Palapartenope, 14 novembre 2014, Napoli. Si respira un’atmosfera strana nell’attesa dell’inizio della tappa campana del tour di Cesare Cremonini. Ciò che incanta a colpo d’occhio è la complicità dei sorrisi: adolescenti e trentenni si scambiano sguardi d’intesa. Sembra che siano tutti invitati ad una festa a sorpresa. La differenza? Solo il festeggiato sa cosa accadrà di lì a pochi minuti.
Alle 21.15 in punto Cremonini dà il via alle danze del Logico Tour accogliendo i suoi fan proprio con l’omonima canzone.
Per la prima volta in assoluto mi viene da sorridere alla vista degli smartphone con cui oramai la maggior parte del pubblico è abituata ad assistere ai concerti. Nessuno sta semplicemente riprendendo lo spettacolo, in pochi infatti guardano seriamente il mini schermo, quasi tutti utilizzano le telecamerine per catturare inafferrabile energia.
“Dicono di me” e “Padre Madre” sono i brani che seguono dopo l’apertura: meravigliosa leggerezza e facile ritorno al passato. Chi ci crede che sono passati più di vent’anni?
Su questa riflessione Cesare fa centro e dedica agli ascoltatori uno degli ultimi brani “Vent’anni per sempre”, seguito poi da “50 special”. E su queste note avviene dell’incredibile: torniamo tutti ad avere 15 anni, correndo sulla stessa vespa per i famosi colli bolognesi.
Mi vien da pensare a una delle affermazioni più belle fatte da Herbert Spencer: la musica è vibrazione dell’emozione.
Continua la scaletta tra le ultime hit e la colonna sonora dell’adolescenza di quasi tutti i presenti, intenso ogni brano riarrangiato dal cantautore al pianoforte, ipnotici i botta e risposta tra gli 88 tasti di Cremonini e la tromba di Marco Tamburini.
Il concerto va avanti ormai da un’ora e mezzo ed è facile tornare, brano dopo brano, all’affermazione con cui il cantante ha esordito dopo l’apertura: “Ogni live è un viaggio a sé”.
La musica di Cremonini invita agli abbracci, agli scambi. C’è un continuo ritorno quasi all’infanzia, allo stato primordiale: d’altronde, i testi dell’ex leader dei Lunapop piacciono proprio per la loro semplicità e immediatezza.
Scegliere di trascorrere una serata in compagnia di Cesare Cremonini vuol dire aprirsi alle leggerezza e alla spontaneità. Brano dopo brano l’artista sembra incamerare energia più che perderla e tutto ciò è estremamente contagioso.
Sull’ultimo brano, prima dei saluti, Cesare ricorda al pubblico la tappa dello scorso tour di un paio di anni fa, tenutasi sempre al Palapartenope: «Io so che molti di voi lavorano quotidianamente per realizzare i loro sogni. L’ultima volta che sono stato qui eravate seduti, oggi non c’è quasi spazio per stare tutti in piedi. La vostra presenza, i vostri occhi e tutto ciò che mi avete regalato stasera sono la realizzazione del mio piccolo sogno. Non esistono parole per ringraziarvi.»
Eppure Cremonini ci riesce, i ringraziamenti più sentiti arrivano sulle note dell’ultimo brano: “Un giorno migliore”. Le luci si spengono, sembra sia tutto finito, grazie ai sogni di Cesare però, ogni singolo spettatore va via pensando a cosa ci sarà nel suo domani…
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