Noti in Liguria come la più grande e divertente band dialettale degli ultimi 20 anni, I Buio Pesto, dal 1995 ad oggi hanno raccolto notevoli consensi, vendendo 100 mila dischi e tenendo più di 900 concerti. Il gruppo è molto apprezzato per la sua attività filantropica, infatti è stato insignito della Medaglia del Presidente della Repubblica per l’impegno sociale. I Buio Pesto sono Massimo Morini (voce e tastiere), Gianni Casella (voce), Federica Saba (voce), Giorgia Vassallo (voce), Nino Cancilla (basso), Massimo Bosso (cori), il quale è anche produttore e autore dei testi. Il loro ultimo singolo si intitola “Giovane Vecchia Italia”, pubblicato da Rusty Records e distribuito da Believe Digital. Il brano è una cover della celebre hit di Billy Joel, un elenco proprio come l’originale, realizzata con la supervisione di Rocco Tanica ed è dedicata alla memoria delle vittime del crollo del Ponte Morandi. Per conoscere meglio la realtà musicale dei Buio Pesto abbiamo intervistato il leader del gruppo Massimo Morini, che tra l’altro è conosciuto come Direttore d’Orchestra e Direttore Tecnico del Festival di Sanremo con il record assoluto di presenze di 28 edizioni consecutive. Inoltre ha scritto, diretto e interpretato 5 film, tra questi l’ultimo progetto filmico dal titolo “The President’s Staff”, ha ricevuto i complimenti dell’ex Presidente degli Stati Uniti, Barack Obama.
“Giovane vecchia Italia”, la cover di Billy Joel riproposta con fatti, avvenimenti, tragedie, personaggi storici, artisti, sportivi e televisivi che hanno fatto la storia Italiana.
«L’idea è venuta a Rocco Tanica di Elio e le Storie Teste, con cui divido una grande amicizia e tante collaborazioni. Noi proponiamo diverse canzoni sottoforma di elenco, come per esempio la canzone “Verde” che elenca tutte le cose che sono verdi. In riferimento al nostro stile, Rocco ci propone la canzone di Billy Joel “We Didn’t Start The Fire”, un brano che contiene tutti gli avvenimenti e i personaggi più importanti degli Stati Uniti raggruppati per anno, intervallati da un trascinante ed indimenticabile ritornello, dal 1949 (anno della sua nascita) al 1989 (anno della pubblicazione della canzone). Dopo averla ascoltata, abbiamo deciso così di riproporla, raccontando l’Italia. È stato un lavoro durissimo, intensissimo, in cui abbiamo inserito cantanti attori, sportivi, stilisti, personaggi televisivi, scienziati, storici, scrittori, non tralasciando le grandi pagine nere della storia italiana. Abbiamo confezionato una canzone dalla durata di 4 minuti e mezzo ed un videoclip fatto di fotografie che sono didascaliche, ad ogni parola corrisponde un’immagine diversa. Chiunque lo guarda rimane scioccato perché in quattro minuti e mezzo fai un viaggio nel tempo di tutto quello che è successo in Italia, sia di bello che di brutto».
A questo brano seguirà un album?
«Per la verità non è previsto. Questo perché abbiamo una doppia vita ligure che prevede la pubblicazione di album di produzioni nostre e di cover. Quando ci proponiamo al mercato italiano lo facciamo attraverso i singoli. Ci viene un’idea forte e la pubblichiamo in tutta Italia. Il nostro scopo è quello di far capire che esiste una realtà importante in Liguria, sia a livello musicale che a livello di popolarità. In futuro si potrebbe anche pensare ad una raccolta, ma al momento vogliamo semplicemente uscire dai nostri confini e far sì che il nostro nome sia conosciuto anche nel resto d’Italia».
I Buoi Pesto sono considerati la più grande e divertente band ligure degli ultimi 20 anni. Avete venduto 100 mila dischi, tenuto più di 900 concerti. Qual è la vostra forza?
«La nostra forza sta nel fatto che i liguri hanno sempre avuto una vena dialettale molto divertente e anche molto scanzonata. I più grandi comici italiani sono liguri, parliamo di Beppe Grillo quando non faceva il politico, Antonio Ricci che ha fondato Striscia la notizia, Paolo Villaggio. La musica degli anni ’70 era rappresentata da molti cantautori liguri come Tenco, De Andrè, Ricchi e Poveri, Lauzi, New Trolls, Baccini, Paoli. Tutti quanti, a parte Tenco, hanno sempre proposto qualcosa in dialetto ligure, magari in modo scanzonato, perché fa parte della nostra cultura. Il Gabibbo, ad esempio, incarna bene la nostra realtà. Il dialetto ligure fa subito simpatia. Il nostro repertorio ha funzionato da subito e ci ha avvicinato alla popolazione».
Il vostro nome è legato a diversi eventi di beneficenza, siete stati insigniti della Medaglia del Presidente della Repubblica per l’impegno sociale e lo scorso novembre avete partecipato ad un evento dedicato alla memoria delle vittime del crollo del ponte Morandi…
«Dedicare parte dei nostri impegni ad iniziative benefiche è una cosa che abbiamo deciso da ragazzi. Ci eravamo promessi che se avessimo raggiunto un minimo di popolarità, parte del nostro lavoro sarebbe stata investito nel sociale e nella solidarietà. Ogni anno abbiamo sempre associato il concerto di fine tour ad un evento di beneficenza. Solitamente i nostri concerti sono ad ingresso gratuito, per l’occasione stabiliamo un costo di un biglietto e l’intero incasso lo devolviamo in beneficenza. Nella fattispecie portiamo avanti un progetto che si chiama Ambulanza verde, dove contribuiamo ad acquistare e donare mezzi di soccorso, attrezzature mediche. Appena successa la tragedia del Ponte Morandi, già dal giorno dopo siamo stati contattati dal Comune e Regione per organizzare un evento benefico e ci siamo da subito messi a lavoro per il concerto che si è tenuto l’11 novembre, i cui ricavi sono stati devoluti alla Croce Rossa di Genova. In Liguria la solidarietà è sempre molto alta. Oltre al nostro concerto sono state organizzati tantissimi eventi e iniziative per raccogliere fondi».
Direttore d’Orchestra e Direttore Tecnico al Festival di Sanremo con il record assoluto di 28 edizioni consecutive, in cui hai vinto 7 volte con Luca Barbarossa, Alexia, Marco Masini, Tony Maiello, Roberto Vecchioni, Emma, Antonio Maggio.
«Ho iniziato come direttore tecnico, poi sono diventato Direttore d’Orchestra, sono quello che ne ha fatti più di tutti ed è stato anche grazie al Festival che io ho potuto convincere molti grandi artisti a partecipare ai nostri dischi, ai nostri live, ai nostri film. Con noi hanno duettato moltissimi artisti che il Festival di Sanremo l’hanno vinto, come Marco Masini, Povia, Cristicchi, Enrico Ruggeri. Ne farò ancora di festival perché voglio cercare di mantenere questo record di presenza consecutive, ma soprattutto il nostro scopo ovviamente è quello in futuro di portare i Buio Pesto a Sanremo, anche perché credo sia un po’ assurdo che io sia il più grande veterano del festival e che non riesca a portarci me. Sono quattro anni che proponiamo la stessa canzone, perché nella vita bisogna essere umili e obiettivi da capire i propri limiti. Una canzone come quella che abbiamo proposto non ci sarà mai più, perché è un’idea folgorante e non ce la vogliamo giocare male. Quindi continueremo a proporla, speriamo prima o poi di farcela. Al momento autorizzo i miei soci a pubblicarla solo alla mia morte».
Nuovi progetti per il cinema?
«Abbiamo un nuovo progetto di un film nel 2019. Non abbiamo ancora un titolo definitivo, ma sarà una commedia di fantascienza, divertente, con grandi personaggi. Speriamo di approdare nuovamente in televisione anche con questo lavoro. Ovviamente i nostri non sono film musicali, ma è sempre presente la nostra musica come colonna sonora e credo sia un buon gancio per poterla proporre».