Alfonso De Pietro è uno di quei cantautori che ci insegna a contribuire al cambiamento con un verso. “Di Notte in Giorno” è il suo nuovo album, testimonianza che la lotta a tutte le mafie di questo paese passa anche per la musica, testimonianza che è arrivato il momento di un nuovo inizio. A pochi giorni dall’uscita del suo ultimo lavoro, abbiamo scambiato quattro chiacchiere col cantautore di origini irpine.
Citando il primo singolo estratto dall’album, sicuramente questo lavoro mette in risalto l’uomo che non riesce più ad indignarsi. Il tuo album parla dell’indifferenza al di fuori e dentro di noi senza lasciarci però scampo: lo sai che il tuo album non lascia invece “indifferente” chiunque lo ascolti?
«Grazie! Lo prendo come apprezzamento. Tuttavia, credo che ciascuno lo ascolti come sa e come può, per cui spero vivamente che susciti qualche tipo di emozione: rabbia, tristezza, indignazione… Ma potrebbe anche accendere “il resto di niente”. Sai, (nello spirito) di questi tempi… Comunque sia, un artista, a mio parere, non dovrebbe avere altre “velleità”: si fa ciò che si è, con autenticità e passione, ci si mette a nudo, e si accetta la “risposta” di chi vorrà o saprà rispondere. Qualsiasi essa sia. È un gran privilegio riuscire a comunicare emozioni, ma queste devono risiedere, innanzitutto, in chi si esprime. Il pubblico attento ha la capacità di smascherare, prima o poi, chi finge…»
Hai raccontato storie nel tuo album sui martiri della giustizia, in particolare quella di Giancarlo Siani, assassinato perché fa il suo mestiere: non è semplice scrivere canzoni su storie come questa senza fare retorica…
«In riferimento ai martiri della giustizia e della fede, non solo Giancarlo Siani, ma anche Rita Atria, Lollò Cartisano… e nell’album precedente, “(In)canto Civile”, Peppino Impastato e don Peppe Diana, e in “Pioggia di maggio” Falcone e Borsellino. Uomini e donne, non eroi, che hanno fatto fino in fondo il loro mestiere, fecendolo bene, a testa alta e con la schiena dritta. Ed io sento il dovere morale, l’urgenza, quasi l’ossessione, di ricordare… Hai ragione: il rischio che si corre, trattando questi temi, è scadere nella retorica. Credo che un modo per evitarla sia non pontificare, non pretendere di dover persuadere chi ascolta, ma di raccontare in musica. Semplicemente. Facendo sorgere domande, semmai, non dando risposte. Canzoni, non comizi.»
Com’è fare un cd con crowdfunding e avere poi presentazione di Don Ciotti e patrocinio di Libera? Te lo chiedo perché a priori per questo tuo lavoro in tanti a quanto pare ti hanno sostenuto e appoggiato…
«La pubblicazione su Musicraiser, come si può ancora verificare, riporta fin dall’inizio la presentazione di don Luigi Ciotti ed il patrocinio di Libera (patrocinio assolutamente gratuito). Riconoscimento e frutto di affetto e stima costruiti camminando insieme. Sul campo. Anzi, sui Campi… Quindi vera condivisione e vicinanza a temi, percorsi e contenuti, affinità ideali, di scelte di vita, oltre che artistiche, e di reale impegno civile. Ma il crowdfunding provvede a reperire risorse economiche senza cui, proprio in virtù di sostegni esclusivamente morali (seppure idealmente preziosi e straordinariamente gratificanti), un artista indipendente non potrebbe entrare in uno studio di registrazione, non potrebbe stampare cd e non potrebbe attivare un ufficio stampa per la promozione. Piani diversi, dunque.»
Come sta rispondendo il pubblico a queste tue canzoni?
«Il disco è ancora caldo di stampa, si può dire, e per ora ho soltanto l’osservatorio dei sostenitori, che hanno ricevuto il cd della ricompensa da crowdfunding: sono entusiasti e scrivono “recensioni” lusinghiere, che mi toccano profondamente. Viene molto apprezzato l’equilibrio tra spessore dei contenuti e ricercatezza di musiche e arrangiamenti che li sostengono. Più che altro, questi giudizi alimentano la mia determinazione a continuare su questa strada. Una strada che in questi anni mi ha fatto incontrare persone musicalmente appassionate a canoni stilistici non banali, e curiose, interessate, sensibili a certi temi e pronte ad approfondire, dopo un mio concerto o incontro durante i laboratori di scrittura creativa e musica d’insieme “a tema”, storie dimenticate o mai conosciute.»
Quali sono i tuoi prossimi progetti?
«A dire il vero, ho già quasi pronto un nuovo disco… E poi dovrei ultimare la scrittura di un libro, con allegato un cd contenente brani del precedente “(In)canto Civile”, brani da “Di notte in giorno” e due inediti; essenzialmente uno strumento formativo per i ragazzi. Non ultima, la creazione di un’Associazione a cui penso da qualche anno: per la promozione culturale dell’impegno civile e della cittadinanza attiva attraverso la musica, il teatro ed ogni altra forma creativa e d’espressione.»