Fino al 23 giugno, tutti i giovedì, all’Edenlandia, alle ore 19 e alle ore 20, si terrà la seconda edizione della rassegna ETHNE Danze dal mondo con la direzione artistica di Beatrice Baino e Giorgio Rosa, organizzato e prodotto da Mestieri del palco, Crasc, Le streghe del palco.
Torna la seconda edizione di ETHNE – Danze dal mondo, la rassegna di danze provenienti dai luoghi più disparati del globo, che arricchirà di nuovi suoni e ritmi il palco centrale dell’Edenlandia. Danze magnifiche da guardare e allo stesso tempo esempi di culture diverse e apparentemente lontane, che grazie a questi appuntamenti si riveleranno essere più vicine che mai. Dodici spettacoli per sei serate che vi porteranno alla scoperta dell’Hip hop, Flamenco, Tarantella, Swing, Tango e Capoeira.
Mestieri del Palco, CRASC e Le Streghe del Palco si sono unite ancora una volta per portare degli stralci di mondo nel contesto solo apparentemente insolito dell’Edenlandia, la terra dei divertimenti.
ETHNE racconta le peculiarità di ogni ballo e delle culture che incontrandosi l’hanno generato, a dimostrazione che mescolare elementi diversi sia la chiave della bellezza. Unendo l’arte al divertimento, si offre al pubblico qualcosa di mai visto o addirittura una nuova prospettiva su ciò che pensiamo di conoscere.
Tra una giostra mozzafiato e una storica graffa bollente, non potrete fare a meno di restare a bocca aperta davanti ai movimenti acrobatici e sinuosi, ai ritmi coinvolgenti e alle storie incredibili che accompagnano queste danze dal mondo.
Giovedì 9 giugno ore 19 e ore 20: SWING. Per la quarta tappa ci spostiamo ad Harlem negli anni Trenta, quando a farla da padrone erano le affollate sale da ballo, luogo naturale delle social dance, animate dalle migliori swing big band dell’epoca. E così, da una conversazione incessante tra musicisti jazz e ballerini, nasce il Lindy Hop, una danza vernacolare afro americana, che non è solo un ballo, ma un fenomeno culturale che ha saputo superare le discriminazioni sociali e razziali dell’epoca. Oggi questa disciplina ha un’ampia diffusione a livello internazionale grazie al lavoro di numerosissime scuole di danza, vengono organizzati festival annuali o comunque periodici, nel quale si alternano lezioni e workshop con maestri locali ed ospiti internazionali e serate di social dancing con musica dal vivo. A trasportare noi in questa atmosfera è il gruppo Cotton Swing, una scuola di Lindy Hop e Solo Jazz nata nel 2014 a Napoli, con l’intento di diffondere il ballo e la cultura della Swing Era, soprattutto nella sua importante valenza come fenomeno socio culturale e inter generazionale. Il suo messaggio vale oggi quanto ieri ed è il Manifesto di un’espressività corporea fondata su condivisione, empatia e genuinità nelle relazioni interpersonali, oltre ad essere un’inesauribile fonte di benessere psicofisico.
Giovedì 16 giugno ore 19 e ore 20: TANGO. Quinta e penultima tappa: Río de la Plata, Argentina. Ci muoviamo al ritmo del tango, nato proprio qui, come espressione popolare e artistica. Nessuno, però, sa chi abbia dato il nome di tango a questo ballo, né si sa esattamente perché si chiami in questo modo. Il tango veniva inoltre considerato un ballo peccaminoso per la religione cristiana, in special modo per il fronte cattolico che ne auspicava l’abolizione. Ad accompagnarci in questa misteriosa e peccaminosa tappa è la coppia di tangueri formata da Oxana Matskevich e Vincenzo Caiazzo, attualmente insegnante presso il V.OX Tango e varie associazioni italiane per seminari e perfezionamenti. L’obiettivo primario quello di insegnare, a tutti coloro che si avvicinano al Tango, il modo più appropriato per stare in milonga, le regole comportamentali legate ad una importante tradizione tanguera, il giusto approccio pratico per poter ballare ed improvvisare con tutti, professionisti o semplici amanti del tango e interpretare e capire la musica insieme.
Giovedì 23 giugno ore 19 e ore 20: CAPOEIRA. Il nostro viaggio ballato intorno al mondo si conclude a Bahia, in Brasile, terra natia della capoeira. Essa è in realtà un’arte marziale, caratterizzata da elementi espressivi come la musica e l’armonia dei movimenti (per questo spesso scambiata per una danza). Trae le sue origini dalla mescolanza di rituali di lotta e danza di alcune tribù africane già colonie dei portoghesi: gli schiavi africani, destinati alle piantagioni, si allenavano nei combattimenti dissimulando la lotta con elementi di danza, al fine di non insospettire i colonizzatori. È praticabile da uomini, donne e bambini, sviluppa lo spirito di gruppo e contribuisce alla formazione del carattere in un ambiente allegro e piacevole. Per questo è anche uno strumento pedagogico d’inclusione sociale molto utilizzato in Brasile per il recupero dei ragazzi di strada, modello poi importato a Napoli dall’Associazione Sportiva Dilettantistica denominata Capoeira Jatobà. Nota precedentemente come “Capoeiranapoli”, l’associazione nasce a Napoli nel 2000 per iniziativa del maestro Giovanni Coraggio, con il progetto di creare una scuola di Capoeira. Negli anni, il gruppo è cresciuto molto sia in dimensione che in esperienza, portando avanti un percorso di approfondimento culturale sulle tradizioni sincretiche afro-brasiliane, e diventando così un punto di rifermento per la capoeira a Napoli e in Italia. La filosofia della scuola si fonda sull’inclusività e sul rispetto delle persone, prediligendo uno stile di Capoeira volto alla comunicazione, al divertimento e all’arricchimento reciproco.