Al Teatro Vascello di Roma è di scena fino al 17 gennaio Anelante, spettacolo di Flavia Mastrella e Antonio Rezza, con lo stesso Rezza, Ivan Bellavista, Manolo Muoio, Chiara A. Perrini e Enzo Di Norscia.
«In uno spazio privo di volume, il muro piatto chiude alla vista la carne rituale che esplode e si ribella. Non c’è dialogo per chi si parla sotto. Un matematico scrive a voce alta, un lettore parla mentre legge e non capisce ciò che legge ma solo ciò che dice. Con la saggezza senile l’adolescente, completamente in contrasto col buon senso, sguazza nel recinto circondato dalle cospirazioni. Spia, senza essere visto, personaggi che in piena vita si lasciano
trasportare dagli eventi, perdizione e delirio lungo il muro. Il silenzio della morte contro l’oratoria patologica, un contrasto tra rumori, graffi e parole risonanti. Il suono stravolge il rimasuglio di un concetto e lo depaupera. Spazio alla logorrea, dissenteria della bocca in avaria, scarico intestinale dalla parte meno congeniale». (A.R. F.M.)
Il razionale nell’ irrazionale, la consapevolezza dell’inconsapevolezza, il parlarsi addosso, la disinibizione libera e senza forzature, l’incoscienza del tempo, la perdita di identità, l’incomunicabilità, la rarefazione dell’io che diventa il tutto, parte embrionale e viscerale di una disillusione generale, in un epoca senza tempo, in un tempo senza età. Il respirare aria putrida e puzzolente che vogliono a tutti i costi farcela passare per profumo, il costringerci al silenzio, come dice lo stesso Antonio Rezza, è un atto unico di dittatura nei confronti di un uomo che ha nella parola il suo unico “difetto”. La parola che non appartiene più all’ atto del dire, né del fare, ma dell’essere. Il silenzio è un atto rivoluzionario e solo partendo da questo presupposto, si può entrare nella vicenda di Anelante, altro affascinante e prezioso spettacolo di Antonio Rezza, accompagnato dalle opere di Flavia Mastrella e dei giovani interpreti in scena. Una vera e propria opera immortale o immorale, quale è il teatro di Rezza e Mastrella, un testamento di ciò che ci sta accadendo visto dal punto di vista dell’assurdo. Bravi tutti!