Abbiamo deciso di fare una piacevole chiacchierata con un piccolo grande attore Paco De Rosa. Un artista giovanissimo che però s’è fatto notare da pubblico, stampa e soprattutto registi importanti fin dal suo esordio. Condividiamo con voi uno scambio emozionale, un confronto con un “artista esperto” che tra pochissimo ritroveremo sul grande schermo.
Mi farebbe piacere iniziare quest’intervista partendo proprio dalle origini. Se non erro il tuo paese natale è Arzano, sei anche tu un “ragazzo di provincia” come me. Quanto ti influenzano e aiutano le tue origini ogni giorno? Quanto della tua visione del mondo e della tua determinazione devi alle tue radici?
«Vivere in periferia ti rende forte e grintoso, il perché è semplice: la mancanza di luoghi di aggregazione e, soprattutto, di spazi socio-culturali mi hanno dato la voglia di inventarmi qualcosa. I personaggi che definirei “pulp” che, come me, sono cresciuti in un territorio scarno e privo di servizi, hanno sempre ispirato la mia inventiva quando mi accingevo, anche da giovanissimo, alla scrittura di testi o sketch amatoriali. Ovviamente, la provincia non ha solo aspetti negativi…anzi, il lato positivo è senza dubbio la possibilità di interfacciarsi ogni giorno con persone che facilmente puoi frequentare abitando in un territorio limitato geograficamente.
La grande città, spesso, ti disperde ed essendo caotica rallenta la possibilità di instaurare rapporti umani, forti e sinceri.
Uscire di casa sapendo che puoi incontrare i tuoi amici, parenti e fan in pochi minuti, anche a piedi, nella società 3.0 è, per quanto mi riguarda, un vero lusso.»
Hai capito fin da subito che quella che era una tua passione sarebbe stata poi il tuo lavoro. Nella provincia dopo le superiori si usa iniziare l’università e tu invece sei andato dritto in accademia. Come ricordi questi anni di formazione?
«In verità i corsi all’università li ho seguiti eccome! Ho ancora dieci esami da sostenere per laurearmi in Scienze della Comunicazione, indirizzo Spettacolo e Media, ma purtroppo la mia carriera di attore ha prevalso su quella di studente universitario.
Ma lo studio, quello intenso e ricercato, non l’ho mai abbandonato. Infatti gli anni di formazione all’Accademia del teatro Totò sono stati straordinari ma durissimi, una palestra continua in cui scolpire l’arte recitativa giorno per giorno anche quando ero a casa per studiare copioni e performance live. Il consiglio che do a tutti i giovani come me che dopo il liceo hanno intenzione di intraprendere questa magnifica professione è di studiare, poi studiare e infine studiare. Non esistono attori “finiti” ma solo artisti “esperti” tutti noi impariamo dalla professione stessa e soprattutto dalla strada sempre elementi nuovi, capaci di impreziosire il nostro personale repertorio.»
Sei giovanissimo eppure hai avuto l’opportunità di lavorare con un regista come Risi ai tuoi esordi: com’è stato?
«Anche se in Fortàpasc ho un ruolo piccolo ma fondamentale ai fini drammaturgici della storia: essere il carnefice di Giancarlo Siani. Ho avuto modo di restare parecchio sul set e di capire trucchi del mestiere fondamentali per chi vuole fare cinema ad un certo livello.
Il Maestro Risi è artisticamente e umanamente una persona eccezionale. Un professionista unico e, soprattutto, un vero appassionato del proprio lavoro, aspetto fondamentale per chi, come noi, fa questo mestiere.»
Dopo Risi le soddisfazioni però sono continuate, se dovessi fare un bilancio di ciò che ti è successo negli ultimi tempi in poche righe come racconteresti questo florido periodo?
«Un periodo straordinario! Finalmente sono riuscito a raccogliere i frutti dopo tanti anni di studio, sacrifici, lavori intensi e grandi difficoltà.»
Vinicio de Moraes diceva: “la vita è l’arte dell’incontro”. Quali sono gli incontri che in questi anni ti hanno cambiato la vita e segnato sia artisticamente che umanamente?
«Gli incontri fondamentali della mia vita sono stati, senza dubbio, quelli con Ciro Ceruti e Nando Mormone, oltre a quello con Claudio Insegno per quanto riguarda il cinema. E poi, assolutamente non secondo a questi è stato un incontro fondamentale per la mia vita privata: quello con Simona Ceruti, attrice e oggi mia compagnia di vita. Una persona speciale che ho avuto la fortuna di conoscere sul set del film di Ciro Ceruti “La Legge è uguale per tutti” … forse.»
Quali sono i programmi per il tuo prossimo futuro?
«Sto lavorando ad uno spettacolo con Ciro Ceruti che andrà in scena la prossima stagione e a breve sono in uscita al cinema con il film di Claudio Insegno “Felicissime Condoglianze” che presenta un cast importante con attori del calibro di Enzo Salvi, Sandra Milo e Andrea Roncato.»