Biagio Izzo, incanta il pubblico del Teatro Corallo di Torre del Greco mettendo in scena “Come un Cenerentolo” per la regia di Claudio Insegno. Una rivisitazione in chiave moderna della favola di Cenerentola al maschile. Risate dall’inizio alla fine per un pubblico che, visto il mordente di battute ed il susseguirsi di scene comiche e, talvolta, goffe ed inimmaginabili, non ha il tempo di distrarsi e pensare ad altro. Ottima sintonia tra gli attori del cast di Come un Cenerentolo: Sara Zanier, Teresa Del Vecchio, Gino Cogliandro, Samuele Sbrighi, Paolo Bonanni. Buonissima interpretazione di Francesco Procopio, nel ruolo del “Fato”, (inteso un po’ come destino, un po’ come ruolo maschile della fata di Cenerentola!). Ma, assolutamente straordinaria l’interpretazione di Biagio Izzo e Peppe Barra. Un duo artistico dall’intesa strabiliante. Tempi perfetti, scambi di battute precise. Così naturale la loro intesa che, spesso, i due attori pare diano sfogo ad improvvisazioni fuori copione. Due ruoli centrali della fiaba, quelli interpretati da Biagio Izzo e da Peppe Barra. Ovvero del Cenerentolo versione “giorni nostri” per l’ex Bibì, e della carismatica – a tratti perfida arrivista – matrigna per Peppe Barra. Come un Cenerentolo ripercorre le sorti di una storia attuale. Crisi, fallimento, voglia di riscatto. Molte le analogie, ma anche tantissimi colpi di scena rispetto alla fiaba originale di “Cenerentola” della Walt Disney o alla versione maschile de “Il Cenerentolo” scritta da Jerry Lewis, più di mezzo secolo fa. Biagio Izzo, in Come un Cenerentolo, interpreta Federico, figlio naturale di un albergatore già sposato e padre di altri due figli legittimi. L’esistenza di questo nuovo membro di famiglia, si scoprirà solo dopo la morte del capofamiglia attraverso la lettura di un testamento. Il suo arrivo all’albergo, provocherà scompiglio in tutta la famiglia, che lo tiene a distanza. I Carrozza sono una famiglia ricca e Biagio, da venditore abusivo di merce contraffatta, si ritroverà quindi una posizione invidiabile e vorrebbe godersela. Nel frattempo, però, in albergo si sta architettando un piano per risolvere questioni di interessi. Ma si sa, nelle favole il denaro non è tutto e assisteremo sulla scena alla divertente trasformazione del rozzo Cenerentolo in un gentleman dei giorni nostri.
Incontriamo Biagio Izzo che ci svelerà qualche curiosità del suo nuovo spettacolo.
Come un Cenerentolo: come nasce l’idea di scrivere questo spettacolo?
«Per il momento storico che stiamo vivendo, i problemi economici che ci attanagliano, la crisi e tutta queste cose negative, abbiamo pensato di realizzare una favola in modo da pensare che la nostra vita possa avere un lieto fine come tutte le favole. Siamo partiti da questa idea e ci siamo ritrovati con una serie di analogie associate alla favola di Cenerentola. Perché, questa, non è la parodia di Cenerentola! È una storia attuale ambientata in un albergo che ha vissuto dei lustri di agiatezza ma che oggi è sull’orlo del fallimento. Per far fronte alla crisi, i proprietari decidono di “combinare” un matrimonio d’interesse con la figlia di un loro vecchio amico che, si dice, sia ricco. Quest’uomo è arrivato in Italia, dall’America con una giovane figlia, e sarà organizzata una festa per far conoscere i ragazzi.»
E vissero tutti felici e contenti?
«Beh, non proprio! Nel frattempo la storica proprietaria dell’albergo rimane vedova e, alla lettura del testamento, dinanzi al notaio, scopre che il marito defunto aveva avuto un altro figlio fuori del matrimonio. E, proprio come Cenerentola, quando questo “terzo” figlio, si presenta in albergo per conoscere la sua nuova famiglia, succede l’impossibile. Tante analogie. Certo, questa è la favola più famosa del mondo, e tutti sanno dove “va a parare”. E per questo ho voluto aggiungere tanti colpi di scena per stravolgere la situazione. Ovviamente non te li dirò, (aggiunge sorridendo!ndr) perché è giusto che la gente venga a vederli a teatro.»
In scena con te il grande Peppe Barra. Come ti sei orientato in questa scelta?
«Peppe Barra è la matrigna per antonomasia. Era notissimo per la sua Gatta Cenerentola. Tutti lo conoscono. Mi ha regalato la gioia di venire a lavorare con me e ne sono orgoglioso. Ci divertiamo insieme, mi sono trovato benissimo con lui. Non lo scopro certamente io come attore! È un artista completo, ha un background che fa venire i brividi e ne sono veramente soddisfatto.»
Una grande sintonia anche con il regista Claudio Insegno. Un sodalizio che va avanti ormai da tempo.
«Assolutamente sì. Da quando curo la produzione dei miei spettacoli, c’è sempre stato lui. Fin dalla prima commedia che ho scritto. Da Tutto per Eva, solo per Eva, lavoriamo insieme. Quando c’è feeling si entra in sintonia. È dal 2003 che è nata questa collaborazione e da più di dieci anni va avanti perfettamente.»
Dopo anni di spettacolo, televisione, film, il teatro resta sempre il tuo “grande amore”.
«Il teatro è il mio mestiere. Poi mi diverto a fare un po’ di televisione, qualche lavoro per il cinema. Ma il mio lavoro è il teatro.»
Hai qualche rammarico per la tua carriera? Un ripensamento, magari di qualche contratto non accettato.
«No, nessuno! (Afferma convinto e diretto!ndr). Rifarei assolutamente tutto quello che ho fatto fino ad oggi. Perché per carattere, faccio tutto quello che mi piace fare.»
Cosa pensi di questi programmi che “sfornano” comici ogni giorno. E cosa consiglieresti ad un giovane attore comico?
«Se alla gente piacciono questi programmi, se il pubblico li segue con entusiasmo, va bene. Queste trasmissioni sono un’opportunità per i giovani attori che vogliono emergere. Si dà visibilità, si dà lavoro. Ed è importante per chi fa questo mestiere. Come consiglio, posso dire loro, di perseverare, di continuare con tenacia, se ci credono davvero. L’importante è che non mentano a se stessi e che non facciano questo mestiere solo per apparire. Perché questo è un lavoro che sembra fatto solo di lustrini e paillettes, ma non è così. Ci sono tanti sacrifici da affrontare.»
Per un attore, che effetto fa sapere che – nonostante la crisi del settore cinematografico – un prodotto Italiano come “La Grande Bellezza”, ha vinto un oscar?
«Meraviglioso. Una grande gioia per tutti. Dopo 15 anni, questo ambitissimo premio torna in Italia e ne sono veramente contento. Poi Paolo Sorrentino è Napoletano. Quindi per noi è una doppia vittoria. Non potevamo chiedere di più.»