Torniamo a quella notte di febbraio sulle spiagge di Cutro. Torniamo all’ennesimo dramma dell’immigrazione che continua a fare vittime. Il mare uccide? O forse l’uomo che consegna al mare la morte quanto la vita? Il pop digitale dell’artista milanese Alma Fred torna in scena dentro questo singolo emozionante dal titolo “S.O.S. Nutro” che troviamo anche dentro tutti i canali digitali. E noi indaghiamo da vicino con questa bella chiacchierata
La musica spesso come bandiera di protesta sociale. Ma ho come l’impressione che più della protesta si fa largo una rassegnazione. Ma questa è la mia impressione… cosa ne pensi?
Per rassegnarsi bisogna innanzitutto prima essersi interessati e appassionati a qualcosa. Pare invece che più che di disillusione, si tratti proprio di indifferenza strutturale. Alimentata da una forma di auto-distrazione di massa digitale. In realtà la questione è piuttosto intricata e risente di svariate anomalie generazionali che tendono a deformarne l’approccio…
Mi piace molto questo riff ostinato di sintetizzatore. L’ansia e il ricircolo come un’onda del mare, un vortice. Forse è un pregiudizio che mi nasce conoscendone la storia… sbaglio?
Inevitabilmente, essere a conoscenza del tragico epilogo, ha vestito di tensione emotiva il racconto della tragedia e di un’istintiva ridondanza nel chiedere disperatamente aiuto, interrotta proprio dal naufragio. Il riff la fa da protagonista, come l’ostinata volontà di sopravvivere, nonostante tutto. In un lungo viaggio, in cui le onde scandiscono il passare del tempo e il loro moto diviene il più difficile degli ostacoli da superare, senza sosta, e forse, fino alla meta sperata.
La politica e le istituzioni? Secondo te cosa stanno perdendo e quanto stanno perdendo?
Credo che tanti vogliano fare politica, ma pochi siano in grado di farlo con naturalezza, disinvoltura e onestà che un ruolo così strategico e determinante richiede, per gli interessi collettivi e per incarnare al meglio le istituzioni. E questi pochi dovrebbero elevarsi al fine di mettere davvero le loro capacità al servizio della “polis”. Si dice “non credere più nelle istituzioni” quando eventualmente sarebbe meglio dire non credere più in coloro che le rappresentano. Per questo la politica è un terreno così delicato, che deve essere coltivato e non sfruttato o utilizzato come discarica. E tutti, politici in primis, dobbiamo imparare la lezione da tragici episodi come questo, per alimentare la nostra coscienza ed evitare di perseverare in sistematici errori di valutazione.
E quanto l’uomo sta perdendo in tutto questo…?
La vita è breve e unica per tutti. Come per tutti è una questione di opportunità, intenzioni e interazioni. Ma ad una condizione: perseguire il giusto equilibro fra il proprio bene e quello altrui.
Che rapporto hai con la morte? In qualche misura tutto questo contamina questo rapporto?
Il un sistema collettivo, anche solo per una mera questione di grandi numeri, si è portati ad interessarsi a eventi di grande rilievo, spesso tragici, per singolarità o per quantità. La tragedia di Cutro incarna entrambi gli aspetti e per questo è particolarmente emblematica, sempre in relazione al concetto di morte. Che di per se è talmente vasto e complicato da comprendere oltre che strettamente legato al concetto di vita. Cerco di non pensarci, di non pensarci più! Perché a comprendere davvero cosa significhi, sarebbe da non alzarsi neppure dal letto… E dunque, meglio non pensarci!