È totalmente impegnata sul palco l’eclettica Caroline Pagani attrice, cantante, regista, drammaturga, che negli anni ha lavorato con maestri come Calixto Bieito, Peter Greenaway, Giorgio Strehler e Luca Ronconi, ritirando grazie alla versatilità e al talento, premi nazionali e internazionali, come il Premio Fersen alla Regia nel 2023. Attualmente è reduce dal successo al Teatro Franco Parenti di Milano, con lo spettacolo-concerto Amore dell’amore, un omaggio musicale, teatrale e multimediale all’opera del fratello, il cantautore Herbert Pagani. Lo spettacolo-concerto di e con Caroline Pagani, per la regia di Giuseppe Marini e con Giuseppe Di Benedetto al pianoforte, racconta Herbert Pagani, il cantapittore, che ha navigato con maestria tra musica, prosa, poesia, canzone, scenografia, scultura, pittura e teatro.
In queste settimane è uscito in digitale Palcoscenico, la cover del brano di Herbert Pagani, che Caroline interpreta in modo sublime, unendo commedia, dramma e sperimentazione teatrale. Palcoscenico è un viaggio surreale nel mondo del Teatro, ambientato a Venezia, e rappresenta uno sguardo critico nei confronti del mondo dello spettacolo, in difesa del Teatro come forma d’arte. Dopo l’estate uscirà il suo doppio album, intitolato Pagani per Pagani, un tributo ad Herbert, che conterrà ventiquattro brani in italiano ed in francese.
È uscita la cover di Palcoscenico, il brano di tuo fratello Herbert Pagani, tratto dall’album omonimo. Palcoscenico difende ed esalta il teatro, la forma d’arte che può allontanarci e salvarci dalle brutture della tv. Che significato assume per te questo brano?
È un brano che amo moltissimo perché è teatrale, perché fa parodia e io la amo molto, la parodia è un modo brillante, intelligente e profondo per scandagliare l’anima di un’opera e il suo messaggio. E soprattutto mostra e sbeffeggia i vizi del mondo dello spettacolo, i suoi lati oscuri, l’autorità, il potere, il ricatto, l’abuso, rivendica il rifiuto di prostituire se stessi e la propria anima in nome del commercio e dell’arte e invita a fare la propria arte, senza padroni.
Hai scelto come protagonisti del video di Palcoscenico personaggi shakespeariani. Adori Shakespeare?
Sì lo amo tanto e l’ho studiato anche molto, ci ho fatto due tesi di laurea, una in Storia del Teatro Inglese (corso di laurea in Filosofia) sulla Filosofia rinascimentale che informa l’opera di Shakespeare con un progetto di regia del Macbeth, l’altra, teorica e pratica, in Drammaturgia, sull’Eros in Shakespeare con la realizzazione di uno spettacolo in prosa e musicale, Shakespeare’s Lovers.
Hai portato in scena al Teatro Franco Parenti di Milano, Per amore dell’amore, uno spettacolo-concerto, omaggio musicale, teatrale e multimediale ad Herbert, in cui racconti l’artista poliedrico, cantautore, poeta, scultore e pittore. Quali emozioni provi nel narrare la sua vita?
Ho provato e provo delle emozioni forti, un grande coinvolgimento, una identificazione totale, empatia, amore, ma questa emotività deve stare fuori dallo spettacolo. Mi sono emozionata spesso studiando e cantando le sue canzoni in fase di studio, poi però in scena queste emozioni vanno arginate, controllate, soprattutto nel canto, nel caso mi faccio un pianto prima e poi in scena per fortuna va tutto come deve andare…
Il doppio album dal titolo Pagani per Pagani, in uscita dopo l’estate, è un tributo ad Herbert e contiene ventiquattro tracce in francese e in italiano. È stato un lavoro impegnativo?
È stato un lavoro estremamente impegnativo, dal punto di vista dell’impiego di tempo, di studio, di risorse economiche. La cosa più difficile è stata stare dietro agli ospiti per portarli a incidere le canzoni di Herbert e fare arrangiamenti ad hoc per loro. Ne avrei voluti di più, avrei voluto Vinicio Capossela, che si sarebbe accompagnato da solo, Stefano Bollani, Mario Biondi, Davide Livermore, ma per motivi di tempo e logistici alla fine avrei dovuto aspettare ancora e non è stato possibile, ero in ballo da due anni con questo disco e andava finito… Anche con gli arrangiatori è stata un’impresa, ognuno ha i propri gusti e io ho le mie idee artistiche, estetiche e stilistiche chiare, i testi di queste canzoni sono talmente belli che non hanno necessariamente bisogno di un’orchestrazione sempre sontuosa, (Herbert soprattutto in Rai aveva anche orchestre e arrangiamenti sontuosi, ma mai sovrastanti, come anche accompagnamenti semplici) è canzone d’autore, qui i protagonisti sono i testi delle canzoni e l’interpretazione.
Ad ogni modo gli arrangiamenti sono tutti molto belli e vari, ce ne sono con strumentazione molto ricca, con quartetto d’archi, con l’arpa, pop, rock, ma anche con accompagnamento per piano solo, uno più bello dell’altro, come le canzoni. Nello spettacolo canto “Albergo a ore” a cappella, trovo che non abbia bisogno di accompagnamento – nel disco sì, l’accompagnamento è di Danilo Rea, ed è il più bell’accompagnamento di questa canzone che sia mai stato fatto – ma nello spettacolo no. È poesia, è un pezzo di teatro, non deve essere sovrastato da altro che non siano la parola e la sua interpretazione.
In questo periodo cosa stai portando sul palco? E quali saranno i tuoi futuri impegni a teatro?
Quest’estate mi dedico alla versione francese dello spettacolo concerto, dove ci sarà qualche canzone diversa e inevitabilmente, di conseguenza, anche alcune parti di testo, ma la struttura resta la stessa. Fra i miei progetti di spettacolo ce n’è uno su Otello Desdemona. Amore e morte a Venezia, uno sulle cattive scespiriane, Wicked. Cattive, e uno su Eleonora Duse versus Sarah Bernhardt. Spererei poi che si riesca a fare anche un documentario su Herbert Pagani, ho trovato dei professionisti molto talentuosi in questo, ma bisogna trovare anche una produzione…
Nella prossima stagione porto in scena a Roma tre miei lavori: Mobbing Dick, spettacolo tragicomico e amaro sul mobbing nei confronti delle donne nell’ambiente dello spettacolo, al Teatro Lo Spazio, Luxuriàs, spettacolo brillante su Francesca da Rimini e la lussuria, in cui vengono evocate donne come Semiramide, Cleopatra, e anche Moana Pozzi, e lo spettacolo concerto su Herbert all’Auditorium Parco della Musica. Spero di riprendere presto anche Hamletelia, il mio spettacolo plurilingue su Amleto, ha girato nel mondo, in Germania, in Cina, a Shanghai, in Polonia, a Danzica, a Praga, a Barcellona, in Macedonia del Nord, vorrei farlo anche a Roma, ha bisogno di un luogo particolare, gotico. Oltre allo spettacolo concerto che ha come luoghi di elezione i teatri ma anche un format per le gallerie d’arte, ci sarà anche una versione solo concerto dello spettacolo su Herbert, il mio desiderio è cantare queste canzoni ovunque sia possibile, in italiano e in francese, (alcune sono pure in spagnolo) in Italia, Svizzera e Francia.