Le proteste contro la violenza della polizia negli Stati Uniti continuano: con il “caso George Floyd”, il 46enne afroamericano morto soffocato una settimana fa dopo che un agente di polizia di Minneapolis, Derek Chauvin, lo ha tenuto steso a terra con il ginocchio sul collo, è esploso un vero e proprio movimento di rivolta anti-razzista.
Con queste proteste è tornato anche uno slogan utilizzato già in passato: #BlackLivesMatter, nato nel 2013, in seguito all’assoluzione di George Zimmerman che aveva ucciso a colpi d’arma da fuoco un 17enne afroamericano. E dunque viene spontaneo chiedersi come è possibile educare noi stessi e chi ci sta intorno al rispetto delle vite umane? Forse si potrebbe iniziare da ciò che ci riesce più naturale: imparare ad empatizzare con coloro che vivono costantemente nel terrore e nella discriminazione. Empatizzare? E come? I film o le serie tv potrebbero essere un buon mezzo educativo, soprattutto se si pensa a quelle che hanno affrontato e affrontano coraggiosamente uno dei temi più attuali: il razzismo.
Tra i tanti titoli disponibili sulle piattaforme di streaming, uno spunto di riflessione potrebbe essere “When they see us” disponibile su Netflix. Uscita un anno fa, la serie rimane tutt’oggi un prodotto molto attuale che merita di essere rivisto. La miniserie di Ava DuVernay racconta la vera storia dei cinque ragazzi di colore che sono stati ingiustamente condannati per lo stupro di una donna bianca nel 1989. Attraverso quattro puntate, il dramma di Netflix illustra in modo nauseabondo come la polizia ha costretto Antron McCray, Yusef Salaam, Korey Wise, Raymond Santana e Kevin Richardson a fornire false dichiarazioni, mostrando l’effetto devastante che queste convinzioni hanno avuto sulla vita degli adolescenti. Gli eventi di questa serie possono essere scioccanti per alcuni, ma la loro storia non è una novità per gli uomini e le donne di colore che, sfortunatamente, hanno abbastanza familiarità con la polizia che abusa della loro autorità come mezzo per raggiungere uno scopo.
Per cui, in un momento come questo dove il razzismo, l’antisemitismo e la xenofobia dilagano, è importante rieducare,soprattutto le nuove generazioni, e mettere in pratica la non discriminazione. Persistono ancora troppi ostacoli per pensare ad un mondo davvero libero, ma non bisogna fermarsi: basta solo ricordare che siamo tutti uguali e godiamo degli stessi diritti, il colore della pelle non importa.