“Una gigantesca eruzione avvenuta nel marzo 2016 su Proxima Centauri, la stella più vicina al Sole, ha sconvolto il pianeta Proxima b, rendendo impossibile la sopravvivenza di eventuali forme di vita”. Non si tratta di una trama di un nuovo film fantascientifico in uscita nelle sale cinematografiche la prossima estate, ma è quanto realmente accaduto nello spazio e lo conferma una ricerca pubblicata sulla rivista Astrophysical Journal Letters e coordinata dall’Università del Colorado a Boulder.
Si tratta di una notizia molto importante e che spegne la speranza di trovare vita su Proxima b, pianeta che era considerato finora un possibile sosia della Terra: le ipotesi sulla sua capacità di ospitare la vita erano state finora molte a causa della vicinanza con la sua stella. Una vicinanza che tuttavia è costata cara al pianeta. Proxima b infatti dalla Proxima Centauri dista molto meno della Terra rispetto al Sole, tuttavia è proprio questa minore distanza a rendere possibile temperature adatte alla formazione di acqua liquida e di eventuali forme di vita. Questo perché la stella di Proxima Centauri, a differenza del Sole, è una stella fredda e quindi la potenza che irradia è inferiore.
“Un’eruzione simile nel Sole non sarebbe stata devastante per la Terra – osserva dunque Riccardo Claudi, dell’Osservatorio di Padova dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf) – quando si verificano questi fenomeni, da una stella si diramano particelle ad alta energia, i raggi cosmici solari, che possono erodere l’atmosfera del pianeta vicino. Nel caso del Sole la distanza della Terra è abbastanza grande e ci mette al riparo, mentre nel caso di Proxima Centauri la distanza è minore e l’effetto è distruttivo”.