La magia del teatro quel luogo dove tutto diventa incantato e dove si resta contagiati dall’ energia degli interpreti di uno spettacolo; è il caso di “Carmen” lo spettacolo scritto da Enzo Moscato e diretto da Mario Martone con Iaia Forte (nel ruolo di Carmen) e Roberto De Francesco (nel ruolo di Cose’) e con Ernesto Mahieux, Giovanni Ludeno, Anna Redi, Francesco Di Leva, Houcine Ataa, Raul Scebba, Viviana Cangiano, Kyung Mi Lee.
Un lavoro molto fisico, dove anche la parola diventa musica dove l’Orchestra di Piazza Vittorio esegue musiche napoletane e le famose note della “Carmen” di Bizet in un modo originale, accattivante, contaminate. Già forse la chiave dominante del lavoro è la contaminazione; l’opera è ambientata a Napoli, quella Napoli carnale e multietnica tanto cara a Moscato e celebrata in questo lavoro tanto da renderla uno degli elementi portanti dell’opera. La scrittura è favolosa: avvolgente, unica ma siamo abituati a conoscere i capolavori letterari del drammaturgo napoletano e questo non è da meno, anzi.
La regia di Martone è perfetta: gli attori si muovono nella ‘macchina’ del regista in maniera armonica e convincente. L’uso del corpo è predominante: il ballo, le movenze sono quelle della Napoli del popolo, ma anche quelle spagnole. La fusione è perfetta la ‘mezcla’ è compiuta.
Il testo è frutto della fusione tra la novella di Mérimée e l’opera di Bizet: ci si muove su due piani. “ Quel che mi ha sempre affascinato della novella – dice Martone – è il fatto che la vicenda è rievocata: Mérimée immagina che Don José gliela racconti in prigione, la sera prima di morire impiccato. Enzo ha colto al volo questa indicazione e ha scritto un testo che si muove su due piani, quello del racconto al presente e quello passato dell’azione rievocata”.
L’amore distruttivo, quello che diventa stupidità quando oltrepassa il limite viene raccontato dai protagonisti di una Napoli nomade; Carmen, la napoletana Carmen, viene accecata, ma non muore anzi vive. Viva Carmen, bravissima Iaia Forte che sembra nata con questo personaggio cucito addosso, ma bravi tutti.
La musica di Bizet è trasfigurata da Mario Tronco con Leandro Piccioni e l’Orchestra di Piazza Vittorio e diventa un mare trascinante, che accompagna, che avvolge che fa battere le mani al numeroso pubblico per tenere il ritmo.
Carmen è viva: vale la pena andarla a trovare al teatro Bellini fino al 24 aprile.