Bleeding Skies è il titolo del nuovo singolo dei Downflyers, il brano che anticipa l’uscita di Frequency, il nuovo album della rock band bresciana. Melodie ricercate compongono il concept di un lavoro dal respiro elettronico, che imprime contenuti che spaziano tra inquietudine, confusione ed un senso di smarrimento totale. Fino ad arrivare alla pace interiore, raggiungibile solo quando si accoglie la consapevolezza, da ricercare intimamente in se stessi. Bleeding Skies è tratteggiato da un videoclip girato in una villa di metà ottocento, da Andrea Bignami, in cui viene comunicata ognuna di queste sensazioni. Il momento in cui la battaglia del suono verso il silenzio entra nel vivo. La rock band di Brescia composta da Fede (chitarra e voce), Luca (batteria), Matteo (basso e voce), Michele (chitarra/elettronica) è approdata nel 2010 su numerosi palchi della provincia di Brescia. Nel 2011 l’Ep di debutto Nice to meet you. Un lavoro dalle sonorità tipicamente punk-rock. Si darà seguito nel 2013 con il singolo The night we left the world outside. Nel 2015 sarà la volta di Loves & Curses contenente il singolo Hold on. La band alternative rock segue un percorso di bella maturità, in cui le energie si sono consolidate fino all’uscita del primo LP, Frequency disponibile dal 28 aprile in cd e digitale. Noi ne abbiamo conosciuto lo spirito, in una dinamica chiacchierata.
Downflyers. Partiamo dallo pseudonimo che rappresenta la vostra formazione musicale. Come nasce?
«“Abbassare le ali” e “volare basso” sono sinonimo di umiltà e noi abbiamo voluto internazionalizzare l’espressione. Prima ancora di lavorare sulla nostra identità musicale, è stato quello l’obiettivo che ci siamo preposti. Non perdere mai la testa, senza montarcela qualsiasi cosa sarebbe accaduta. Non siamo mai stati fan di quelle band (famose o meno) che “se la tirano”. Per quanto la nostra musica possa evolversi e diventare sempre più matura, in cuor nostro resteremo sempre orgogliosamente quei giovani che hanno cominciato ascoltando i Blink-182 in cameretta».
Le regole ed il conformismo sono contestati dalla ribellione delle battaglie, dalle passioni e dal cuore. Una bella rappresentazione del vostro “mood”.
«Uno dei temi di “Frequency” è proprio quello dei contrasti (Silenzio e Suono, Ragione e Sentimento, Regole e Libertà). Scrivendolo ci siamo resi conto di quanto le nostre passioni fossero lo strumento fondamentale per affermare se stessi come individui, ma al tempo stesso anche per aggregarsi e creare legami. Nel nostro caso la passione comune è ovviamente la musica e nel concept l’abbiamo voluta personificare in Queen. Al tempo stesso l’amore del protagonista, la “chiave” che lo libera dalla sua prigionia e colei che può portare la pace tra le due fazioni. Un altro modo di vedere il concept è quello di una grande dichiarazione d’amore alla musica».
Come è cresciuto il trasporto musicale e di unione?
«Ognuno di noi ha avuto sia influenze comuni (Blink-182, Linkin Park, Fall Out Boy,My Chemical Romance) che molto diverse (Guns n’Roses, Ska-P, Foo Fighters, Macklemore). Ciascuno degli artisti che ascoltiamo arricchisce il bagaglio da cui più o meno volontariamente attingiamo nella stesura dei pezzi e ci permette di variare e di continuare ad evolverci. Trovare “nuove scoperte” è per noi quasi una competizione e al tempo stesso, ci permette di spingere sempre un po’ più in là le nostre vedute. L’unione tra noi è invece coltivata da un contatto quasi costante sia in saletta che fuori, un rapporto fraterno che rappresenta senza dubbio le fondamenta della band».
Arriviamo a Bleeding Skies, il singolo manifesto dell’album in uscita Frequency. I toni rock sono già presenti nei suoni del titolo
«La scelta del singolo è stata ardua, tutte le tracce dell’album ci piacciono davvero molto per motivi diversi. Sebbene questo ci abbia messo in difficoltà, la spinta emotiva e strumentale di Bleeding Skies ci ha tolto ogni dubbio. È una traccia molto varia, basilarmente ma non puramente “rock”, composta da elementi in grado a nostro parere di arrivare un pubblico più ampio (chitarre pesanti, una seconda strofa molto armonica, l’elettronica di contorno, un bridge “coinvolgente”)».
Nice to meet you e Loves & Curses sono i titoli dei precedenti EP. Oggi siete in dirittura con Frequency. C’è un comune denominatore riconoscibile nei tre lavori?
«L’anima punk/rock che ha fomentato le nostre origini è sempre presente nei nostri lavori in maniera più o meno velata. I tre lavori rappresentano degli spaccati piuttosto precisi delle nostre vite private e musicali nei periodi in cui li abbiamo composti e per questo suonano comunque differenti tra loro. Tra un lavoro e l’altro traspare tutta la nostra voglia di cercare sempre qualcosa di nuovo, per non annoiare ed annoiarci».
Quanto siete soddisfatti del cammino musicale che state percorrendo?
«Moltissimo, Frequency è letteralmente la realizzazione di un sogno. Il completamento di un percorso che ci ha permesso di avvicinarci (e perché no, migliorarci) a livello personale e di espandere il nostro universo musicale. Avere una voglia matta di ascoltare e di fare ascoltare il nostro lavoro, non vedere l’ora di suonarlo dal vivo nei più disparati contesti ci da la convinzione di essere sulla strada giusta. Siamo sicuri che chiunque riesca a cogliere il nostro entusiasmo ne resterà sicuramente influenzato».
È previsto un calendario di eventi, di presentazione del nuovo album?
«Oltre al release party del 28 aprile (presso il Vinyl music club a Orzinuovi – Brescia) abbiamo una data al Gasoline di Castegnato (Brescia) il 24 maggio. Altre in via di definizione saranno comunicate appena possibile. Piccola anticipazione: per la prima volta sperimenteremo anche set acustici».