Un risultato mai raggiunto da una pellicola non inglese è quello di “Parasite”, film sudcoreano, che ha sbancato la scorsa notte alla cerimonia degli Oscar 2020. La pellicola diretta da Bong Joon-ho ha vinto ben quattro premi: miglior film, il più prestigioso, miglior regia, miglior sceneggiatura originale e film internazionale.
Joaquin Phoenix ha ricevuto il Premio Oscar come miglior attore protagonista per il film “Joker” di Todd Phillips; mentre Renée Zellweger conquista l’Oscar come miglior attrice protagonista per la sua interpretazione in “Judy”, biopic dedicato all’attrice e cantante Judy Garland, diretto da Rupert Goold. Si tratta della seconda statuetta per Zellweger che era già stata premiata nel 2004 come non protagonista per il film “Ritorno a Cold Mountain”. L’attore, dato ampiamente fra i favoriti, nell’accettare il premio ha parlato di disuguaglianze, fra le persone ma anche fra tutte le creature in natura, e ha poi ricordato il fratello scomparso River Phoenix. Brad Pitt si aggiudica l’Oscar come miglior attore non protagonista nel film “C’era una volta a… Hollywood” di Quentin Tarantino. È la prima statuetta che Pitt vince come attore, e nel suo intervento ha lanciato una frecciatina contro i Repubblicani criticando lo svolgimento della procedura di impeachment contro il presidente Trump. Laura Dern ha vinto l’Oscar come miglior attrice non protagonista in “Storia di un matrimonio” di Noah Baumbach e, nell’ accettare il premio, proprio nel giorno del suo compleanno, ha reso omaggio ai genitori, entrambi attori, che l’avevano portata alla cerimonia degli Oscar quando aveva appena 7 anni: «Alcuni dicono che non bisognerebbe mai incontrare i propri eroi. Io dico che se sei veramente fortunato te li ritrovi come genitori. Voglio condividere questo premio con i miei attori eroi, le mie leggende, Diane Ladd e Bruce Dern»
Il miglior film d’animazione è “Toy story 4”, invece “Jojo Rabbit” di Taika Waititi conquista la statuetta per la miglior sceneggiatura non originale. I registi Matthew A. Cherry e Karen Rupert Toliver trionfano con il miglior corto d’animazione “Hair love”; “Joker” vince l’Oscar per la miglior colonna sonora, firmata dalla compositrice islandese Hildur Guonadottir e il miglior cortometraggio è “The Neighbors’ Window” di Marshall Curry. Quentin Tarantino, con il suo “C’era una volta a… Hollywood”, conquista il premio per la miglior scenografia; invece “Piccole Donne” di Greta Gerwig, nonostante le importantissime nomination, si aggiudica il premio per i migliori costumi, grazie alla costumista britannica Jacqueline Durran. “American Factory” di Steven Bognar, Julia Reichert e Jeff Reichert vince l’Oscar come miglior documentario, mentre “Bombshell” vince il riconoscimento per il miglior make up e acconciature. Era uno dei favoriti per la vittoria come miglior film, invece “1917” di Sam Mendes, a dispetto delle dieci nomination, è rimasto fuori dalle categorie principali e si è aggiudicato tre Oscar: miglior sonoro, miglior fotografia e migliori effetti speciali. «
Elton John e il suo collaboratore Bernie Taupin vincono la statuetta per la miglior canzone originale: si tratta del brano “(I’m gonna) love me again”, contenuto nel film “Rocketman”, sulla vita di Elton John. La produttrice Elena Andreicheva e la regista Carol Dysinger si aggiudicano l’Oscar per il miglior cortometraggio documentario con “Learning to skateboard in a warzone (if you’re a girl)”, che racconta la vita e la crescita di alcune bambine in Afghanistan. Infine, la sfida tra Ford e Ferrari di “Le Mans ‘66” si aggiudica due statuette: miglior montaggio e miglior montaggio sonoro per il film diretto da James Mangold.