Venerdì 13 novembre continua il progetto Campanian Dance Road firmato da Gabriella Stazio di Movimento Danza con il sostegno della e Regione Campania ed in partenariato con la Fondazione Pomigliano Jazz. Una giornata intensa che comincia alle 12 dall’Isis “Enrico De Nicola” e termina alle 17 al Museo Archeologico Nazionale di Napoli.
Un progetto che prevede la creazione di 5 itinerari, uno per ogni capoluogo di provincia della Campania, capaci di riunire e valorizzare poli culturali, turistici e museali sia tra quelli più rinomati, sia tra quelli al di fuori dei normali circuiti.
Napoli è la terza tappa di questo “Grand Tour”, che arriva dopo il Centro Storico di Benevento, il Belvedere di San Leucio ed il Centro Storico di Caserta.
Il progetto vuol far scoprire al pubblico la città e contemporaneamente fargli vivere la preparazione di un evento site-specific. Sul bus si ritrovano tutti: spettatori, artisti, danzatori, coreografi, musicisti, videomakers, fotografi, giornalisti. Il backstage avviene a bordo sotto gli occhi di tutti, all’arrivo si assiste alla performance assolutamente innovativa e creata appositamente. Chiaramente si può anche decidere di vedere soltanto la performance all’arrivo o di seguire il pullman con la propria auto. Ma per chi vuol vivere l’esperienza completa l’appuntamento è al punto di ritrovo.
La performance vede impegnati musicisti e danzatori.
La band composta da Pasquale Laino, Pietro Tonolo, Mario Raja, Rossano Emili, tutti componenti del quartetto Arundo Donax, musicisti di estrazione “colta”, capaci di intersecare la musica classica con le maglie destrutturate del jazz, con alcuni brani del proprio repertorio, diventa la colonna sonora della coreografia originale creata per il progetto da Gabriella Stazio, ed eseguita da Movimento Danza Squad, compagnia composta da Valeria D’ Antonio, Emanuele Esposito, Federica Massaro, Arturo Minutillo, Francesca Pascazio, Simona Perrella, Lia Zade Gusein.
La coreografia si ispira alle performances site –specific nate negli Stati Uniti intorno agli anni ’70. Un periodo in cui la sperimentazione era fortemente sentita. E’ suddivisa in tre strutture separate tra di loro ed allo stesso tempo è legate da un unico concept performativo. Struttura, casualità, sorpresa, integrazione, libertà si susseguono ininterrottamente in una spirale in cui la creatività insegue se stessa. La scelta di far partire il tour dall’ISIS Enrico De Nicola è dovuta al fatto che in ogni tappa si vuole coinvolgere un pubblico giovane. Appassionare i giovani alla danza e alla musica oggi significa avere un pubblico attento domani. La scelta di realizzare la performance al Museo Archeologico di Napoli è invece dettata dalla convinzione che le sale dell’Archeologico siano perfette per accogliere una coreografia di questo genere. Tant’è che non è la prima volta che Gabriella Stazio mette in scena uno spettacolo in quel Museo.
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