Conosciuto per aver dato vita ad un linguaggio musicale originale e coinvolgente che unisce il ritmo latino del Sud America alla magia della musica napoletana, Diego Moreno ha di recente presentato si tutte le piattaforme digitali “Bella chao” (Intemezzo / The Orchard), versione rivisitata in lingua spagnola del celebre canto popolare italiano “Bella ciao”. Il brano sarà contenuto nel nuovo album di inediti del compositore, cantante e chitarrista argentino.
Venerdì 22 maggio uscirà il suo secondo singolo “Bella che incanta”, una vera dichiarazione d’amore all’Italia molto profonda e poetica. Ci racconta come è nato questo brano e perché ha scelto di proporlo come secondo singolo?
«Ho composto questo brano oltre 10 anni fa, scrivendo in spagnolo anche il testo, il titolo era semplicemente “Tu”. La mia canzone voleva essere un omaggio a un certo tipo di melodia italiana, al “bel canto” che ho da sempre amato, quindi sono d’accordo con te che “ella che incanta” sia una vera dichiarazione d’amore all’Italia. Nel 2019 insieme a Roy Tarrant, produttore dell’album e mio carissimo amico, abbiamo deciso di inserire questo brano nel nuovo album e di scrivere un testo in italiano ex novo, proprio per cercare di raccontare in parole “la grande bellezza” l’Italia. Gaia Cipollaro (autrice insieme a me del nuovo testo) è stata un valore aggiunto prezioso. Abbiamo trovato insieme le parole più giuste, poetiche ma dirette, prive di false retoriche. È un brano importante per me ancor di più oggi che il mondo, ma in particolare modo l’Italia, è chiamata ad un nuovo rinascere. Un’azione che certamente non sarà facile. Abbiamo cercato di plasmare ciò che io sentivo e sento per questa terra che ha dato origini a parte della mia famiglia. Mio padre ha origini pugliesi e toscane, Moreno è il mio cognome materno».
Cosa rappresenta per lei l’Italia e quanto è importante per lei questo Paese? Qual è la cosa che apprezza di più dell’Italia?
«L’Italia è la Terra dei miei bisnonni, che nel lontano 1882 sbarcarono in quel di Buenos Aires per poi approdare nella mia bellissima città natale Mar del Plata, anche se sono e mi sento Argentino, una parte di me è comunque Italiana, quindi sarebbe più giusto identificarmi come un Italo Argentino. La mia storia artistica l’ho scritta soprattutto in Italia, che mi ha accolto e mi ha permesso di esprimermi in musica. Vivo da molto tempo in Italia, ma non dimentico l’Argentina luogo dove ancora vivono molti dei miei familiari e dove torno spesso. Dell’Italia ho sempre amato le infinite bellezze sia artistiche che geografiche e ovviamente gastronomiche…e poi, venendo dalla Terra d’Argento (l’Argentina), dove per andare dalla montagna al mare devi fare minimo 1.000 chilometri, ho da subito amato la “dimensione uomo” italiana che ti permette di scoprire tantissimi micro mondi pregni di tradizione e cultura … so di non essere originale ma l’Italia è unica!».
Il suo rapporto con l’Italia è iniziato diversi anni fa e nel tempo i suoi viaggi nel nostro Paese hanno dato vita ad un linguaggio musicale che unisce il ritmo latino del Sud America alla magia della musica napoletana. Una caratteristica emersa soprattutto nel disco “Tango Scugnizzo” che si è aggiudicato nel 2014 il Premio Masaniello e nel 2020 il Premio Nicolardi. Cosa ha rappresentato e cosa rappresenta per lei questo suo percorso nella sua carriera artistica?
«Si, tutto è iniziato oltre 25 anni fa! Il primo luogo che ho conosciuto dell’Italia, e dove ho vissuto per 6 mesi, è stata la Sicilia, la bellissima Acireale (nello specifico la frazione di Scillichenti … ricordo ancora un formidabile pane condito!). Poi andando verso Roma mi sono fermato a salutare degli amici a Napoli (Pozzuoli) e d’allora non ho più lasciato la zona Flegrea. Tango Scugnizzo non è soltanto un disco, è un progetto, una testimonianza che vuole raccogliere un insieme di brani immortali rielaborati da noi con un sound “tanguero”. Un ponte ideale in musica tra Napoli e Buenos Aires, proprio quest’anno Tango Scugnizzo festeggia uno speciale compleanno: 12 anni di vita! Un progetto unico ed originale che ricorda che l’italianità, portata dagli emigranti in terre lontane, fa il suo viaggio di ritorno. È una produzione musicale in toto “italo/argentina”, che, in epoca di inter e multiculturalismo, vuole ribadire che le armonie napoletane possono intrecciarsi a meraviglia con i “sainetes criollos porteños”. Amo particolarmente questo progetto! Chi ama la bellezza non può non amare Napoli!».
Parallelamente alla carriera da solista ha collaborato per diversi anni con Fred Bongusto curando gli arrangiamenti di più di 30 dei suoi brani. Cosa ricorda di quel periodo?
«I ricordi sono davvero tanti. Ho collaborato con Fred per quasi 20 anni. Da lui ho imparato, non solo tantissime cose inerenti alla nostra professione, ma soprattutto quanto è vero ciò che diceva Vinicius, tra l’altro amico di Fred: “La Vita è l’Arte dell’incontro!”. Sono felice e sono stato fortunato nell’aver incontrato sulla mia strada Fred. Il nostro è stato un sodalizio che iniziò nel momento in cui ci siamo incontrati (trai corridoi della RAI di Roma a Via Teulada 21 anni fa). Non mi manca la sua musica perché vivrà per sempre, mi manca tanto Alfredo Buongusto che è stato per me un grande amico e confidente. Ma non cadiamo nella malinconia anzi, se volete potete trovare e ascoltare l’album che ho dedicato a lui duettando, tra gli altri, con Fabio Concato, Maria Nazionale, Peppino Di Capri e altri che s’intitola “Che Bella Idea! Canzoni di BuOngustO” (Vol.1) … ne vado fiero!».
Nel 2019 ha girato l’Italia in tour interpretando come baritono i ruoli di Porteño Gorriòn con sueño, Ladròn Antiguo Mayor e El Payador nell’opera di Astor Piazzolla “Maria De Buenos Aires” insieme a Michele Placido, Alina Di Polito e Vincenzo Bocciarelli. Sarà nuovamente riproposto in futuro?
«Per il momento sono impegnato nella promozione e presentazione del nuovo album ma in futuro ne sarei felice, perché è stata una esperienza importante che mi ha arricchito molto, artisticamente parlando. Fino all’anno scorso nel mio percorso musicale, non avevo interpretato quasi niente dell’opera di Piazzolla, un immenso della musica mondiale e chiaramente un orgoglio argentino. Devo il mio coinvolgimento al presidente dell’associazione “Artisti Cilentani Associati”, il Maestro Mauro Navarra, al quale va il mio ringraziamento, e che ha scelto me per quei ruoli così impegnativi ed altrettanto belli».
“Bella Chao” e “Bella che incanta” saranno contenuti nel suo nuovo album di inediti in uscita in autunno. Ci può anticipare qualcosa sul disco? In questo disco ci sarà forse anche un omaggio a Fred Bongusto?
“Bella Chao” fa parte del nuovo album in quanto “bonus track” (dopo le oltre 40 milioni di visualizzazioni ci era sembrato giusto pubblicare il nostro video ufficiale), mentre “Bella che Incanta” è il primo vero singolo del nuovo progetto. Del nuovo album ti posso dire che sono inediti, tutti in italiano, scritti a 4 mani con la bravissima artista partenopea Gaia Eleonora Cipollaro che ha saputo creare dei testi formidabili per il progetto. Sto lavorando anche ad un secondo volume di “Canzoni di BuOngustO”, con dei duetti altrettanto eccellenti. Per salutarti e ringraziarti vorrei dire che il mio augurio è quello di poter tornare presto alle nostre vite, sperando in un “uomo e in un mondo migliore” altrimenti sarà stato tutto invano. Non sarà semplice ma come dice Fito Pàez (grande artista argentino) Yo vengo a Ofrecer mi Corazòn! … ed è ciò che proverò a fare con la mia musica!»