Nel trentennale della morte di Eduardo De Filippo, dal 28 febbraio e fino al 9 marzo sul palco del Teatro Menotti è in scena Sik Sik – L’artefice magico, nell’inedita versione del 1979.
Benedetto Casillo, tra i più popolari attori comici napoletani, è Sik Sik: un illusionista di terz’ordine alle prese con un’esibizione in cui tutto va storto. Pierpaolo Sepe firma una regia innovativa, dal respiro contemporaneo, pur nel rispetto del testo eduardiano.
Questo atto unico (con Roberto Del Gaudio, Marco Manchisi, Aida Talliente, scene Francesco Ghisu, costumi Annapaola Brancia D’Apricena, luci Cesare Accetta, trucco Vincenzo Cucchiara, aiuto regia Luisa Corcione e foto di scena Pepe Russo), ripropone in scena il consolidato sodalizio artistico tra il regista Pierpaolo Sepe e Benedetto Casillo, dopo le recenti e fortunate messinscene di Atto senza parole di Samuel Beckett e Le cinque rose di Jennifer di Annibale Ruccello.
A dar vita all’irresistibile comicità del testo ed affiancare l’interpretazione di Casillo nel ruolo dell’illusionista, saranno Roberto Del Gaudio, Marco Manchisi e Aida Talliente.
Sik Sik è un atto unico scritto da Eduardo nel 1929 e contenuto nella Cantata dei giorni pari. La commedia è stata poi riadattata, nel 1979, da Eduardo stesso, che aggiunse di suo pugno lazzi e improvvisazioni non presenti nella prima versione.
Il critico teatrale Giulio Baffi ha rispolverato, dal personale cassetto dei ricordi, la registrazione da lui realizzata di questo ultimo Sik Sik interpretato da Eduardo nel 1979, prima di ritirarsi dalle scene. La fedele trascrizione del testo, dimenticata da oltre trent’anni, è stata dunque consegnata a Pierpaolo Sepe, che ne fa una regia fedele, animata dal respiro della contemporaneità, miscelando toni popolari e inquietudini esistenziali.
«Sik Sik è il capostipite dei personaggi di Eduardo. Un testo breve quanto impegnativo che ne ha consacrato la poetica drammaturgica. Io cercherò di raccontare un tempo diverso da quello del ’29. Le miserie che vive oggi Napoli sono ben differenti. Quello che più mi colpisce della nostra contemporaneità è la coesistenza di tante culture, così diverse e così incapaci di comunicare fra loro.
(…)
Dopo aver già lavorato con Benedetto avevamo voglia di misurarci con Eduardo. E la scelta è caduta su Sik Sik, perchè Casillo era perfetto nei panni del suo personaggio principale, ma anche perché credo che questo testo rappresenti una metafora dell’uomo del Novecento, con la sua perenne inadeguatezza e la sua necessità di ricorrere alla menzogna, un testo amaro ma dagli irresistibili spunti comici». PIERPAOLO SEPE