Aware è il titolo del terzo lavoro discografico di Macs Inghio, nome d’arte di Massimo Inghiomirelli. Un album di undici tracce a metà fra Heavy Rock e Pop che segnano il ritorno alla chitarra, alle origini, e si distaccano completamente dai dischi precedenti. Aware è stato registrato fra Lecco e Torino, prodotto e mixato dallo stesso Macs insieme al batterista Gianni Pitzalis presso gli studi Peppermusic. Questa la tracklist di Aware: “Che fortuna”, “Cane bastardo”, “Spunta il sole”, “Ti ricordi”, “Tu non sai”, “Mi piacerebbe non fosse così”, “Tutte le volte”, “Una bestemmia per te”, “E così sia”, “Chi avrà ragione?”, “Arianna”.
Hai cominciato il tuo percorso artistico come chitarrista per due band, per poi nel 2003 intraprendere la carriera da solista con il nome Macs Inghio. Come nasce la tua passione per la musica? Perché questo nome?
«Ho suonato nei “Medusa” per una decina di anni negli anni ’90 e poi nei “Sistema Nervoso”, dove ho fatto i miei primi tentativi come cantante. La passione per la musica è iniziata ancora prima, quando mio fratello tornava a casa con i dischi dei gruppi metal dell’epoca. Non avevo neanche 10 anni e già ascoltavo i super gruppi di quel periodo e rimanevo imbambolato davanti alle copertine che ovviamente mi affascinavano tantissimo».
Lo scorso 20 aprile è uscito “Aware” il terzo disco. Un lavoro composto da undici tracce a metà fra Heavy Rock e Pop. Ci parli di questo nuovo lavoro?
«Aware è un disco che amo particolarmente rispetto ai 2 precedenti. C’è dentro la voglia di superare tutte le difficoltà incontrate negli ultimi anni e di costruire le basi per proseguire in futuro. É appena uscito e spero possa avere ancora una vita lunga. Ci sono canzoni di diversa natura: c’è tanto rock ma alla fine è un disco orecchiabile, più di quel che credevo venisse fuori nel momento in cui lo stavamo registrando. Anche se stiamo pensando ad un quarto album, questo Aware me lo voglio godere e farlo ascoltare a più gente possibile».
In cosa si differenzia dai precedenti dischi?
«Rispetto ai dischi precedenti ha idee più nitide e la produzione, anche se non impeccabile, è superiore. Il secondo disco “Per la strada” ha patito la presenza di troppe idee e troppe teste che dicevano la loro. Chi lo voleva in un modo chi in un altro (parlo dei musicisti che mi avevano aiutato a realizzarlo). In questo sono stato più autoritario e nel prossimo lo sarò ancora di più. É importante avere le idee chiare e non farsi condizionare troppo».
Come e quando sono nati i brani?
«Le canzoni sono state scritte nel periodo 2016/2017 e quasi tutte partite da un’idea chitarra e voce. Sono state poi arrangiate con il batterista che ha suonato nel disco: Gianni Pitzalis. É un disco molto incentrato su chitarra e batteria».
Sono di natura autobiografica?
«Sì, nonostante il mio sforzo, c’è ancora tanto di autobiografico ma ci sono anche esperimenti narrativi come “Arianna” che rappresentano la via del futuro. Forse non mi piace più tanto espormi troppo e in questo disco c’è fin troppo di me».
Hai mai pensato di seguire la strada dei talent?
«No. Il talent non mi affascina per tanti motivi e poi non sono un cantante puro. Nel talent c’è tanta confusione e quasi mai è valorizzata l’idea artistica. Si cerca il “supercantante” con una super voce e non è il mio caso. Inoltre non sarei in grado di reggere simili pressioni e penso che nessuno dovrebbe sottoporvisi».
Oltre a “Cane bastardo” seguiranno altri video?
«Spero proprio di sì. Sono usciti comunque altri i video di “Mi piacerebbe non fosse cosi” e il lirycs video di “Spunta il Sole”. Si va un po’ piano perché è tutto interamente autoprodotto e i costi per realizzare tutto non sono una componente del tutto irrilevante».
Ci saranno dei live?
«Abbiamo già fatto una decina di concerti e in questi giorni ne faremo altri. Mi piacerebbe realizzare un vero e proprio tour nel periodo invernale e ci stiamo lavorando. Potete vedere dove suoneremo con la band sulle Pagine facebook e Instagram “Macs Inghio“».