Napoli: munnezza, violenza e camorra. Per fortuna ci viene in soccorso la storia che ci restituisce la vera identità della città, quella che fece guadagnare a Napoli la medaglia d’oro quando i napoletani in quattro giornate, dal 28 settembre al 1° ottobre del 1943, cacciarono quasi a mani nude gli oppressori tedeschi, l’esercito più organizzato al mondo. Quelle giornate, “Le quattro giornate di Napoli”, sono state raccontate in maniera superlativa nel film di Nanni Loy dall’omonimo titolo. Nel film il regista ha risolto brillantemente il rapporto cinema e storia: spesso la realtà per essere raccontata,e più ancora per essere documentata, ha bisogno della finzione, soprattutto perché per alcuni momenti storici non esiste una grande documentazione ed allora un film come quello del grande maestro Loy diventa una fonte formidabile. Per molte persone questa pagina fondamentale della nostra città rivive proprio grazie al film, in quanto hanno introiettato quella realtà proprio nei termini in cui è stata trattata e reinventata nella pellicola.
Il regista Arnaldo Delehave, allievo e giovanissimo ‘assistente’ di Nanni Loy per “Le quattro giornate di Napoli” e per altri film, ha presentato il suo progetto “Bruciate la città” un omaggio al suo maestro e una nuova occasione per ricordare quel momento in cui il popolo napoletano “decise di decidere – come assersice lo storico Guido D’Agostino – da che parte stare e quasi istintivamente decise di stare dalla parte giusta”. Il film, che uscirà prima in forma di cortometraggio della durata di 20 minuti, è la storia di una famiglia che per puro caso si trova, con la propria abirazione, al centro delle “Quattro giornate” di Napoli. La famiglia è composta da cinque persone e da alcuni rifugiati politici. Tutto inizia la sera del 28 settembre quando cominciano i diktat tedeschi che provocarono la reazione dei napoletani. La casa “do’ professore”, come era chiamato il capofamiglia e capitano eroe della guerra del ’15-’18, inizia a diventare il punto di riferimento di una parte dei rivoltosi napoletani.
“Mi premeva – ha dichiarato Delehave – ricostruire e restituire allo spettatore i modi di fare resistenza in quei giorni, così differenti da quartiere a quartiere. Vorrei realizzare cinque pellicole per raccontare i fatti e “Bruciate la città” è la prima della serie”.
Le riprese del film sono cominciate ai primi di novembre; il nutrito cast è formato da importanti attori del panorama napoletano e nazionale: Renato Carpentieri, Corrado Taranto, Patrizio Rispo, Nunzia Schiano, Mario Porfito, Massimo Masiello, Sergio Savastano ed altri. La fotografia è curata da Ettore Zito e Gianni Luciano, la sceneggiatura è di Arnaldo Delehave e Francesco Davide, le musiche sono a cura di Tony Iglio e Antonello Guetta. Gli interni saranno girati in Palazzo Acquaviva.
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