Come acqua cristallina la sua voce esce dalle casse, chiara e limpida, scorrendo tra le note che compongono Elemento H²O, nuovo album della cantautrice piemontese, Chiara Rosso, prodotto da Geco Records e distribuito da Egea Music.
Dotata di una voce calda, di ampia estensione e di brillante smalto, Chiara racconta alcune storie intimistiche e emozionanti, piacevoli e appassionanti, ma nelle quali non manca la ricerca di una grazia interiore lontano dai dolori esistenziali, il filo conduttore è l’acqua, elemento che fa parte, da sempre, della vita della cantautrice.
Nel 2007 Chiara pubblica il suo primo album, Libero arbitrio, realizzato insieme al chitarrista e compositore torinese Daniele Cuccotti. Da tempo fa parte del duo Hederix Plenn. Ha prestato la voce a diversi spot pubblicitari nazionali ed internazionali ed ha preso parte alla realizzazione della colonna sonora di due film d’autore: Corazones de mujer e The truth about angels.
Chiara Rossso, inoltre, è anche docente di Canto Moderno e Jazz presso l’Alto Perfezionamento Musicale di Saluzzo ed insegna nella scuola pubblica. Una ragazza determinata che sfrutta a pieno il suo talento. Abbiamo scambiato qualche chiacchiera su questo suo nuovo lavoro.
Elemento H²O, possiamo definirlo un album interamente jazzistico?
«Direi di no. Un album assolutamente contaminato. A cavallo tra canzone d’autore, pop elegante, jazz senz’altro, retaggi rock e amore per la vocalità etnica. La mia strada è la ricerca musicale, di sound, sonorità. É la liquidità dell’acqua, che scorre e scorre e procede verso il mare, il mare della musica, linguaggio universale, libero da classificazioni di genere…»
I musicisti di questo album, come li hai conosciuti? Qualcuno lavorava già con te?
«Molti li conoscevo già. Franco Olivero, l’arrangiatore di gran parte del lavoro, aveva già lavorato con me in teatro, in “Solitudine” ( di B. Fenoglio ), Enzo Fornione è il mio compagno di avventure musicali da anni, Matteo Negrin compagno già ai tempi del Conservatorio e collega attuale, così come Gianni Virone. Gli altri li conoscevo e li ho scelti perché amavo il loro modo suonare: Marco Alocco, Francesco Bertone, Paolo Franciscone. Da non dimenticare la speciale partecipazione di Riccardo Zegna, grande regalo…Hanno dato tutti un importantissimo apporto al progetto! Ora ci divertiamo molto a suonarlo in giro!»
Ci racconti un aneddoto particolare successo durante la lavorazione di questo disco?
«Guarda, ho un ricordo bellissimo della registrazione. Clima positivo, serenità, preparazione altissima, e molte, molte battute divertenti. Un aneddoto? “Leggera”, brano registrato l’ultima mezz’ora di studio, buona la prima. Brano che non era previsto nell’album… ah ah! Guarda un po’!»
Parliamo un po’ dei testi, in Divenire usi l’inverno metaforicamente come un passaggio dal dolore alla rinascita…
«Divenire è un brano a me molto caro. Rappresenta la rinascita dopo la quiete apparente dell’inverno, un inverno che ha portato dolore. Risalire a galla, per utilizzare una metafora legata all’acqua. É la pace, legata alla consapevolezza che tutto cambia e si trasforma, nulla è mai uguale a se stesso. Dunque, il dolore non può essere eterno e dal dolore si rinasce più forti.»
Parigi, è una storia personale di un tuo amore perduto? Hai vissuto lì?
«Parigi è una città che amo moltissimo. Non ci ho mai vissuto, purtroppo. Ho tentato di dipingere un quadro attraverso le parole e la musica. Immagino il mio passeggiare per le strade di questa città, sono leggera e scanzonata. La malinconia è solo appena percepibile, perché la fine di un amore è stata accettata. Serenamente. E si è pronti per il nuovo. Sempre.»
Dindalan è una magnifica canzone che riprende una ninna nanna piemontese, ricordi d’infanzia?
«Sì, Dindalan è dedicata a mia nonna Margherita, una figura molto importante nella mia infanzia e nella mia primissima giovinezza. Ora è scomparsa, ma il suo ricordo è vivissimo in me. Mi cantava questa ninna nanna nei pomeriggi d’estate. Faticavo ad addormentarmi. Sono sempre stata piuttosto dinamica e vivace. E poi ho voluto omaggiare il mio dialetto. Suona bene, vero?»
Rain e Acqua hanno l’Elemento H²O, che da titolo all’album, cosa rappresenta per te questo elemento e perché è così importante?
«L’acqua è il filo conduttore di tutto questo progetto. Ha accompagnato tutta la sua gestazione e la sua realizzazione. Ho nuotato parecchio in quel periodo e continuo a farlo… Amo l’acqua, è liquido emozionale allo stato puro, è pace, purificazione, femminilità. É l’elemento che più di tutti mi ha aiutato ad accettarmi ed ad amarmi per quella che sono. É un viaggio interiore quello che faccio in Rain e in Acqua. In Rain è più traumatico, perché appena iniziato, in Acqua c’è invece la gioia della scoperta di sé.»
Leggera, liberarsi di tutto, una libertà senza costrizioni…
«Sì, Leggera è un brano molto speranzoso. Un volo pindarico verso la libertà d’azione, senza catene, vincoli e limiti. Non sono solo i limiti imposti da una qualche relazione. Sono i limiti che ci imponiamo noi stessi. “Ora sento la mia voce…”, la mia vera voce. Auguro a tutti di raggiungere questo stato di “grazia interiore”. La libertà interiore è una conquista fondamentale per il proprio benessere e il raggiungimento dei propri obiettivi.»
Parlaci della realizzazione del video Leggera, e se c’è il tuo zampino nella sceneggiatura…
«Adoro scrivere! E cimentarmi in ruoli differenti. Quello della songwriter è il più consono a me, ma mi diverte scrivere sceneggiature di spettacoli teatrali e, in questo caso, di video clip. L’ho immaginato in auto. Viaggio parecchio e sfrutto il tempo trascorso guidando a lavorare con l’immaginazione.
Le tre “Me” rappresentano ciascuna un lato del mio carattere… eh eh! Terribile, vero? Molto pirandelliano. Uno, nessuno, centomila… Mi sono divertita ad intrecciare le loro vicende in modo ironico. Uno spartito le lega… e ciascuna ha un rapporto ben definito con questo spartito. La Chiara Sprint, quella più frizzante e creativa, lo compone, la Chiara manager se ne occupa dal punto di vista più pratico, arrabbiandosi e stressandosi, la Chiara Zen, lo ritrova e se lo porta via in serenità. Sarà lei a concludere i lavori. Il messaggio è palese: positività, leggerezza e relax. Con questo spirito tutto si porta a conclusione. Naturalmente occorre molta disciplina e tanto lavoro… Ovvio.»
Seguirà un tour?
«Assolutamente! In realtà porto in giro H2O da almeno un annetto. Naturalmente ci saranno altre date. Potete trovare tutto sul mio sito e sulla mia pagina facebook! É in gestazione il nuovo video… Lo gireremo a giugno. Non perdetevelo!»
Quali sono i tuoi esordi? Pianobar, serate…
«Non ho mai fatto pianobar. Ho cantato in molti progetti, sempre live, senza basi per intenderci. Parecchio jazz, ma anche musical, successi internazionali e tanta musica mia. Ho avuto un progetto di inediti per vari anni; eravamo gli Hederix Plenn, un duo. Abbiamo girato l’Italia e pubblicato un disco, Libero arbitrio. Ho avuto la fortuna di lavorare in jingle pubblicitari e in colonne sonore di film indipendenti, uno di questi andato al Cinefestival di Berlino, l’altro una produzione indipendente di Hollywood. E poi il teatro, altra grande passione. Ho lavorato e lavoro tuttora parecchio in teatro. Proprio in questo periodo sono in scena con uno spettacolo dedicato a Kurt Weill, “Le donne di Kurt”. La prima il 18 aprile a Cuneo.»
Hai mai pensato di partecipare a un talent?
«Li evito. Non amo questo modo di concepire la musica e questo sistema di reclutamento di talenti da dirigere e pilotare… é povero e lancia un messaggio alquanto discutibile. Preferisco il sottobosco musicale, la creazione e la sperimentazione. Ho in mente già un altro disco. Sto già scrivendo.»
Quando non fai musica, a cosa ti dedichi, hai qualche hobby?
«Amo lo sport. Ne ho sempre praticato parecchio. Il nuoto, camminare nei boschi, sui monti, la palestra, correre. E poi, la danza, la mia grande passione. Leggo molto, amo le lingue straniere, che cerco di tenere sempre allenate. E quando posso, cerco di stare con amici piacevoli. Da qualche tempo studio le percussioni, marimba, xilofono, vibrafono…»
Ha un sogno in particolare sul quale stai combattendo?
«Cantare la mia musica nel mondo. Lavorare molto in teatro e realizzare tanti interessanti dischi. Sperimentare e condividere. Spero mi seguirete!»