Simpatia, smorfie, comicità. Si potrebbe definire con queste tre parole Biagio Izzo, attore, cabarettista e comico napoletano che, solo a vederlo, ti coinvolge in una risata spensierata. È passata una vita da quando, su emittenti televisive locali, si esibiva con il personaggio di Bibì in coppia con Cocò. Lontanissimi sono i tempi in cui le sue esibizioni rallegravano matrimoni e sagre. Nei primi anni 2000 arriva la popolarità a livello nazionale grazie alle sue interpretazioni nei film di Natale con Boldi e De Sica: Body Guards – Guardie del corpo (2000), Merry Christmas (2001), Natale sul Nilo (2002), Natale in India (2003). Da allora inizia al successo per Biagio Izzo. Successivamente si aprono le porte di programmi nazionali, da “Buona Domenica” a “Stasera mi butto”, da “Attenti a quei due – La sfida” al programma “Si può fare!”. Attualmente impegnato a Teatro con “L’amico del cuore”, Biagio Izzo ricopre anche il ruolo di direttore Artistico del Teatro Cilea di Napoli. Incontriamo Biagio Izzo che ci svela le sue emozioni e i suoi progetti futuri.
Direttore Artistico del Teatro Cilea di Napoli. Come nasce questa esperienza e quali sono i risultati?
«È una bella prova, ma anche una bella sfida! Una grande responsabilità. Ringrazio il Dott. Antonio Visco che mi ha dato questa possibilità. Ti confesso che l’idea di creare qualcosa a Napoli era già nei miei progetti, quindi, riuscire ad avere un teatro che fosse un po’ “casa mia” è stato un sogno che si realizza. Davanti a questa proposta sono stato felicissimo, ma capisco anche le difficoltà che ci sono, le responsabilità che derivano da un teatro che doveva rinascere. Abbiamo azzerato e cambiato un po’ tutto. Una bella sfida che però ci sta dando molte soddisfazioni.»
Da Michele Placido a Nino D’Angelo, da Gigi Proietti a Ricky Tognazzi. Un bel cartellone!
«Abbiamo stilato davvero un bel cartellone! La gente è contenta e ne siamo felici. Per questa direzione, mi sono affidato molto ai miei amici artisti ed ho chiamato ad esibirsi delle persone a cui voglio molto bene: da Gigi Proietti a Ricky Tognazzi. E questo ha portato ad avere grandi nomi che qui non c’erano mai stati.»
Attualmente sei impegnato, anche come attore, con la trasposizione teatrale de “L’amico del cuore” di Salemme.
«L’idea di portare a teatro questo testo, nasce proprio da Vincenzo Salemme che mi chiama e mi propone questo lavoro. Per me, figurati, una gioia immensa. L’amico del cuore è stato il mio primo film come attore ed il suo primo film da regista. Una grande responsabilità, insomma. Mi stanno affidando tutti ruoli di responsabilità e mi mandano in panico! (aggiunge divertito, ndr) Ma Vincenzo mi è stato molto vicino, ne ha curato la regia teatrale, mi ha diretto in maniera straordinaria ed è stato un successo. Lo spettacolo è davvero divertente e stiamo ancora girando l’Italia. Andremo a Trieste e toccheremo tante città del nord. Poi andremo in Sicilia. Insomma, fino a maggio gireremo con questo testo.»
Progetti tuoi, al di là del teatro?
«C’è il cinema che incombe. Con l’arrivo della primavera, ho 2-3 sceneggiature la leggere. Poi ho già girato il film “Come saltano i pesci” che uscirà il 31 marzo e, sono curioso anch’io di vederlo perché è il mio primo film drammatico. Interpreto un ruolo molto serio e faccio piangere.»
Sarà strano per il pubblico, che è abituato a ridere con te, vederti in una veste diversa. Come ti sei preparato per questo ruolo drammatico?
«Mi sono affidato completamente al regista, Alessandro Valori – molto bravo – che mi ha dato delle indicazioni che ho seguito serenamente. Poi dopo ottobre, uscirà Gramigna, un film di Sebastiano Rizzo che rappresenta l’anti Gomorra. Si vedrà il lato bello di queste storie brutte. Un film sociale che spero molti giovani andranno a vedere, perché è un messaggio che deve giungere principalmente a loro.»
Artisticamente sei partito da reti locali, fino ad ottenere il successo di oggi. Cosa ti resta delle tue prime esibizioni?
«Sicuramente il personaggio di Bibì mi è rimasto nel cuore. Io non interpreto Bibì… Io sono Bibì! Mia nonna mi chiamava così. E tutto quello che faccio, parte da lì. È quella la mia vera natura e credo che non ci si debba mai snaturare.»