Sarà nelle sale dal 7 aprile “Banat”, il film di Adriano Valerio con Edoardo Gabbriellini, Elena Radonicich, Stefan Velniciuc e con Piera Degli Esposti, distribuito da Movimento Film in collaborazione con Rete degli spettatori
“Banat” è un filmriconosciuto di interesse culturale con il contributo economico del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, realizzato con il contributo della Apulia Film Commission e con il sostegno di Roma Lazio Film Commission.
La pellicola cinematografica vede al centro della storia Ivo (Edoardo Gabbriellini) e Clara (Elena Radonicich) che vivono a Bari. Ivo è agronomo, ed ha appena accettato un’offerta di lavoro in Romania. Clara, invece, esce da una difficile storia d’amore. I due s’incontrano per caso nell’appartamento dell’eccentrica Signora Nitti (Piera Degli Esposti): lui è affittuario uscente, lei la nuova inquilina. Poi Ivo parte per la Romania, e Clara resta a Bari. Quando perde il suo lavoro in un cantiere navale, Clara decide di raggiungerlo. Insieme condividono lo spaesamento in una terra straniera e l’incertezza del futuro, così come la sensazione di un amore che sta nascendo. L’esilio dalla loro terra è l’unico modo per essere felici?
Nonostante la drammaticità che sottende la storia dei personaggi – racconta il regista Adriano Valerio – ho provato a raccontare l’avventura di Ivo e Clara anche con un tono leggero.Un registro che sappia far emergere tra le trame del dramma il senso dello humor dei personaggi principali e secondari e Una comicità che nasce dalla sensazione di straniamento che caratterizza molti passaggi di questa storia.Proprio la parola straniamento è quella che meglio illustra le mie intenzioni riguardo la messa in scena di molte situazioni, in cui i toni della commedia emergono naturalmente dall’inusualità delle circostanze e dal rapporto tra i personaggi e l’ambiente circostante, secondo la lezione di alcuni registi nord europei come Aki Kaurismäki e Dagur Kári. Perché a salvare i nostri personaggi sospesi tra questo e quel mondo, in fondo, non potrà che essere un po’ di sana ironia.