S’intitola Cantastorie il primo lavoro discografico di Furia, nome d’arte di Tania Furia. La cantautrice milanese che dal 2010 inizia la sua carriera artistica avvicinandosi prima alla musica jazz, poi alle cover di musica pop italiana e straniera. Nel 2015 incontra il grande Maestro Luigi Albertelli che diventa il suo produttore e manager. Con lui nasce uno splendido sodalizio artistico che porta Furia a far emergere le sue qualità di autrice, arrivando così alla realizzazione di Cantastorie. Un album prodotto interamente da Luigi Albertelli, i cui contenuti musicali descrivono l’humus dell’artista. Eh già, perché Tania Furia è per davvero una cantastorie, mentre narra in musica storie vere, aneddoti della situazione socio-culturale, italiana, attuale. Tredici tracce in cui l’artista, prendendo spunto dalla tradizione dei cantastorie che utilizzavano cartelloni per descrivere la storia che raccontavano, utilizza video che l’accompagnano nelle performance. Furia compare indossando una divisa alla Corto Maltese, personaggio famoso del fumetto italiano, scelto in particolar modo per rappresentare l’antieroina. Una caratteristica singolare, che la rende unica nel panorama musicale. “Storie di donne e di bambini di ogni strato sociale, traditi nella loro essenza e negli affetti da chi si fidavano. Ma sono anche riflessioni sulla frattura necessaria e naturale che si è formata nei rapporti tra uomo e donna, e di come il ribaltamento dei ruoli e del potere nella coppia, porti a conseguenze non sempre prevedibili. E la mutevole posizione della donna di oggi, tra ironia, sogni e speranze”. È questo il fil rouge di Cantastorie. “Senza la mia pelle, senza le mie mani, senza le mie gambe. Tu sei mio, ma soltanto se lo voglio io”. Si parte con Tu sei mio, un pezzo in cui l’accordo deciso della chitarra che accompagna la voce corposa della cantautrice, descrive una rivendicazione del ruolo della donna nel legame di coppia. Le note seguono ritmi decisi e di carattere pop-rock in Campionissimo, una mescolanza sonora, bella, ritmica, coinvolgente proprio per la piacevole “rumorosità” ritmica. “Giulietta con le rose, decora la sua testa, Giulietta è una fanciulla seduta tra due spose che parlano tra loro confondendole le cose”. Timbrica delicata accompagna la voce di Furia in Giulietta, che diventa nei toni e nei contenuti espressi, di ampia ricercatezza. Una ballata che la cantante predilige, altresì per essere stata cantata in coppia con l’attrice Lella Costa che interviene in forma interpretativa. Musicalità vivace prosegue in Ce la invidiano tutti. Un testo dallo humor frizzante, che trasferisce un grido di rivendicazione e di rivoluzione contro quella che è la dilagante condizione di disparità che si ostina nella società. Un’entrata malinconica inaugura Troppo facile. La storia di un amore adolescenziale sbagliato, gli strascichi che la giovane donna, oggi racconta. A suon di ritmiche dance è Robot, un pezzo veloce ed ironico in cui si cela sempre il confronto dissacrante tra uomo e donna. Seguono i toni più seriosi e modici di Canzoni ad un bimbo mai nato, Freelance, Prendi Tutto. Le sonorità si intrecciano alla riflessione vocale della cantante, che prosegue nel confronto tra uomo e donna, trionfante nell’intero album. “Tu vedevi più lontano di noi e vedevi più veloce di noi, tra i tuoi capelli si agitava il vento. Caro Marco sono qua e ti scrivo, ti dico solo quello che oggi qui non va”. Si intitola, Pa Paya ya ya (Ciao Marco) ed è una dedica della cantautrice a Marco Pannella. Il sound reggae accorda questo contenuto speciale. L’intesa reggae prosegue con Addio Barbie. È sempre la verve umoristica a prevalere nei suoi pezzi, dietro cui si scoprono i concetti sociali. Ricorda il ticchettio di un carillon quello che accoglie Manchi. La morte ingiusta, immotivata e prematura di Sara Pietrantonio, uccisa per mano del suo ex fidanzato è il filo che accompagna il brano. “Non arrossire, quando ti guardo. Ma ferma il tuo cuore e trema per me. Dai non aver paura di darmi un bacio ma stammi vicino e scaccia il timor”. Musicalità addolcente chiude il primo progetto musicale di Furia. Non arrossire è una piacevole ballata d’amore, che coccola con il suo suono ed ospita l’anima di chi ascolta.
Cerca
-
Articoli recenti
Find us on Facebook
-