Orria è un piccolo Comune cilentano con circa millecento abitanti, che fa parte del Parco del Cilento e Vallo di Diano. Tra le numerose attrattive del paese è possibile visitare il Museo della civiltà contadina e ammirare i murales che adornano le mura di Piano Vetrale(Orria). Come in tutti i paesi dell’entroterra, si vive a misura d’uomo, con ritmi lenti e festosi. Ma come tutti i comuni cilentani il paese soffre del grave fenomeno dello spopolamento, in quanto sono pochi i giovani che decidono di restare nel piccolo centro. Da questa constatazione nasce l’iniziativa del sindaco di vendere le case disabitate e abbandonate al prezzo simbolico di un euro. Chi acquisterà le case avrà due impegni da rispettare, ristrutturare le case e vivere nell’immobile acquistato almeno cinque mesi all’anno. L’iniziativa è rivolta a privati ed agenzie pronte ad avviare attività turistiche sul territorio. Dal 29 agosto al 1 settembre 2019 a Orria è stato presentato “Ficoscia” la festa del fico bianco del Cilento. Per il 7.mo anno la Cooperativa “La Mimosa” formata da coraggiose donne di Orria, gestisce questo importante appuntamento allo scopo di valorizzare al meglio questo importante prodotto locale vanto di questa zona. Nel Cilento si conservano ancora antiche tradizioni come questa, che bisogna portare avanti con amore e rispetto incondizionati. Una di queste è la raccolta manuale e la conservazione del fico bianco del Cilento che viene essiccato al sole, in maniera naturale e farcito con aromi e frutta secca. La fiera è stata l’occasione per gustare gli ottimi piatti della cucina cilentana e ammirare i numerosi manufatti di artisti della zona di Orria. Tra tutti citiamo le coloratissime ceramiche di Carmela Tortorella e le saporite confetture e liquori artigianali di Rosangela Mastrogiovanni. «Bisogna creare situazioni di qualità – ha dichiarato Ornella Mastrogiovanni, cilentana di nascita ma veneziana di adozione, esperta di Marketing – in seno alle quali valorizzare il territorio e le sue eccellenze per troppo tempo trascurate. Il mio intento è quello di dare visibilità a questi luoghi attraverso una capillare opera che mira a raccogliere varie attività di accoglienza e ristorazione al fine di aiutarne la crescita a livello esponenziale. Voglio ricordare il modello Morigerati (altro piccolo paese cilentano), che ha dato vita con successo all’accoglienza diffusa. Conservare e preservare la memoria storica di tradizioni e usanze del nostro passato per farle conoscere alle giovani generazioni è il nostro obiettivo principale».
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