Carmine Battaglia, fin da piccolo appassionato di cinema, in particolar modo di quello americano, inizia a dare voce ai suoi sogni alla’età di 11 anni. Il giovane attore, infatti, viene scelto per interpretare il piccolo Aniello nel film Giuseppe Moscati con Beppe Fiorello. Un’esperienza che ha lasciato il segno nella vita artistica e privata di Carmine, tanto da fargli ancora tremare la voce nel raccontare la sua conoscenza con Beppe Fiorello, come il racconto di una delle scene più sentite del film. Dopo qualche anno Carmine Battaglia torna sulle scene ed entra a far parte della terza serie della fiction Capri, interpretando il ruolo di Francesco e in Bakita, in cui veste i panni di un orfanello. Di recente lo abbiamo visto nel corto “Ciao mamma” di Carlo Luglio in onda su Sky Cinema Cult. Il 6 maggio su Sky atlantic Carmine Battaglia sarà Pino Pino, (un ragazzo che per una serie di vicissitudini si ritroverà coinvolto nella malavita) in Gomorra – la serie. In questa intervista Battaglia parla di come si è avvicinato alla recitazione, della sua esperienza con Fiorello e della nuova avventura targata Gomorra- la serie.
Come ti sei avvicinato alla recitazione?
«Ho sempre amato il mondo del cinema e dello spettacolo. Guardavo sempre film in tv. Avevo sette anni, una sera mio padre tornato a casa da lavoro, dopo avermi dato uno schiaffo mi rimprovera dicendo: “non è possibile che passi le tue giornate a guardare la tv”. Ricordo molto bene quel giorno. Alzando lo sguardo verso mio padre dissi: “un giorno anche io farò parte di quel mondo”. Da quel momento non ho smesso neanche un attimo di pensare e sognare il mio futuro artistico.»
Cosa ti affascina di questo mondo?
«Quello dell’attore è un mestiere affascinante. Avere la possibilità di interpretare ruoli diversi è bellissimo. Entrare nella psicologia di un personaggio, studiarlo, conoscerlo, mi affascina tantissimo. Ed è fantastico vestire i panni di un personaggio diverso da me, dal mio modo di vivere, di agire, di pensare. Essere attore per me, significa stimolare la mia mente, la mia immaginazione, la mia creatività. Essere attore mi fa sentire vivo. Dalla commedia al dramma, dal thriller al fantasy, per me non ha alcuna differenza. Amo il cinema e spero, essendo ancora agli inizi, di andare avanti in questo settore.»
E cosa ci racconti della tua esperienza con Beppe Fiorello in Giuseppe Mosati?
«Avevo 11 anni quando ho interpretato Aniello in Giuseppe Moscati. Il mio personaggio era quello di un bambino che attraverso dei piccoli furti cercava di sostenere economicamente la sua famiglia. Grazie al film Giuseppe Moscati, ho avuto l’onore recitare al fianco di Beppe Fiorello. Diverse sono le cose che mi ha insegnato. Oggi, a distanza di anni da quell’esperienza, porto ancora con me i suoi insegnamenti, come esempio di vita non solo nel lavoro, ma anche nella vita privata. In particolar modo ricordo la scena sulla spiaggia quando ho dovuto simulare la morte di Aniello. Beppe Fiorello mi disse: “questa scena sarebbe bella se la interpretassi in maniera spontanea”. Inizialmente non riuscivo a capire cose volesse dire, così mi lasciai andare. Ricordo la scena molto bene. Il mio calarmi intensamente nel personaggio, mi portò a sentire il dolore, la sofferenza, come se stessi morendo veramente. E di questo ricordo non posso che ringraziare Beppe.»
C’è un altro attore italiano con cui ti piacerebbe lavorare?
«Ad essere sincero a me piace molto il cinema americano, questo non vuol dire disprezzare quello italiano. Uno dei mie sogni nel cassetto sicuramente sarebbe quello di lavorare con Brad Pitt, uno degli attori che stimo e apprezzo professionalmente.»
Parliamo di Gomorra – La serie.
«Il mio personaggio si chiama Pino, un ragazzo che nel frequentare cattive compagnia, si ritrova a far parte del clan dei Savastano, capitanato da Pietro, un boss temuto e rispettato da tutti. Al suo fianco, il braccio destro Ciro Di Marzio. Pietro, però, ha un erede, suo figlio Genny. Il mio personaggio diventerà col tempo l’amico di fiducia del figlio del boss. Nel cast con me Marco D’Amore, Fortunato Cerlino, Maria Pia Calzone, Salvatore Esposito, Marco Palvetti, Domenico Balsamo, Enzo Sacchettino, Elena Starace, Pina Turco, Antonio Milo, Fabio De Caro, Mimmo Esposito, Massimiliano Rossi, Emilio Vacca, Claudio Corinaldesi, Walter Lippa, Carlo Guitto, Giovanni Allocca, Lino Musella.»
Cosa hai provato ad interpretare il ruolo del cattivo?
«Per me è stata un’esperienza bellissima, poiché credo di aver superato me stesso, anche se non è stato facile. Quando ti ritrovi ad interpretare un personaggio lontano dai tuoi schemi, in presenza di tantissime persone, e non parlo solo dello staff artistico, ma anche di quello tecnico, delle comparse e via dicendo, non è assolutamente semplice mantenere in maniera costante la concentrazione e recitare con la stessa intensità, la stessa cattiveria. Diverse sono state le notti insonni, poiché temevo che Pino potesse prevalere nella mia vita, mi ha influenzato moltissimo.»
Ci sarà un continuo della serie?
«In realtà non si sa ancora se sarà realizzato un prequel o un sequel.»
Il teatro?
«Amo il cinema, al teatro mi piace andare da spettatore.»