Nel periodo di quarantena da coronavirus che tutti stiamo attraversando con apprensione, la lettura può essere di grande conforto. Giacomo Leopardi sosteneva che “un buon libro è un compagno discreto che ci fa passare dei momenti felici”, Italo Calvino diceva che la lettura “è un rapporto con noi stessi e non solo con il libro, col nostro mondo interiore attraverso il mondo che il libro ci apre” ed Umbero Eco lapidario ammoniva: “Chi non legge a settant’anni avrà vissuto una sola vita:la propria”.
La lettura ci fa impiegare il tempo in modo piacevole e produttivo, mette le ali alla nostra fantasia e nei libri si trovano spesso le risposte agli interrogativi della vita. In Italia purtroppo si legge poco e male. Superata la fase degli studi obbligatoria i libri diventano un peso, un fardello. Qualcuno legge romanzi usciti dalla penna di sedicenti scrittori che hanno avuto notorietà per le loro apparizioni televisive e non romanzi di spessore e di formazione, né tantomeno testi teatrali o poetici. La poesia spesso è avvolta nella carta stagnola di un cioccolatino, nella migliore delle ipotesi.
Noi vogliamo spronarvi alla lettura e vi parliamo del romanzo di Giuseppe Manfridi intitolato Anja La segretaria di Dostoevskij.
È l’affascinante storia dell’incontro tra il grande scrittore russo, quasi cinquantenne, Fedor Dostoevskij ed una fanciulla appena ventenne, Anja Grigor’evna Snitkina stenografa, destinata a diventare sua moglie. Manfridi ha realizzato anche una trasposizione del romanzo in testo teatrale.
San Pietroburgo 1866. Assillato dai debiti e malato di epilessia, lo scrittore è costretto dal suo editore Osip Stellovskij a firmare un contratto a dir poco folle: in cambio di un sostanzioso anticipo dovrà scrivere in un mese un nuovo romanzo pena la perdita dei diritti d’autore delle opere già scritte e quelle che realizzerà negli anni a venire. Per farsi aiutare nella stesura del romanzo (il lettore comprende dai dialoghi che si tratta de Il giocatore), si avvale della giovane stenografa Anja. Trascorrendo insieme il tempo e confrontandosi sulla trama e sui personaggi della vicenda in fieri, tra il grande scrittore e la sua segretaria nasce un forte sentimento amoroso che in un primo tempo viene represso da entrambi a causa della notevole differenza d’età. Ma l’amore trova sempre una sua strada per farsi largo e Anja sposerà Dostoevskij. La timida stenografa sarà indispensabile alla produzione del grande scrittore russo come Sonija lo fu per Tolstoj.
Il romanzo attrae sin dalle prime pagine scritte in modo superlativo con una prosa alta ma scorrevole. Affascina sia la descrizione psicologica dei personaggi che quella dei luoghi, entrambe ricche di particolari e di sfumature.
Se il romanzo si limitasse alla semplice narrazione della storia d’amore tra il grande scrittore russo e la sua devota stenografa si rimarrebbe nel campo di un buon libro, ma il testo va oltre perché ci introduce nell’atto creativo di un capolavoro della letteratura russa quale è appunto Il giocatore. Il lettore ne percepisce tutta la potenza evocativa e lo sforzo della scrittura alla quale Anja partecipa rivestendo il ruolo di musa ispiratrice e di colei che ne arricchisce le pagine dettate febbrilmente. Durante il suo lavoro infatti pone domande, corregge frasi, incoraggia e proprio questo la rende indispensabile allo scrittore e necessaria da un punto di vista affettivo. Anja è accanto a lui sempre e riesce persino ad assisterlo durante le crisi epilettiche. È la sola che sa dargli sostegno e conforto.
A pag 74 della riduzione teatrale del romanzo Giuseppe Manfridi fa ritrovare ad Anja un biglietto dello scrittore nel quale si legge: “Voglio dirvi, cara Anja, quanto mi siete preziosa. Voi sapete penetrare la mia timidezza con una sapienza che supera la vostra età. Se riusciremo a farcela, sarà perché con voi ogni maschera si è fatta inutile e il mio pensiero si scioglie e vola sotto il segno del grazie che vi debbo”.
I parenti di Dostoevskij sono delle sanguisughe, dei parassiti che vivono alle sue spalle ad incominciare dal figliastro Pavel e dalla cognata Emilija. Gli altri personaggi che rendono vivida la storia sono tratteggiati con cura: l’avido editore, la madre vedova ed il fidanzato di Anja, la fedele serva Fedosija.
Anja e Fedor vengono aspramente criticati per il loro rapporto amoroso data la notevole differenza d’età. Ma questo non può essere un impedimento al loro amore. “Per quattordici anni, sino al 28 gennaio 1881, giorno in cui Dostoevskij si spense, Anja scrisse sotto dettatura ogni parola concepita dal marito. Gli sopravvisse trentasette anni, che dedicò interamente alla diffusione della sua opera. Morì a Yalta, povera e sola, consumata da un lungo digiuno, il 9 giugno del 1918” (Voce fuori campo di Anja Un romanzo per la scena pag 118).
Siamo certi che il romanzo piacerà in particolare a coloro che prediligono il genere storico.
Anja La segretaria di Dostoevskij di Giuseppe Manfridi La lepre Edizioni pag.430 , 25 euro
Anja Un romanzo per la scena di Giuseppe Manfridi Ed. Gremese Teatro pag.121,10 euro