Carmine De Domenico, tenore lirico leggero partenopeo, propone “Cuore mediterraneo” al teatro Lendi sabato 22 febbraio.
Il progetto che nasce come disco con il maestro Mario Simeoli che ha curato anche gli arrangiamenti delle canzoni e che esporta in teatro.
«Il nostro è un lavoro sulla canzone napoletana – afferma – che cerchiamo di riarrangiare senza stravolgerne l’originalità.
Ci sono dei brani inediti nel lavoro come “Io sto ccà”, scritta dal maestro Bruno Lanza, “Addore ’e libertà” ma anche “Napulitanata”. Sono tutti brani che canto con Brunella Selo».
Tra le altre chicche racchiuse nell’album, che saranno portate in scena al “Lendi”, troviamo “’A cartuline ’e Napule” che, però, è cantata in inglese.
«Proprio per la mia voglia di sperimentare cose nuove,- aggiunge Carmine De Domenico – ho deciso, in questo caso, di affidare una canzone nota ed apprezzata al suono della lingua inglese.
Nel disco c’è un solo brano in italiano che è “Non cambiano”, che tratta il tema della violenza sulle donne da un punto di vista diverso, perché è un uomo che “rimprovera” gli uomini che fanno violenza sulle donne.
Un tema attuale, visto da un uomo, che ha ricevuto molti apprezzamenti da diverse associazioni che si occupano di questa piaga sociale.
Ho autorizzato queste associazioni ad utilizzare il brano in maniera gratuita, ovviamente».
Sul palco De Domenico sarà accompagnato da Mario Simeoli (tastiere e direzione musicale), Vincenzo Palumbo (chitarre), Dario Franco (basso), Giuseppe Landieri (batteria) e Franco Paolo Perreca (sax). Vocalist Martina Carotenuto e Nunzia Masullo.
Ad arricchire lo spettacolo i ballerini Tonia Carbone, Greta De Vito, Andrea Cosentino e Antonio Piccoli. L’artista è anche docente di canto ed educazione musicale e lancia consigli ai giovani di oggi che vogliono diventare cantanti o musicisti:
«A avere successo è facile quello che è difficile è mantenerlo. – dice Carmine De Domenico
Tutto, oggi, si consuma velocemente, in questi talent gli artisti hanno una durata a tempo. Questo vuole il sistema musicale.
Bisogna essere bravi, studiare e capire che le dinamiche commerciali poco hanno a che fare con il talento e la bravura».