Barbara Cola, artista e persona sensibile che sorprende per la sua ultima interpretazione nel musical Romeo e Giulietta. Ama e cambia il mondo, prodotto da David Zard, regia di Giuliano Peparini, musiche di Gerard Presgurvic e testi di Vincenzo Incenzo, dal 9 al 13 aprile al PalaPartenope di Napoli.
Barbara Cola conosciuta al pubblico per la sua strepitosa interpretazione a Sanremo ’95, insieme a Gianni Morandi, ma penalizzata dalla canzone non eccellente. Dotata di tecnica e maturità vocale come poche in Italia, che può spaziare in qualsiasi genere musicale, ha un sogno a cui sta pensando da un po’…ma sentiamo cosa ci racconta in questa interessante intervista.
Lady Capuleti, uno dei personaggi emblema della storia, come ti sei preparata per interpretarlo?
«Per preparare il personaggio di Capuleti, ho ascoltato per prima cosa il mio regista, Giuliano Peparini. Attraverso i suoi spunti avevo la strada illuminata da percorrere, poi ho visto tutte le versioni cinematografiche di Romeo e Giulietta, da Castellani a Zeffirelli a Lurmann. Ho immaginato da dove viene il personaggio, dove vuole andare. Ho immaginato come cammina, come osserva, il suo pensiero. La mia Capuleti è nata ascoltandomi e uscendo da me stessa per far spazio a Lei. Non ci sono somiglianze con Me. Se ci sono, sono sfumature che ho comunque usato per essere credibile.»
Quali sono i tuoi assoli in questa opera?
«I brani di Lady Capuleti si dividono tra L’Odio in duetto con Lady Montecchi e il Mio brano “solista” che si intitola Il giorno del sì, e, diversi momenti corali. Il brano, Il giorno del si, nella versione originale era, diciamo, un brano “di raccordo”, quei brani cioè che uniscono le corde della drammaturgia musicale senza picchi, nè particolare attenzione ad un climax emotivo. Io ho reso il brano, un momento emotivamente importante nel percorso di Lady Capuleti e Giuliano mi ha aiutato a valorizzarlo anche con la sua mirata e sensibile regia.»
Com’è avvenuto l’incontro con Gianni Morandi, e cosa ti ha poi trasmesso in tutti gli anni che hai collaborato con lui?
«L’incontro con Gianni Morandi è avvenuto nel 1992. Io ero una giovane cantante che già si muoveva nell’ambito delle collaborazioni con artisti dell’ambiente, grazie anche all’interessamento di Mauro Malvasi che è stato arrangiatore e produttore di tanti successi di Lucio Dalla e Gianni Morandi e, anche di Biagio Antonacci. L’ho incontrato in una giornata d’estate a Bologna, ero passata per un saluto ad alcuni amici musicisti, Gianni era lì e stava iniziando la realizzazione di un nuovo disco dal titolo Morandi Morandi. Ho collaborato come unica vocalist donna e poi sono stata invitata a mettermi in gioco come vocalist e come solista (interpretavo Brava di B. Canfora, mio cavallo di battaglia) in un tour con lui durato due anni. Alla fine del 1994 ho avuto l’opportunità di un contratto per la produzione del mio disco Barbara Cola, quindi l’operazione Sanremo. Collaborare con lui mi ha dato l’opportunità di capire come si diventa numeri uno e anche se non son diventata super star come Gianni, sono comunque una professionista rispettata con una enorme esperienza di palco, ora e che c’è tanto lavoro, tanta volontà, tanta faccia tosta nel costruire una carriera e che nulla arriva gratuitamente.»
Quali rinunce hai dovuto affrontare?
«Rinunce? Tutto viene spontaneo. Non ci sono rinunce, ma c’è un cammino che ti porta dritto a una scelta di vita della quale puoi sentire a volte il peso ma poi ti accorgi che non poteva essere altrimenti. Non ho una famiglia mia, ma ho tanto ugualmente.»
Qual è il genere musicale che più senti affine, jazz… pop…
«Il genere musicale che sento affine è quello che permette alla mia voce di dare peso alle parole, di far entrare chi ascolta, in un mondo distaccato dalla quotidianità. Io sono nata come cantante con una estensione con la quale posso giocare ma, ho scoperto attraverso il teatro che la mia strada era fatta di qualcosa di meglio e ho usato e uso la mia voce per raccontare storie vere. Le storie di tutti oppure le storie in cui è romanzo la vita stessa. Affido il cuore a queste storie e lo faccio battere fortissimo. Io sono diffidente di natura ma durante l’esecuzione di un brano, mi apro con grandissima fiducia alle mie sensazioni e cerco di volare ogni volta più in alto. Se vogliamo ridurre ad un genere, possiamo parlare di pop, come popolar music ma con escursioni nel Jazz bianco e nella musica scritta dai grandi cantautori italiani, il nostro vanto.»
In tv non c’è più spazio per la musica, quanto voi cantanti siete penalizzati?
«La tv? Poche presenze e quasi sempre “educate” da parte mia. La Tv di oggi ha bisogno della confusione per parlare. Ci si sovrasta, si parla gli uni sugli altri. Se mi viene chiesto di fare promozione, sono sempre presente con entusiasmo, se non la faccio la Tv, mi sento quasi più al sicuro nel mio percorso artistico. Un cantante è penalizzato solo se vuole fare a tutti i costi la televisione. La voglia di esserci a tutti i costi è un rischio, specialmente oggi. A volte vedo in seconda serata cose interessanti. Contenitori di musica, con musicisti veri dentro. Ecco, per esempio: se mi chiamasse Stefano Bollani a cantare, accompagnata da lui al pianoforte per tre minuti, io correrei felice.»
Sei concentrata sulla musica, ma hai qualche altra cosa in mente che vorresti fare?
«Sono concentrata sul teatro. Ho un sogno. Ci sto pensando. Non è Sanremo.»
Hai studiato recitazione, ma hai mai preso parte a qualche film o fiction, o fatto qualche provino?
«Ho fatto qualche provino, però venendo da una notorietà come quella che mi ha dato Sanremo, ho avuto paradossalmente qualche strada chiusa, almeno per i primi dieci anni. Dovevo percorrere una strada obbligata e direi per fortuna e nonostante il mio sogno di cantare e recitare, maturato fin da ragazzina, ho dovuto aspettare i tempi giusti. Non ho mai partecipato a fiction o ancora meglio film, ma è uno dei miei sogni nel cassetto anche se ora il teatro che sto facendo mi completa e mi rende felicissima.»
Cosa ami fare nella vita di tutti i giorni, lontana dai tuoi impegni lavorativi? Hai qualche hobby?
«Nella vita di tutti i giorni? Quando non studio o tengo seminari? Oziare terribilmente. Non ho hobby, mi annoiano.»
Stai preparando un nuovo album? Puoi anticiparci qualcosa?
«Non ho album. Voglio continuare col teatro e forse dal teatro sarebbe bello lasciare una testimonianza discografica. Vedremo.»
Musica preferita?
«Musica preferita: pop internazionale (poche cose italiane e molte straniere), mi piacciono alcuni gruppi un po’ “gotici” come gli Evanescence, ascolto Smooth Jazz e Jazz Bianco più “vecchiotto” ma sempre attuale, cantato dai grandi interpreti. Amo Pink, la trovo straordinaria e un’altra cantante che si chiama Jessy J, Adele, Beyonce e tante altre… Insomma ascolto tutto quello che mi da i brividi e che non mi annoia.»
Ultimo libro letto e quello che ami di più?
«Ultimo libro letto, Splendore di Margareth Mazzantini. Non ce n’è uno che amo di più. Quando finisco un libro, metto da parte la storia e passo a qualcosa di nuovo. Non amo soffermarmi troppo sui ricordi. Amo rinnovare anche le emozioni che mi da una lettura.»