Andrea Biagioni, classe 1988, è un cantante e polistrumentista in gara per “Sanremo Giovani”, il contest suddiviso in quattro pre-serali e due prime serate in onda su Rai1 (dal 17 al 21 dicembre) che dà la possibilità agli artisti “Under 36” di gareggiare al prossimo Festival di Sanremo 2019. Il giovane cantante e polistrumentista della provincia di Lucca si presenta con il brano “Alba Piena” (Adesiva Discografica/Self).
Sei tra i 24 protagonisti di Sanremo Giovani, Il contest che dà la possibilità agli artisti “Under 36” di gareggiare al prossimo Festival di Sanremo…
«È sicuramente una cosa non da tutti i giorni. È davvero una bella situazione, poiché nutro un grande rispetto per il Festival di Sanremo, e penso che per tutti gli italiani sia una manifestazione musicale molto importante. È un’esperienza che lascia il segno».
Tu hai sempre seguito il festival?
«Non tantissimo, nel senso che non sono uno che ama particolarmente la televisione. Quando ero più piccolo lo seguivo di più, rispetto agli ultimi anni».
Alla finale di Sanremo giovani proporrai il brano “Alba piena”
«Il brano è nato da un incontro tra me e David Ragghianti, che oltre ad esseri colleghi siamo anche amici. Raccontandogli un po’ di cose mie di quel periodo, lui è riuscito a sintetizzare, a fare la magia di racchiudere in qualche strofa la mia lunga conversazione. Il mio lavoro è stato l’arrangiamento e il cucirmi addosso le parole e l’idea del brano e tutto quello che serve per concretizzare una canzone. “Alba piena” racconta la presa di coscienza del fallimento di una relazione dovuta alla mancanza di comunicazione fra le due persone. È un brano senza filtri che porta con sé un messaggio diretto sostenuto dai colori di un arrangiamento semplice ed essenziale».
Nel 2016 hai partecipato alla decima edizione di X Factor, nella squadra degli “Over 25” di Manuel Agnelli. Cosa ti ha lasciato questa esperienza?
«Sicuramente molto forte, con i suoi lati positivi e negativi, un po’ come tutte le esperienze importanti. Anche riguardo la collaborazione con Manuel, che continua ancora oggi, è stato il regalo più grande riguardo la mia partecipazione al talent. Tra di noi è nata una bella amicizia e una stima reciproca ed è sempre un piacere lavorare insieme».
Hai iniziato a cantare da giovanissimo nei locali lucchesi. Com’è nata la tua passione per la musica?
«Ho iniziato a dieci anni a suonare il pianoforte classico, poi mi hanno regalato una chitarra che io guardavo senza capire bene come funzionasse. Dopo aver seguito lezioni di pianoforte per quattro anni, decisi di imparare a suonare anche la chitarra da autodidatta fino a 22 anni, per poi proseguire nello studio, diplomandomi qualche anno dopo in chitarra e performance. La scelta di fare musica in maniera professionale l’ho presa una sera in particolare, avevo 8 anni, quando i miei genitori invitarono a casa un loro amico che portò una chitarra. Fui colto da un’emozione che non avevo mai provato fino a quel momento. Ogni volta che salgo sul palco rivivo quella sera».
Cosa sogni nel tuo futuro?
«Ho sempre sognato di girare l’Italia, il mondo, conoscere i posti tramite la musica. Per me la cosa più importante è la performance dal vivo, tutto il resto è solo un qualcosa che poi mi porterà a suonare. Spero che questa esperienza a Sanremo Giovani mi dia modo di aprirmi nuove strade per concretizzare questo mio sogno».