Sul palco un eccellente trio di artisti, Mario Zamma, Alessia Fabiani, Salvo Buccafusca, alle prese con una storia nella quale ognuno può rispecchiarsi per trarre le proprie conclusioni e riflessioni.
Pronto ad un gesto eclatante l’uomo un giorno decide di salire sul terrazzo del palazzo in cui abita e, in bilico sul muretto di recinzione, minaccia di gettarsi nel vuoto se non sarà disposta l’immediata ripetizione della partita in questione: impresa da moderno Don Chisciotte, impegnato a portare avanti, quel che costi, una protesta che difficilmente potrà contare sul convinto consenso dell’opinione pubblica e toccare il cuore dei cosiddetti “poteri forti”.
Uno scenario che si complica per via della quasi immediata irruzione sul terrazzo di Gualtiero Goffredi, conduttore televisivo di una scalcinata tv privata che, in qualche modo, riesce ad entrare in contatto con il contestatore pur di conquistare ascolti basandosi sulla proverbiale morbosa curiosità del pubblico.
Un confronto tragicomico che pone l’accento sull’indifferenza del cronista rispetto ai risvolti umani della vicenda e sull’ambiguità, la fragilità e la sostanziale insicurezza che affliggono i rapporti interpersonali di questo primo scorcio di terzo millennio.