«Diversamente da altri miei lavori non è stato il concept a dar vita alle tracce ma il contrario». Chris Yan
Christian Mastroianni (Tivoli, 1987), nome d’arte Chris Yan, sound artist, compositore e field recordist presenta il suo ottavo album Blasè che trae ispirazione da Le metropoli e la vita dello spirito di George Simmel, strizzando l’occhio alle poesie di John Berger.
I temi centrali sono: la solitudine, la fretta, l’indifferenza ed il riscatto personale.
Ecco come lo stesso artista descrive la genesi di Blasè in una recente intervista: «Sul finire dell’estate 2020, con ferma decisione di riprendere un po’ in mano quello che avevo abbandonato negli ultimi due anni, decisi di fare un po’ di ordine tra l’enorme mole di dati dei miei archivi digitali: quella che amo chiamare ”archivio-memoria sonora”. Tra questi file ho ripescato ore e ore di registrazioni su improvvisazioni e spunti fatti con il mio piccolo studio mobile che mi trascinavo con gran fatica in treno dalla periferia di Bologna a Napoli e viceversa. Gran parte di queste registrazioni sono state fatte a Napoli tra il 2018 e il 2019. Senza dubbio è stato il periodo più fermo, statico e disinteressato che io abbia mai vissuto, sia artisticamente che umanamente. Notai, nel marasma di suoni, anche molte texture e spunti interessanti. Riascoltando questo materiale mentre leggevo il saggio di Simmel ho notato che il tutto combaciava perfettamente”. E continua: «Durante il processo di editing e sviluppo dell’album, ho sempre pensato a queste tracce come a dei paesaggi cinematografici, dove sembra non accadere mai nulla ma invece sono dei micro movimenti a smuovere lentamente queste texture».
L’album Blasè è raffinato e ragionato, è un concept variegato che si rifà a maestri quali: Brian Eno, Bernard Parmegiani, Luc Ferrari, Eliane Radigue, John Cage, Satie e tanta musica elettronica. La copertina è di Matteo Babbi.
Ecco la tracklist: Wechselwikung (interazione), Verstand (intelletto), I paesaggi di Bocklin, Stimmung, Pt,1-3, Allun imetid non (non ditemi nulla), Sehnsucht (zìnzùkt), Vernuft (ragione), Camera-penombra/Finestra/Luci e suoni dal Corso/Natale, Eppure, ricordo anche dei fiori sul tuo volto.
Blasè si divide in due macro movimenti: il primo dettato dalla Verstand (intelletto) dal pensiero profondo e calcolato-ragionato, il secondo dalla Vernunft (ragione) che cede il passo anche all’emotività e al sentimentalismo.
Noi di Mydreams vi suggeriamo di ascoltare Blasè dal brano finale dal titolo Eppure ricordo anche dei fiori sul tuo viso, più ascoltabile e popolare: «Forse il brano più carico di sentimentalismo musicale che io abbia mai scritto. Un’autodedica allo specchio. Un ultimo, disperato slancio dall’apatia. Uno schiaffo in faccia all’indifferenza. Un auto-abbraccio a cuore aperto e petto gonfio, nel riscatto della propria magnificenza». È l’unico brano nel disco a non essere stato ripescato tra gli archivi e il suono del pianoforte è struggente come quello di un’anima ferita e sensibile.