali Borghese denunciava la mediocrità della classe borghese, che dell’ipocrisia moralistica aveva fatto costume di vita e dell’indifferenza e della violenza una norma di condotta.
Ricordiamo che il progetto è organizzato dalla galleria Italarte in collaborazione con l’assessorato alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli.