Alice attraverso lo specchio del regista James Bobin è il seguito di Alice in Wonderland del 2010 (diretto da Tim Burton) e basato sul romanzo, sempre di Lewis Carroll, Attraverso lo specchio e quel che Alice vi trovò. Anche qui ritroviamo gli interpreti del primo film: Mia Wasikowska (Alice), Johnny Depp (il Cappellaio Matto), Helena Bonham Carter (la Regina Rossa) e Anne Hathaway (la Regina Bianca). Il film è dedicato ad Alan Rickman, deceduto all’inizio del 2016, voce originale del Brucaliffo. La produzione è di Walt Disney Pictures e Tim Burton Productions e qui, forse, sta il dramma. Entrambi i film ci meravigliano per gli effetti speciali, i costumi, il trucco e mostrano una certa seduttività, adescano con la bellezza superficiale ma non mantengono le promesse e, quindi, non seducono affatto. Potrebbe essere la versione film del cartone Disney del 1951. I libri di Carroll, invece, hanno un retrogusto amaro, ci fanno entrare in un mondo dove le regole vengono del tutto scompaginate e di fatto, nessuno ti aiuta, non c’è un’empatia tale da creare amicizie e legami come nel mondo “normale”. Alice è inquietante, c’è un’allegria stramba, da psicofarmaco, dove nulla è al proprio posto e dove Alice deve cavarsela da sola. È un viaggio totalmente allucinante (vedere la versione in stop motion di Jan Svankmajer – Qualcosa di Alice). Nel primo film la tematica è femminista mentre nel secondo tutto si incentra sul tempo e sul diventare adulti. Tutti si abbracciano, tutti si vogliono bene persino la Regina Rossa dal capoccione enorme. Un’occasione mancata soprattutto in quello diretto dal mitico Tim Burton, ci si aspettava qualcosa di goticamente interessante. Da vedere perché ad Alice si perdona tutto ma restiamo in attesa della prossima versione.