Incontrare e parlare con Benedetto Casillo è sempre un’emozione perché è il custode della tradizione, racconta con dovizia di particolari, mettendoci il cuore, soprattutto quando si parla di Piedigrotta e della sua festa. Che stai preparando per l’edizione della festa di quest’anno?
Come ho avuto modo di dire in altre occasioni far rivivere una festa come quella di Piedigrotta oggi è molto difficile, bisognerebbe fermare il traffico per dieci giorni e poi ci sarebbero problemi legati all’ordine pubblico, ma soprattutto questa è festa del popolo, non può essere mai calata dall’alto. Ma noi non ci fermiamo e portiamo avanti la nostra “Serenata alla madonna”, una sorta di preghiera laica nata quaranta anni fa con Don Giuseppe Cipolloni, allora parroco di Piedigrotta. In questa serenata ripercorriamo con canti, narrazioni, parole, la storia. Dai canti tipici della Piedigrotta a Viviani, fino alla “Preghiera ‘e pescatore” eseguita da sempre da Mario Maglione. Le musiche, frutto di ricerca e creazione lunga e articolata, sono opera di Giovanni D’Angelo. Rifaremo la messa degli artisti, che anticamente era la messa per gli artisti morti, invece noi ne abbiamo fatto, oltre che un ricordo, una celebrazione animata da artisti. Ci sarà la sfilata dei vestitini di carta che era un fatto sociale perché, oltre ad esser una espressione artistica molto importante di grande artigianato, i bambini, vestiti tutti con abiti di carta, erano tutti eguali.
Ci saranno, anche in questa edizione, due momenti fondamentali della Festa, quali sono?
Si, grazie anche al contributo del comune di Napoli, faremo degli spettacoli in chiese di altri quartieri proprio per raccontare il senso della festa. Ci sarà il tradizionale corteo delle barche dei pescatori con una immagine della Madonna. Sono proprio i pescatori di Mergellina che portano sulle spalle, ogni cinquanta anni, quando la statua della Madonna di Piedigrotta può uscire in corteo, fuori dalla Chiesa. Ci stiamo preparando al grande evento del 2025 quando, in occasione del Giubileo, la statua potrà di nuovo uscire per il corteo.
Quindi cercate di tenere viva la tradizione e di tramandarla, in questo sforzo ci sono anche giovani al vostro fianco?
Purtroppo sono pochi e noi, anche e soprattutto per loro, ci impegniamo nel trasmettere il nostro sapere, per tenere vive le tradizioni. Oggi se dovessi scrivere un testo sarebbe un’analisi del presente, della grande paura di comunicare, di stare insieme; siamo, infatti, tutti connessi dalla tecnologia ma incredibilmente soli. Questa solitudine si avverte, così come la grande paura della morte.
Proprio per questo, già da qualche anno, hai pensato di portare in scena “L’umo dal fiore in bocca di Pirandello, in che versione?
Lo voglio proporre in una versione minimalista, essenziale, in sottrazione. È un colloquio fra un uomo che si sa condannato a morire fra breve, e per questo medita sulla vita con urgenza appassionata, e uno come tanti, che vive un’esistenza convenzionale, senza porsi il problema della morte. E’ un uomo del nostro tempo, insomma. Mi colpisce, inoltre, lo studio che Pirandello ha fatto dei dialetti ed anche io vorrei utilizzare, in parte, il dialetto napoletano nella mia versione di questo lavoro.
Un altro pezzo della storia artistica della nostra città sono i Sadici Piangenti, duo cabarettistico musicale formato da te e Renato Rutigliano, di cui l’anno prossimo ricorre il cinquantesimo anniversario dalla fondazione, cosa farai per questa occasione?
Vorrei fare almeno un paio di serate per omaggiare il nostro duo, riproponendo tutti pezzi più forti, che erano frutto dell’osservazione della realtà che ci circondava, una specie di atti unici. Ancora oggi mi colpisce l’affetto per il nostro duo.
A breve uscirà In fila per due il film diretto da Bruno De Paola, che si svolge ai piedi del Vesuvio con Andrea Di Maria, Francesca Chillemi, Giacomo Rizzo, Antonella Stefanucci e Adriano Falivene, qual è il tuo ruolo?
Mi è piaciuto molto girare questo film sia per i luoghi dove abbiamo lavorato, sia per il cast, ma anche per il ruolo di guardia forestale legato al Vesuvio in maniera viscerale. Io amo la natura e gli animali quindi sono stato molto bene.
Ho anche ripreso Il settimo si riposò di Fayad, un giallo comico di grande successo che porto in scena con la mia storica compagnia. Oggi, alla mia età, voglio poter scegliere le cose lavorative da fare, mi devono piacere ed emozionare altrimenti preferisco stare a casa con i miei affetti e con il mio cane Stella.