Arriva oggi in tutti i digital store “Il Capitano” il nuovo progetto discografico che segna il ritorno sulle scene del cantante e interprete Amato Scarpellino. L’artista formiano giunge a questo importante traguardo grazie anche alla collaborazione con l’autore Amato Salvatore. Un sodalizio artistico da cui nascono 9 brani inediti, di cui due firmati proprio da Scarpellino. Una carriera che vanta già tappe importanti, tra cui spiccano la partecipazione al talent “Amici di Maria de Filippi” nel 2005; l’esperienza nel 2012 con la band Four One, con cui darà vita ad un singolo estivo di successo trasmesso sulle principali radio e tv musicali, tra cui Roxy Bar e Verissimo, e la partecipazione ad un altro talent di successo, “X Factor”, in Romania col duoTomato con cui raggiungerà le semifinali. Il Capitano è un disco in perenne bilico tra eleganza pop e delicatezza soul, un lavoro intimo, sentito e sensuale che soddisfa l’impellente esigenza del protagonista di parlare dell’amore in tutte le sue sfaccettature: da quello passionale di Una storia bucata a quello mancato di Lei; da quello confuso che rivive in Stanotte a quello perduto di My Love; l’amore estivo e frivolo di Se ci sarò che sfocia in quello psichedelico di Sballo e quello radiofonico di Frequenza d’amore, per chiudere con la title-track, dove è l’amore universale a farla da padrone: l’amore incondizionato, senza tempo, senza confini spaziotemporali, quello che non chiede né aspetta di ricevere.
Come nascono le canzoni di questo nuovo progetto “Il Capitano”?
«Nascono da un sogno tenuto nel cassetto da anni che hanno preso vita esattamente un anno fa, quando con Salvatore Amato abbiamo deciso di mettere assieme le nostre idee e creare questo album».
Ci racconti perché hai scelto questo titolo?
«È un cd che dedico a mio nonno, o meglio, ai miei nonni. L’ultimo a lasciarmi è stato il nonno paterno che noi tutti chiamavamo Il Capitano, quindi ho deciso di chiamarlo così».
Nel 2012 ti abbiamo visto nella boyband dei Four One. Che ricordi hai di quell’esperienza?
«Bellissimi. Sono stati duri a livello artistico perché lavoravamo tanto con studio, sala prove, viaggi etc etc, ma ci ha dato moltissime soddisfazioni».
Perché è terminata?
«Purtroppo non è mai facile governare quattro teste che ragionano in maniera diversa. Inoltre qualcuno del gruppo (senza fare nomi) non ha avuto la pazienza giusta di aspettare quello che poteva essere un successo o un fallimento, una cosa che solo il tempo avrebbe sancito».
Cosa ti ha lasciato l’esperienza nei rispettivi talent?
«Molto rammarico in alcuni casi, ma molti bei ricordi. Rammarico perché purtroppo nel mio anno ad Amici non c’erano ancora le case discografiche che ora la fanno da padrone e danno più possibilità ai giovani. Bei ricordi perché sento ancora vivide le emozioni delle puntate in diretta dove il cuore ti saliva in gola».
Cosa consiglieresti ad un giovane cantante che vorrebbe intraprendere questo percorso?
«Di farlo ma con la testa libera senza pensare che sia l’unica via di riuscita. Oggi i talent sono senza dubbio la via più breve per farti conoscere al pubblico e darti la giusta visibilità, ma di strade ce ne sono molte altre più tortuose, più difficili, che però allo stesso tempo danno molte più soddisfazioni. È quella che sto percorrendo io».