La serie andrà in onda a partire dal 30 settembre, in prima serata, su Canale
Arriva su Canale 5, a partire dal 30 settembre, in prima serata, l’attesissima serie tv “Viola come il mare”, con protagonisti Francesca Chillemi e Can Yaman. Diretta da Francesco Vicario, la serie light crime in 6 serate – tratta dal romanzo Conosci l’estate? di Simona Tanzini – è una coproduzione Rti-Lux Vide, realizzata da Lux Vide, società del gruppo Fremantle. Nel cast anche Chiara Tron, Simona Cavallari, David Coco, Giovanni Nasta e Romano Reggiani.
Al centro della storia troviamo Viola Vitale (Francesca Chillemi) che decide di trasferirsi a Palermo per mettersi sulle tracce del padre che non ha mai conosciuto. La protagonista si ritrova a lavorare nella redazione di Sicilia WebNews in cui, inaspettatamente, le viene affidata la cronaca nera. Viola ha trent’anni, una bellezza prorompente e un superpotere, ovvero quello di percepire i sentimenti delle persone. Nel corso della sua prima indagine incontra Francesco Demir (Can Yaman), un affascinante Capo della Polizia con cui inizierà un rapporto fatto di collaborazione alle indagini e scontri, ma anche di un’attrazione evidente. Viola si rivela un’alleata preziosa per Demir. Grazie al suo dono, aiuterà l’Ispettore a risolvere i casi più intricati.
Dopo averlo visto nelle serie turche trasmesse su Canale 5 (Bitter Sweet – Ingredienti d’amore e DayDreamer – Le ali del sogno) per Can Yaman, Viola come il mare, rappresenta la prima serie italiana in cui lo vediamo recitare in italiano, in veste da protagonista.
«Recitare per la prima volta in Italia e in italiano, per me è stata una sfida. Non è stato facile. Ho avuto un’ottima insegnate, perché la Lux ci teneva molto che io migliorassi il mio italiano. Finora non avevo mai interpretato il ruolo di un poliziotto, quindi ho dovuto imparare delle parole tecniche che non conoscevo prima, che non avevo mai usato. Memorizzare tutte queste parole nuove, pronunciarle in maniera giusta, per me era importante. Abbiamo lavorato su questa cosa e la mia coach, mi ha aiutato tantissimo, come anche il regista, Francesca e tutto il team. Magari all’inizio non ero bravo, poi man mano ho cercato di migliorare, in alcune scene ad esempio mi sono doppiato. Credo che abbiamo formato una bella squadra, una bella famiglia e speriamo di raggiungere il successo anche a livello internazionale.
Can Yaman in Viola come il mare, interpreta l’Ispettore Capo di Polizia, Francesco Demir, nato da madre italiana e padre turco. Il suo è un personaggio, impulsivo, fisico, ma soprattutto refrattario alle regole. Tre sono le cose che ama: Palermo, la città i cui vive da molti anni, il suo lavoro e le donne. Ama soprattutto provarci con loro. Schietto, provocatorio, adulatore e sincero. Lui non promette il grande amore per poi fregarti, non dice ti sposerò solo per portarti a letto, Francesco semplicemente non crede nelle relazioni stabili e nel matrimonio. «Sono cresciuto tantissimo con questa serie. Questa esperienza è stata unica. A livello professionale mi ha dato tanto, ho imparato tantissime cose. Porterò questo momento sempre con me. Ora sto andando a Budapest, dovrò recitare in inglese, però Viola come il mare sarà sempre speciale nella mia carriera, perché ha fatto nascere in me la voglia di esplorare e andare avanti in questo lavoro. Non è facile cambiare Paese e recitare in un’atra lingua, quindi sicuramente questo percorso mi ha fatto crescere molto e maturare. In Turchia sono abituato a lavorare di improvvisazione, mentre nel caso del mio personaggio Francesco ho tenuto fede al copione, anche se con Giovanni Nasta e Francesca, abbiamo cercato di inserire anche qualcosa di nostro, che non fosse scritto nel copione. Questo per me è un aspetto fondamentale perché riesce a trasmettere allo spettatore la sintonia tra noi attori. Abbiamo approfittato di questa sintonia che si è venuta a creare tra di noi, così che il pubblico possa vedere dei personaggi che sembrano reali. Francesco mi somiglia sotto alcuni punti di vista, come l’essere istintivo, impulsivo, serio nel lavoro, disciplinato, concentrato».
Sulla sua esperienza nel girare a Palermo l’attore turco racconta: «È stato molto bello anche lavorare a Palermo, che per me era un ricordo legato all’infanzia, di quando i professori ci portavano in gita. Abbiamo ricevuto un calore pazzesco. C’erano sempre persone che ci sostenevano, ci abbracciavano, nonostante il Covid, ma questa cosa ha fatto in modo che abbracciassimo il nostro lavoro ancora di più».
Come dicevamo prima, questa serie tv per Can rappresenta la sua prima volta su un set italiano, l’attore infatti racconta le differenze che ha riscontrato nel lavorare sul set in Italia rispetto a quello in Turchia. «Il sistema in Italia è un po’ diverso, perché in Italia al massimo si lavora 10 ore. Noi in Turchia siamo un po’ illegali, ci sono dei giorni in cui lavoriamo 16 ore, forse non la dovevo dire questa cosa (e ride insinuando alla prossima stagione che quasi sicuramente ci sarà n.d.r.). Sono stato abituato a lavorare per sette anni con dei ritmi frenetici. Mi ricordo una volta su un set di una serie in Turchia, le riprese sono durate 36 ore. Questa illegalità mi ha reso una macchina da guerra. Ecco è per questo che non dimenticavo le battute, perché sono abituato a lavorare in situazioni critiche. Ricordo che un giorno qui in Italia, avevamo superato le dieci ore di lavoro, e la produzione si scusò chiedendomi se potevamo prolungare le riprese per altri dieci minuti, ed io risposi: “Io sono turco possiamo andare avanti anche per altre ore”. Questa è una delle differenze che ho riscontrato. Sicuramente qui in Italia gli attori hanno una vita più sana, dopo il lavoro vanno a cena in orario, riescono ad avere una vita privata. Sono contento di aver lavorato in questo modo, lontano dalla vita frenetica. In Turchia ad esempio in un anno produciamo tantissime puntate dalla durata di oltre due ore, mentre qui in Italia, per quanto riguarda Viola come il mare, abbiamo girato 7, 8 mesi per produrre solo sei serate. Ecco perché la Turchia ha fatto questo incremento nel settore della serialità perché producono tantissimo, soprattutto quando vendono all’estero, che una puntata si divide in tre. Ad esempio Le ali del sogno era di 50 puntate, ma è stata venduta per oltre 200 puntate, quindi è un mezzo vantaggioso, anche se non è giusto in tante cose. Venendo dalla Turchia con questa disciplina, la difficoltà della lingua l’ho superata facilmente, proprio per la mentalità e l’abitudine lavorativa che ho acquisito nel mio Paese».
Francesca Chillemi in “Viola come il mare” interpreta Viola Vitale. A 18 anni ha vinto Miss Italia e con i soldi del premio si è pagata l’università. Viola è idealista, crede nelle persone ed è convinta che il buono si possa trovare ovunque si guardi. Con questo spirito approda a Palermo, dove inizia a lavorare come giornalista in una redazione di un giornale online. Viola ha un superpotere, ovvero quello di sentire e percepirei sentimenti degli altri attraverso la sinestesia. «Ci sono molti aspetti della mia vita che mi accomunano a Viola. Quello che lei vive, in qualche modo anche io l’ho vissuto sulla mia pelle. All’inizio pensavo che la bellezza fosse una qualcosa che ti penalizzasse, perché a volte la gente preferisce vedere determinate cose, quindi per certi aspetti ho cercato di nasconderla. Viola mi ha aiutato, attraverso un percorso che ho fatto su di me, a riconoscerla come un dono, come una caratteristica. Ognuno di noi ha una caratteristica e nasce in un determinato modo, ma non me ne devo vergognare. Ognuno di noi ha diversi aspetti, diverse qualità, proprio come Viola, anche io ho diverse qualità. Quindi poterlo raccontare attraverso un personaggio, è stato catartico, mi ha aperto e sensibilizzato molto di più. Non è solo questo l’aspetto che mi accomuna con Viola. Uno dei messaggi più importanti che ho avuto attraverso questo personaggio e secondo me anche una delle caratteristiche più belle è questo piccolo superpotere, che vorrei anche io nella vita, ovvero quello di mettersi nei panni degli altri, solo così si possono capire intensamente le emozioni, in maniera tale da comprenderle e non giudicarle. Questo è un aspetto che in questi mesi mi ha sensibilizzato. Molto spesso succedono delle cose intorno a noi che ignoriamo, passando oltre, ma a volte empatizzare è un bel punto di partenza a capire cosa sta veramente succedendo intorno a noi».
Dai racconti dei due protagonisti si evince che tra di loro e il restante del cast, sia artistico che tecnico, si sia instaurato un bel rapporto, non solo professionale. Tanto da condividere tra loro diversi aneddoti che hanno vissuto a telecamere spente.
Francesca: «Premetto col dire che questo set è proprio nel mio cure. Io mi sono divertita tantissimo con tutti. Siamo diventati una famiglia. Forse ci ha agevolati il fatto che dopo una settimana di riprese, siamo stati un mese intero a Palermo, tutti nello stesso hotel, ed abbiamo creato delle connessioni che sono andate a favore del nostro lavoro, perché siamo stati tantissimo tempo insieme, passando ore a studiare insieme il copione. Di aneddoti ce ne sono stati tantissimi, uno molto bello, a discapito del regista, riguarda il giorno in cui io e il mio produttore siamo andati a Palermo, con le aspettative massime di avere un tempo meraviglioso, invece abbiamo avuto delle giornate di mal tempo ed è stato impossibile girare in esterno, poi fortunatamente siamo tornati a febbraio ed era estate».
Can: «Ero nella mia stanza a Palermo insieme agli altri perché stavamo provando. Vado ad aprire la porta e c’era un uomo che origliava, così presi la ciabatta per spaventarlo (tutti a ridere n.d.r.). Come ha detto Francesca, anche per me questo è un set che porterò nel mio cuore. Non vedo l’ora che guardiate questa serie e speriamo nella seconda stagione, perché è stato un set particolare e divertente».
Il regista Francesco Vicario, commenta con entusiasmo la sua esperienza, raccontando le sue considerazioni sui due protagonisti. «Per me è stata un’esperienza molto divertente. Vedere questa coppia nascere, crearsi e prendere forma, con le caratteristiche di questi due personaggi, è stata una grande soddisfazione. Francesca la conosco da 13 anni e credo sia una delle poche ad essere molto buffa, credo sia una delle più grandi smorfiste che io conosca. Lei è un’attrice che è maturata tanto in questi anni. È capace di farci ridere, ma anche di farci commuovere. Can invece mi ha sorpreso. Ricordo che veniva sul set con 10 pagine a memoria e mai un foglio in mano, tutto a memoria. Questa è una serie che ha pochi personaggi, quindi il lavoro più duro è stato quello di loro due. Can si è impegnato tanto. Ho visto pochi colleghi, anche nostrani a lavorare in questo modo, soprattutto perché ha dovuto recitare in un’altra lingua. Quindi è stato doppiamente bravo».
Il Produttore Luca Bernabei racconta: «Questa serie è tratta dal libro di Simona Tanzini dal titolo “Conosci l’estate?”. Ci tengo particolarmente a dire questa cosa perché questa serie parla della Sicilia e di Palermo. Ecco perché abbiamo scelto Francesca Chillemi e Can Yaman, che in qualche maniera rappresenta quel mediterraneo che abbiamo messo tanto in questo progetto. Nel romanzo della Tanzini c’è una Palermo struggente, ed è proprio così che è questa città. Palermo è stata violentata da noi che abbiamo raccontato tanto la mafia. Palermo non è più la mafia, ma tanto, tanto di più. Chi vedrà questa serie televisiva, lo apprezzerà. Abbiamo cercato una Palermo meravigliosa. L’intento era quello di realizzare una storia tenera, che ci facesse sognare. Sicuramente i telespettatori che guarderanno Viola come il mare, ameranno la forza, l’energia e l’entusiasmo di Francesca e Can. Tutti e due sono molto simpatici e molto autoironici. Nel raccontare le nostre storie cerchiamo sempre di narrare qualcosa di profondo, parlando di sentimenti, della vita di tutti noi. Io credo che questa serie parlerà a ciascuno delle persone che la vedranno e soprattutto farà sorridere con delle belle storie, facendo rimanere le persone attaccate al televisore».