Presentata questa mattina “Canova e l’Antico”, la mostra in programma al MANN (Museo Archeologico di Napoli) fino al 30 giugno 2019. Si tratta di una grande “mostra-evento” su Antonio Canova, resa possibile grazie ad una serie di collaborazioni avviate nel 2017. Articolata su due piani del museo, la mostra – a cura di Giuseppe Pavanello, affiancato da autorevoli studiosi e dalla direzione dei due musei promotori – accompagnerà i visitatori in un percorso espositivo che parte dalla fase creativa (dal bozzetto al disegno, dal modello alla copia in gesso) fino a giungere all’opera d’arte definitiva. Quindi si tratta di un percorso che comprende bozzetti, disegni, tempere, gessi e marmi del grande artista.
Il MANN, con questa mostra, ospita a Napoli importanti prestiti internazionali: ben sei marmi provenienti dall’Ermitage di San Pietroburgo, che vanta la più ampia collezione del Canova al mondo. Esattamente: l’ Amorino Alato (1797), l’Ebe stante (1800-1805), la Danzatrice con le mani sui fianchi (1811-1812), Amore e Psiche stanti (1800-1805), la testa del Genio della Morte (1798-1805) e la meravigliosa scultura delle Tre Grazie (1812-1817). A questi si aggiungono, tra i capolavori in marmo riuniti per la mostra nel Salone della Meridiana, la bellissima “Maddalena penitente” da Genova, “il Paride” dal Museo Civico di Asolo e la Stele Mellerio.
Fondamentali sono poi anche i prestiti della Gipsoteca di Possagno, del Museo di Bassano del Grappa, del Museo Nazionale di Kiev e dell’Accademia di Napoli.
Alla conferenza, dopo i ringraziamenti di rito, il direttore del Mann ha dichiarato che: “La cultura è l’unico aspetto in cui l’Italia può ancora avere un ruolo da protagonista ed io credo che una mostra come questa riporti soprattutto Napoli ad un ruolo di protagonista non solo nazionale ma anche internazionale”.