Il canto dell’ape è il titolo del nuovo album di Rita Zingariello. La cantautrice pugliese è in circuito con un lavoro dal sound di ampio respiro, maturato in un momento di forte consapevolezza. «Il disco è stato pensato a casa mia – racconta la Zingariello – dove spesso scrivo in solitudine per riordinare pensieri. È un’azione che, oltre a farmi stare bene, è diventata la mia migliore ed unica psicoterapia. Con questo disco ho svelato a me stessa dove sono arrivata e come ci sono arrivata. Le canzoni sono nate con più penne, una chitarra e un pianoforte». Nata a Gravina, in Puglia, la cantautrice si avvicina al canto sin da piccola. Nel 2008 la realizzazione del primo ep È alba. Nel 2012 vince il contest Musica è. Il desiderio di contaminare i suoni pop, l’avvicina alla musica jazz con un progetto inedito insieme con Daniele e Tommaso Scannapieco. Nel 2014 la realizzazione realizza Possibili percorsi, il secondo lavoro discografico. Dal 2015 ad oggi partecipa a numerosi festival, portando a casa diversi riconoscimenti. Apre, tra gli altri, i concerti di Gino Paoli, Danilo Rea, Paola Turci, Mario Venuti e PFM. Nel 2017 diventa protagonista di un tour dedicato ai maggiori successi di Mogol, dove è lo stesso autore a volerla al suo fianco sul palco, come interprete e cantautrice.
Sarà poi un’operazione di crowdfunding la forza motrice de “Il Canto dell’ape” (Etichetta Volume). Il disco vede all’attivo più di 200 sostenitori e un obiettivo poi raddoppiato. L’uscita dell’album subisce un’improvvisa interruzione, una forzata attesa trascorsa attraverso il gioco “Cover a richiesta”. Da qui la partecipazione e la spinta alla definizione del disco.
Il Canto dell’ape è un lavoro discografico che si potrebbe definire multicolorato. Una contaminazione di tonalità che si muovono come la pittura sulla tela, in un miscuglio di sfumature che ondeggiano dal pop d’autore all’’indie-rock, dalla musica dub al bluegrass con sonorità vintage e moderne insieme. Ad esse si unisce la costante dei suoni acustici, uniti ad un utilizzo minimale delle timbriche elettroniche. La voce arriva all’ascolto nella sua semplice naturalezza. Si parte con Amsterdam, in cui il suono acustico accompagna delicato la soavità vocale in un ascolto piacevole che “spalanca le braccia”. Segue la tracklist Il canto dell’ape. “Non è detto che l’attesa mi riporti la risposta di desideri lasciati a metà”. Un contenuto che oscilla tra speranza e malinconia in un ticchettio d’esordio, che esplode in un incontro dai ritmi indie/pop. Ballo ferma è la terza traccia dell’album, un brano sul concetto della fretta che accompagna la quotidianità. Un testo che trasferisce il “sapore” delle distrazioni, muovendosi in un suono scorrevole, dinamico, in una esplosione di armonia strumentale. Segnali malinconici in Spalanca. “Tutto quello che mi piace è colpirti senza farti male, entra senza aprire, attaccati a radici, lasciami la luce”. Parole sognanti che si intrecciano ad un contenuto tenace… “quello che mi piace è non mettere la nota sul finale”, canta Rita Zingariello in Senza note sul finale. La chitarra è il suono che accoglie Preferisco l’inverno, in un’impennata vocale di bella sorpresa. Milonga mi amor dei Gotan Project fa da sfondo alle parole de Il gioco della neve. “Un filo ancora teso, mi stringe ancora per non cadere”. Un esperimento riuscitissimo, quello dell’incontro delle due vibrazioni sonore, in un coinvolgimento che emoziona. “Più Sali, più l’equilibrio si fa instabile”. Una ballata di malinconia d’amore con Sicure simmetrie. La voce densa di descrizioni accarezza le note in un crescendo in cui la Zingariello non disperde l’intero filo del disco. Le atmosfere di Ribes nero richiamano ritmi R&B, quasi hip-hop, che contrastano coi suoni più pop degli strumenti solisti e del canto, fino ad unirsi con le sonorità gospel del coro finale. La maturità musicale trova espressione intensa in Simili e contrari. Un pezzo dai mille motivi strumentali, dove le armoniche coinvolgono in un trascinamento che inneggia al ballo. Rita Zingariello canta l’amore, il romanticismo, la speranza nel brano Il bacio con la terra, un pezzo che si veste di bellezza emozionale. “Risalire da una strada rotta, ripartire da una ruota sgonfia. Risalire su una nave stanca, ti lasci trasportare, scivolando verso l’infinito, arrivi a scoprire che quella è casa”. Il concept che la Zingariello diffonde, viene confermato in Risalire, brano finale de Il canto dell’ape. Un motivo che chiude l’album è una delicata descrizione del punto di partenza, fino a quello di arrivo, passando per le molteplici difficoltà inondate dalla crescita. Indubbia la nota autobiografica che ci accompagna nell’ascolto, ad una interessante riflessione.