Dopo il grande successo del tormentone estivo “Sangria” con Emma Muscat, brano certificato oro, Astol torna in radio e su tutte le piattaforme streaming con “Vediamoci Stasera” (Hokuto Empire under exclusive license to Believe). Il singolo, prodotto da Pier Giorgio Usai, vede la collaborazione del giovanissimo rapper LDA, all’anagrafe Luca D’Alessio, e di Robledo, l’artista madrileno reduce dal disco di platino per “Dime Bbsita”. “Vediamoci Stasera”, che anticipa il prossimo album del giovane artista, vuole essere una dedica d’amore universale, in cui chiunque può ritrovarsi e rispecchiarsi.
È uscito di recente “Vediamoci stasera”, con un ritornello scritto a quattro mani con Francesco “Francis” Conteddu. Ci vuoi parlare di questo nuovo progetto?
«Dopo essermi visto in tv al “Battiti Live” ho deciso di prendere una pausa dai social per potermi dedicare al meglio alla lavorazione dei nuovi brani e del mio album. “Vediamoci Stasera” è la prima canzone a cui ho lavorato, partiva da un ritornello che avevo già scritto in precedenza con Francis. Dopo aver scritto e registrato la prima strofa ho deciso di coinvolgere nel progetto LDA e Robledo, che da subito si sono dimostrati entusiasti di partecipare. Sono davvero fiero del risultato, fiero di questa canzone. È solo l’inizio».
Com’è nata invece la collaborazione con LDA e Robledo? Lavorerete ancora insieme in futuro?
«Ho conosciuto LDA ascoltando la sua strofa in “Di notte” dal disco di Gigi D’Alessio. Mi è subito piaciuto il suo flow, la sua tecnica e le melodie che prendeva, gli ho scritto su Instagram per complimentarmi ed è stato molto naturale coinvolgerlo nel mio progetto. Appena ho ricevuto le sue voci e riascoltando il provino, mi sono convinto che il pezzo avrebbe fatto quel passo in avanti in più se avessi coinvolto un artista internazionale. Grazie al mio manager Francesco abbiamo contattato Robledo che subito ha accettato di partecipare al progetto».
“Vediamoci stasera” è il singolo che anticipa il tuo prossimo album. Cosa dobbiamo aspettarci? Ci puoi anticipare qualcosa?
«Sarà un disco reggaeton, nei testi racconto la mia vita e l’amore. In ogni sua sfumatura. Sto lavorando per alzare il livello e per rappresentare al meglio questo genere in Italia».
Sei uno dei personaggi più interessanti della scena reggaeton italiana. Nel corso della tua carriera hai collezionato milioni di views su youtube e tantissimi ascolti sulle piattaforme streaming. In che modo descriveresti questo tuo percorso artistico iniziato nel 2013?
«Imprevedibile. Ho sempre lavorato sodo cercando di raggiungere i miei obiettivi, ho faticato tanto rispetto ad altri miei colleghi perché non ho mai avuto un percorso felice e nulla è mai stato scontato. Determinazione, passione e amore in ciò che faccio, superando ogni delusione e cercando di fare sempre meglio, la strada è ancora lunga».
Come ti sei avvicinato alla musica? E quali sono state le difficoltà inziali qualra ne avessi riscontrate?
«Penso di essere sempre stato un cantante, o almeno sapevo che questo sarebbe stato il mio destino. Già da bambino mi immedesimavo nel cantante di turno che vedevo nei videoclip, immaginavo il pubblico, mi immaginavo davanti a un microfono. Al liceo ho iniziato a fare le prime time per gioco coi miei amici, a 21 anni ho deciso di concentrarmi a pieno su questo mio sogno e questa mia passione per farlo diventare a tutti gli effetti la mia professione. Ho imparato a superare ogni difficoltà con un sorriso, quando ci sono rimasto male per qualcosa non l’ho mai fatto vedere, ho sempre contato su di me perché sono sempre stato consapevole che prima o poi, se ti impegni tanto e credi in ciò che fai arriverai ai risultati che sogni».
La canzone “Vediamoci Stasera” vuole essere una dedica d’amore universale, in particolare ti rivolgi ai giovani e ai ragazzi che, in questo periodo di grandi difficoltà hanno voglia di un po’ di normalità. In questo periodo così difficile, e dopo un anno pieno di incertezze, cosa ti aspetti dal futuro?
«Mi aspetto un futuro pieno di abbracci e di concerti, sono sicuro che presto torneremo alla normalità ma fino a quel momento dobbiamo rispettare le regole e non sottovalutare mai il problema».