Ana Caterina Morariu, una delle belle e bravissime attrici italiane, nata in Romania e trasferitasi in Italia all’età di cinque anni e mezzo, dopo la maturità scientifica si iscrive al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma. La Morariu si alterna tra cinema e fiction, la sua interpretazione nel quinto episodio del crime movie “Donne assassine” è una delle più significative e interessanti. Conosciuta al pubblico negli ultimi anni grazie alla fiction “Squadra antimafia” nel ruolo del vicequestore Lara Colombo, che vedremo anche nel prossimo autunno con grandi novità e colpi di scena.
In questo periodo è impegnata sul nuovo film di Natale di Alessandro Siani, per lei è la prima volta che gira a Napoli.
Abbiamo incontrato Ana Caterina Morariu all’apertura della IV edizione del Social World Film Festival, il festival internazionale del cinema sociale di Vico Equense.
Dove siamo rimasti con il tuo personaggio nell’ultima stagione di Squadra antimafia?
«Abbiamo finito di girare ad aprile la sesta stagione che andrà in onda a settembre/ottobre prossimo. Il mio personaggio, nella quinta è rimasto abbastanza sospeso, perché c’era tutto il discorso con la sorella Veronica sindaco di Baia D’Angelo, che si scopre che lei è a manovrare dietro tutto quanto, coinvolta con la mafia, e si andrà ad approfondire questo percorso insieme alla sorella, succederanno tante nuove cose, e quindi vedetelo.»
Nel frattempo, in questo periodo, sei stata vista in giro per la costiera sorrentina e amalfitana…
«Sì, dopo aver finito di girare Squadra, sono impegnata sul set del nuovo film di Alessandro Siani, dal titolo, Si accettano miracoli. Abbiamo girato a Scala, adesso andiamo a Sant’Agata de’ Goti, poi andremo a Napoli e Roma, e, uscirà nelle sale a Natale.»
Puoi accennarci qualcosa su questo film e sul tuo personaggio?
«È un film corale, in realtà è una favola, oltre ad Alessandro, c’è Fabio de Luigi, Serena Autieri, Maria del Monte, Giovanni Esposito, insomma, ci saranno tanti attori napoletani, molto, molto bravi, tra l’altro, e il mio personaggio si chiama Chiara, è una non vedente.»
Come ti sei preparata per questo personaggio?
«Con Alessandro siamo andati a incontrare delle ragazze non vedenti, siamo stati in un centro dove ci hanno spiegato, più o meno che ogni caso è diverso, mi sono documentata, ho fatto delle prove personalmente, e poi sono molto curiosa di vedere cosa succederà, perché non lo so neanche io.»
Come ti sei avvicinata alla recitazione, un amore dalle recite scolastiche?
«Tutti abbiamo fatto delle recite scolastiche, ma da lì a diventare e, ad avere la passione per la recitazione c’è un mondo. Io ho fatto gli esami per entrare al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma nel ’99, e nel 2001, subito dopo che mi sono diplomata, ho cominciato a lavorare.»
Oltre alla recitazione ti piacerebbe fare qualcosa in questo settore, tipo la regia?
«Mi sembra un po’ prematuro, ci sono tanti bravi registi, quindi forse mi darò ad altro, non lo so. Mi piace tutto quello che è produzione, in realtà, tutti i reparti della macchina del cinema, e la regia non lo so, non so nemmeno se ne sono capace, per il momento non è nei miei progetti.»
Sei impegnata anche a teatro…
«Abbiamo fatto uno spettacolo, con delle mie amiche l’anno scorso, che si chiama, Il Club della Ribalta, eravamo nove donne e due uomini, quindi il progetto era incentrato sulla donna, forse, ecco, più che la regista, mi piacerebbe fare qualche progetto incentrato sulla donna per i bambini, questo sì.»
Sarà portato in giro per l’Italia?
«Per il momento no, però mai dire mai.»
Hai lavorato con grandi registi, anche stranieri con Ocean’s twelve, hai mai subito dei pregiudizi, visto che fai tanta fiction?
«Sì, ho lavorato con tanti registi, nonostante abbia fatto più cose televisive, che non cinematografiche, ma non mi è successo che abbiano avuto preconcetti nei miei confronti, a volte, forse, è più la paura che si pensa che chi faccia televisione, sia molto diverso dal fare cinema, ma non è assolutamente così, al di là della tempistica che hai per poter girare, cambia davvero tanto, poi un attore è un attore, al di là che faccia teatro, cinema o televisione, e, mi sembra una cosa molto classista e anche un po’ stupida.»
C’è qualche provino a cui tenevi tanto avere la parte, a cui ti sei preparata molto, ma non ti hanno scelta?
«No, perché tutte le volte che non mi hanno presa, hanno scelto delle attrici che erano anche più giuste di me nel ruolo da affrontare Tutto a quello a cui tenevo l’ho fatto, quindi no (ahaha, ride).»
Hai mai notato qualche competizione sul set?
«Per fortuna ho sempre trovato degli ottimi colleghi di lavoro che, magari, hanno lavorato con altre persone, dove ci sono stati dei disguidi, delle competizioni, ma personalmente no, nel senso che, sono sempre riuscita ad avere con loro e anche da loro un livello di complicità, anche perché se non hai quello per lavorare, diventa tutto molto difficile.»