Lo scorso giugno ho avuto il piacere di intervistare gli Inigo & Grigiolimpido durante l’uscita del singolo “Faccio il filo a Sofia” e adesso, a distanza di mesi, mi ritrovo nuovamente qui ad ascoltare il loro ultimo album “Controindicanzoni”.
Da un gruppo che ha giusto un anno fa ha vinto il premio per la “migliore canzone d’amore indie”, non so ben dirvi cosa mi aspettavo, posso però provare a spiegarvi cos’ho trovato.
Dieci sono le tracce che compongono questo nuovo lavoro e ogni singolo brano potrebbe essere etichettato sotto un genere diverso. A me però, personalmente, non piacciono le etichette, per cui vi basterà sapere che, nonostante il disco inizi con una rock ballad e continui alternando pop e rock … l’unico genere di cui possiamo realmente parlare sia quello dell’analisi e della riflessione.
Nessuna parola è a caso in questo disco, niente è stato inserito semplicemente perché “suona bene”: tutto fa parte di un progetto più grande nel quale la band pugliese vuole inserire lo stesso ascoltatore.
Le melodie sono molto semplici, a rendere tutto più complicato sono i testi nei quali il gruppo sperimenta e si reinventa. Molti brani restano in testa quasi come i famosi tormentoni estivi, ascolto dopo ascolto però diventa impossibile non avvertire il peso delle parole e, di conseguenza, porsi qualche domanda.
Gli Inigo & Grigiolimpido scavano nel profondo, non riescono a mantenersi in superficie. Molti critici diranno che il loro disco non è la risposta a quello che stiamo vivendo oggi, io però ritengo che almeno loro hanno saputo porre la giusta domanda e questo è già un bel passo avanti!
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