Di recente è uscito “I Sensi” (Tantamuri Records) il nuovo singolo della cantautrice siciliana Angela Nobile. Il brano anticipa l’album “Acqua”, in uscita in autunno, quasi interamente scritto da Lorenzo Vizzini, con la partecipazione di Mario Incudine sia come autore che come interprete. Angela Nobile ha iniziato il suo viaggio artistico nel 2007, sperimentando generi diversi e mettendosi in gioco in grandi contesti musicali come X Factor, l’Accademia di Sanremo, Amici di Maria De Filippi e The Voice of Italy. Grazie a quest’ultima esperienza, la cantautrice siciliana viene coinvolta da J-AX ad aprire i suoi concerti di Catania e Palermo, interpretando i brani dello stesso vocal coach riarrangiati per l’occasione. Dal 2016 si è avvicinata al mondo del teatro e del musical dando vita, con altre colleghe, ad una compagnia teatrale.
“I sensi” è il singolo che anticipa il tuo nuovo lavoro discografico in arrivo il prossimo autunno.
«Questo singolo apre le porte al prossimo album, la cui uscita è prevista in autunno. “I sensi” è un brano che apparentemente sembra molto lontano da me, poiché gli altri singoli che sono usciti precedentemente sono delle ballad, quindi affini al mio mondo musicale, dove i miei riferimenti sono i grandi artisti del panorama italiano come Mina. Questo è un brano completamente diverso, proprio nel suo mood, non soltanto nelle sonorità, ma anche come intenzione e come testo. Mi sono divertita moltissimo ad interpretare questa canzone, in cui la protagonista è una donna che sfrutta, usa e getta gli uomini come se non ci fosse un domani, senza prendersi sul serio. Questa cosa mi diverte molto perché io sono una persona, non dico pesante, ma sicuramente impegnativa, difficile, che prende tutto sul serio. Cantando questo brano ho scoperto che in fondo in questa donna c’è anche un po’ di me. Anche nel video abbiamo cercato di rappresentare questa super donna che utilizza gli uomini, con la complicità di un’altra donna, solo per arricchirsi perché è una ladra. Il videoclip mi rispecchia molto perché sono una donna molto indipendente. Avendo vissuto con una figura paterna poco presente, sono stata sempre abituata a cavarmela da sola, a cambiarmi la ruota della macchina da sola. Ne approfitto e invito tutte quelle donne che sono convinte di non essere niente se non sono le fidanzate di o le mogli di, a rendersi conto che invece sono tutto, che si bastano da sole. Credo fortemente nella condivisione, nell’amore, ma tutto deve essere una scelta solo per migliorarti la vita e non una necessità o un bisogno per sentirti qualcuno».Di cosa parleranno gli altri brani contenuti nel nuovo album intitolato Acqua?
«Chiaramente li amo tutti, sono tutti bellissimi e li farei uscire tutti come singoli, ma purtroppo non si può. Il primo autore dell’album è Lorenzo Vizzini, che per me ha scritto anche altri brani usciti precedentemente. Per questo nuovo progetto discografico ho avuto la fortuna di lavorare anche con Mario Incudine, un grandissimo cantautore siciliano, che lavora con diversi artisti del panorama italiano. L’ho contattato in maniera semplice attraverso un messaggio sui social. Penavo che non rispondesse in maniera positiva, invece alla fine mi sono dovuta ricredere, perché ha accettato la collaborazione. Ha sentito il brano, scritto da Vizzini in dialetto siciliano. Da subito è stato travolto dalla bellezza di questo brano, quindi subito dopo ci siamo visti per inciderlo. Contento di questa nostra collaborazione, dopo qualche giorno mi ha contattata poiché aveva deciso di donarmi un brano che aveva nel cassetto, da inserire nel nuovo album, un brano straordinario.
All’interno di questo lavoro ci saranno brani che saranno delle ballad come quelle che abbiamo sentito in precedenza, i singoli usciti nel 2018, infatti, faranno parte dell’album. I testi parlano di me, del mio vissuto, del mio percorso che non è stato semplicissimo, e non parlo dal punto di vista artistico ma da quello personale. Una vita travaglia, con genitori separati, la perdita inaspettata di mio padre che è venuto a mancare per una malattia, una storia con una persona che mi ha portata ad odiare il genere maschile, o meglio dire è un genere che amo troppo, quindi lo evito per non soffrire. Insomma un disco che racconta di me, dei miei mutamenti, delle mie mille facce, nel senso buono».
Come mai la scelta del titolo Acqua?
« L’ho intitolato Acqua perché invade lo spazio che ha a disposizione. Si prende quello che può, che a sua volta può essere di mille colori. Seguo un filone che è quello della musica pop, ma in verità poi dentro ci sono delle cose molto interessanti dal punto di vista degli arrangiamenti, della produzione. L’acqua è fredda o calda, dipende da quale è il suo contenitore, il suo spazio, dipende dalle stagioni, se di mare o di fiume, se dolce o salata, se di giorno o di notte. L’acqua è ovunque ed è tutto. È vita, è sete ed è fame! È pulita o sporca, limpida o torbida come il fango. È incazzata o cheta. L’acqua salva, bagna, idrata, fa respirare ma può anche distruggere, affogare, disperdere. Incontrollata ed incontrollabile ma indispensabile. L’acqua non conosce diga che possa fermarla. Filtra anche se da una millimetrica fessura lei filtra e va avanti. Occupa tutto lo spazio che le si dona, cambia forma, ha un fantastico suono ed anche un buon sapore volendo, un buon odore. A volte disseta a volte avvelena, a volte non sa di nulla. Ti ci puoi specchiare, ci puoi ballare, sentirti libero, procreare, dare alla luce un figlio e ci puoi anche morire. Come l’arte, come la musica ed un po’ anche come me! Come il bisogno sfrenato che ho di fare, come l’ambizione che mi corrode le budella, il desiderio di esprimere che mi mangia il cervello che supera anche le mille dighe che la mia saggezza si impone».
Nel 2016 ti sei avvicinata anche al mondo del teatro e del musical dando vita, con altre colleghe, ad una compagnia teatrale.
«Anni fa quando ho intrapreso questa strada ho avuto la fortuna di incontrare la vocal coach Barbara Catera, direttore artistico di tutto il progetto. Grazie a lei mi sono avvicinata all’arte nella sua totalità, ed insieme a sua sorella Chiara e all’attrice e regista Rita Abela, abbiamo creato una compagnia con cui ogni anno portiamo in scena per le scuole uno spettacolo a scopo benefico, cercando di trovare dei tempi affini con quello che è il momento storico che stiamo vivendo. Quest’anno, coinvolte dal successo di Bohemian Rapsody – anche se lo spettacolo non ha nulla a che vedere con il film – abbiamo deciso di mettere in scena il musical “Rhapsody”, con le musiche dei Queen».