Torna Braccialetti Rossi, su Raiuno da domenica 15 febbraio, coproduzione Rai Fiction e Palomar, produttore Carlo Degli Esposti, regista Giacomo Campiotti che ha scritto la sceneggiatura con Sandro Petraglia. «Braccialetti Rossi è una serie di giovani fatta dai giovani. Ha semplicmente svecchiato il pubblico di Rai 1 di sette anni – sostiene Eleonora Andreatta direttore di Rai Fiction – perché mette in scena i ragazzi di ogni giorno e propone un modello di gruppo che risponde alla vita reale».
Può una fiction ambientata in ospedale, tra ragazzini malati, dolore e sofferenza, piacere tanto da diventare un fenomeno? Può se a rimanerne incantati e a fare da traino sono proprio i coetanei dei protagonisti. È un’epopea della crescita, Un domino del bene, di amicizia, di amore, di solidarietà in uno scontro continuo tra la vita e la morte. «In questa serie interverranno nuove dinamiche e personaggi. Costa fatica mantenere quello che si è raggiunto, la strada è dura e ci si può perdere senza l’aiuto degli amici». Un successo che ha lasciato sbalorditi gli adulti, spettatori refrattari, intristiti dalla tematica a differenza dei figli. «Questo ci ha colpito – dice Campiotti – che siano stati proprio i giovanissimi a capire. La qualità del consenso ci ha inorgoglito».
Dall’ ultima volta che li abbiamo visti, i Braccialetti Rossi sono cresciuti un po’, Qualcuno è uscito dall’ ospedale, altri stanno per farlo, ma il gruppo ha perso i colpi, si è sfaldato e ci vorrebeb un miracolo per farli tornare insieme. E così proprio come in una favola, ricompare accanto a loro Davide. Leo pensa che la sua storia con Cris non potrà reggere a questa nuova prova. E allora sceglie per tutti e due. Vale, preso dalle difficoltà del mondo di fuori, sta vivendo i giorni faticosi del suo rientro a scuola e dei Braccialetti non vuole più saperne, non risponde ai messaggi di Leo, non apre la porta di casa se Toni lo viene a cercare, e rifiuta perfino le normali visite di controllo in ospedale. Queste e tante altre vicende all ‘interno di Braccialetti Rossi 2.
Nicola Sinisi, direttore di Radio Rai dice: «Come vedete anche io ho i Braccialetti rossi. Questa serie è un evento unico nel suo genere. Anche io ho un passato in una clinica e vi assicuro che è un’ esperienza da non augurare a nessuno, ma forse il tempo, in compagnia, può passare molto meglio, anche con le sofferenze, anche con problemi forse irrisolvibili. Grazie di cuore a tutti coloro che hanno reso possibile questo grande film.»
Carlo Degli Esposti della Palomar ha dichiarato in merito alla serie televisiva: «questo film andava assolutamente prodotto, finanziato, dopo aver visto che la sceneggiatura era praticamente perfetta.Una ragazzina mi ha scritto e ha detto che da bambina sognava di esser presa da un principe azzurro biondo e alto, mentre ora il suo fidanzato è un ragazzo pelato e a cui manca una gamba. Dopo questi ultimi venti anni, in cui la bellezza ha avuto delle deviazioni molto grosse, oggi il pubblico si identifica con questi personaggi con una bellezza vera, una bellezza originale.»
Giacomo Campiotti: «Nell’ ospedale ci dicono che tante cose sono cambiate. Più persone vanno a trovare i malati, i corridoi sono più liberi, i ragazzi così possono incontrarsi e conoscersi. Anche per coloro che fanno volontariato, sono molto di più e tutti cercano e si interessano di volontariato per i bisognosi. Tutti parlano, si aiutano a vicenda, si cercano. Qualcuno dice che questa è una storia triste, ma in realtà è la vita stessa. Gli adulti non riescono a fare il loro mestiere, perche arrivavano i ragazzi in classe che volevano parlare di Braccialetti Rossi. Questo è un paese in cui il malato sparisce, non lo si vuole vedere. Grande errore.»
Lorenzo Guidi nel ruolo di Rocco: «Insieme a Tony insieme a tutti gli altri ragazzi, ne combineranno di tutti i colori. Rocco si sveglia dopo otto mesi. È molto legato ai braccialetti e anche quando è guarito, non vuole uscire dall’ospedale.»
Angela Curri nel ruolo di Bea: «Bea è una ragazza che dopo un incidente si ritroverà in ospedale in coma. Per fortuna c’è Rocco che mi tiene compagnia e i miei genitori.»
Carmine Buschini nel ruolo di Leo: «Noi conosciamo Leo come l’ abbiamo visto nella prima serie, mentre in questa seconda, subirà un rovesciamento del suo carattere dovuto ancora una volta alla lotta con la sua malattia. L’ avvicinamento del gruppo di Braccialetti, lo aiuteranno molto.»
Aurora Ruffino, nel ruolo di Cris, ci parla del suo personaggio, della sua esperienza sul set di Braccialetti Rossi e di tutto quello che questa serie, tanto amata ed apprezzata dai giovani e non, è riuscita a trasmettere a se stessa e agli altri.
«Rivediamo Cris all’inizio come l’abbiamo lasciata, guarita, felice e innamorata sempre di Leo. Le toccherà affrontare dei momenti complicati, difficili, e cercherà di venirne fuori.
È stato un anno importante, non tanto per il successo che ha avuto la serie e questo è ovvio, ma è stato belle vedere come le persone hanno reagito e come hanno accolto la fiction. È stato magnifico ricevere tantissimi messaggi di ragazzi giovanissimi, che stanno affrontando in prima persona questi momenti di difficoltà.
Loro ringraziano noi e questo è incredibile, perché in qualche modo sono riusciti ad immedesimarsi e hanno deciso di affrontare le loro difficoltà e combatterle con coraggio.
Ripeto, leggere questi messaggi è fantastico. Un ragazzo una volta ha detto che a scuola non era più considerato diverso; era malato ma tutti lo accoglievano, era diventato l’eroe, il leader della classe, quindi l’eroe non è più il bello, il figo della scuola, ma in questo caso l’eroe è proprio un ragazzo malato, che ce la mette tutta per superare il dolore. Braccialetti Rossi accoglie il dolore. Per me è stato un insegnamento meraviglioso. Pensare che la sofferenza bisogna accoglierla e trasformarla in qualcosa di diverso. Il dolore diventa gioia e felicità per tutti.»