Brunori Sas torna con il quarto album di inediti “A casa tutto bene”, in uscita il 20 gennaio per la sua Picicca Dischi, disponibile nei negozi e su tutte le piattaforme digitali. Il disco (registrato nella casa padronale di una vecchia masseria del 1100 e prodotto artisticamente da Taketo Gohara) è musicalmente più complesso e stratificato, e si muove metaforicamente sulla tratta aerea Lamezia – Milano, quella che Brunori ha percorso spesso durante la stesura dei brani.
Il mood risente così dell’influsso più ancestrale e sanguigno dei ritmi della Calabria, così come dei suoni più freddi e sintetici della metropoli. Largo quindi alla mandole del ‘700 mischiate ai sintetizzatori, e alle tessiture orchestrali che si fondono con i loop e le drum machine. Il risultato è un quadro sonoro di grande coralità, in costante equilibrio tra due mondi apparentemente vicini ma molto lontani. «Scrivere eleganti ballate sentimentali o ironici ritratti popolari – racconta Brunori – in questo momento storico, mi sembrava troppo comodo e forse poco onesto”.
Le narrazioni sono spesso in forma di dialogo o composte da espressioni prese in prestito dalla rabbia omofoba dei social, dai locali dei Navigli o dai pub della provincia, dai tassisti romani, dalle vecchiette in sala d’attesa o dalle discussioni alle cene coi parenti. I temi ricorrenti sono quelli dello spaesamento della generazione di mezzo, cresciuta con i grandi valori dei nonni e destinata a cercare una sua dimensione in assenza di riferimenti. Canzoni che hanno a che fare con la necessità di affrontare le paure quotidiane e con la naturale e pericolosa tendenza dell’uomo contemporaneo a cercare riparo nella comfort zone casalinga, che spesso gli fa ignorare quello che accade fuori.
«Volevo fare un disco maturo – continua Brunori – un disco forte, che si occupasse del presente, delle brutture, vere o immaginarie, che ci vengono propinate ogni giorno. Volevo farlo con un piglio serio e sobrio, ma senza risultare reazionario o moralista. Volevo sforzarmi di comprenderla, questa realtà spaventosa, senza cadere nella tentazione di alzare nuovi muri, di delimitare ancor di più il confine fra me e ciò che vedo come altro da me. Ho pensato molto all’azione, al fatto che dobbiamo prenderci le nostre responsabilità. Ho quasi quarant’anni, sono cresciuto con i valori dei miei nonni e mi ritrovo a gestire gli hashtag su Instagram. A dirla tutta ero anche un po’ stanco di adagiarmi sulla ballata elegante e romantica, sulla storia d’amore privata e soprattutto di buttarla sempre a ridere, di adagiarmi sul tono brillante, sull’invettiva all’acqua di rose. Volevo che queste fossero canzoni di cuore e non di testa, se mi passate la metafora scontata. Anche per questo motivo nella scrittura ho giocato poco con le parole, cercando di adottare un linguaggio più diretto e spiccio, talvolta volutamente colorito, cercando di tradurre in canzone le sollecita zioni che mi arrivavano dal mondo esterno, rubacchiando e imitando i discorsi fra signore nella sala d’attesa di un medico, i comizi fascisti di un tassista romano, la rabbia sprezzante di un ragazzino ubriaco in un club di provincia, i commenti populisti, razzisti e omofobi che ogni giorno appaiono sui social, ma che spesso trapelano anche dalle discussioni con familiari e vecchi amici. Ho voluto e dovuto necessariamente calarmi nei panni di un’umanità che istintivamente tendo a etichettare come “altro da me”. Il risultato interessante, in questa sorta di inchiesta in forma canzone, è che mi sono invece trovato spesso a sorprendermi di come quel linguaggio mi fosse familiare, di come quei pensieri venissero fuori in modo così spontaneo, rapido, veloce. Di come, insomma, fosse più importante parlare “del mostro in me, più che del mostro in sé”. Ci sono riuscito? A dire il vero non so. Però sono felice del risultato finale.
Un disco con poche risposte e tante domande. Dal 30 gennaio inizierà una serie di incontri con gli studenti degli atenei italiani d l titolo “All’università tutto bene”. Il 30 gennaio Brunori sarà appunto all’Università di Siena, l’1 febbraio all’Università di Cassino, il 2 febbraio all’Università di Ancona, il 3 febbraio all’Università di Camerino, il 6 febbraio all’Università di Cosenza e il 14 marzo all’Università di Padova. Il 24 febbraio invece, partirà da Udine “A casa tutto bene Tour” nei clube nei teatri di tutta Italia. Uno spettacolo che porterà sul palco il nuovo impianto sonoro di questo nuovo disco, senza però tralasciare i brani stori ci del cantautore.
Dal 24 febbraio 2017 prende il via il suo nuovo tour dal Pala Mostre di Udine. Il 25 prosegue all’Estragon di Bologna, il 2 marzo all’Alcatraz di Milano, il 3 marzo al New Age di Treviso, il 9 marzo al Teatro Concordia di Torino, il 16 marzo al Teatro Verdi di Cesena, il 17 marzo all’Obihall di Firenze, il 18 marzo alla Casa della Musica di Napoli, il 24 marzo al Container di Grottammare AP, il 25 marzo all’Afterlife di Perugia, il 31 marzo al Demodè di Bari, l’1 aprile all’Atlantico di Roma, il 6 aprile al Teatro Santa Cecilia di Palermo, l’8 aprile al MA di Catania, il 24 aprile al Supernova Festival di Genova.