Collaborazione e contaminazione: questi i segreti per il secondo cd del cantautore romano Alessio Pistilli. A febbraio 2015 infatti, sarà finalmente possibile ascoltare il suo album “Condividi” un lavoro in cui è presente ogni tipo di arte, un lavoro in cd volutamente spazioso in cui la pittura colora la musica che abbraccia le immagini e così via. Aspettando inizi la distribuzione e la condivisione di questo nuovo lavoro ho scambiato quattro chiacchiere proprio con Alessio…
La differenza con il tuo primo album si avverte palesemente: cosa ti ha cambiato e fatto crescere artisticamente così tanto?
«I veri cambiamenti li ho avuti dopo aver iniziato a suonare live: ho affinato molto non solo la tecnica quanto lo spirito. A farla da padrone è stata la concezione di condivisione che poi è lo spirito del disco. Questo lavoro ha richiesto l’aiuto di molte persone, mi è stato così naturale presentarlo proprio attraverso i sorrisi della gente che ci ha creduto.»
A volte usando la campagna crowdfunding è difficile raggiungere la somma prefissata per iniziare il progetto, tu però ci sei riuscito…
«Si, ci sono riuscito anche perché sono il genere di persona che resta sempre coi piedi per terra. Sapevo che in Italia c’è musicraiser che ti permette questo tipo di cose, ma io non me ne sono interessato. Ho iniziato da casa con fan, amici e poi ho scelto di servirmi di sei sponsor. Ecco che il lavoro si è poi ampliato con l’aiuto di pittori, fotografi e designer. Volevo avere delle basi forti da cui partire e direi che mi è andata molto bene!»
Il video di “Condividi” che anticipa l’album omonimo è frutto anch’esso di tante collaborazioni e di tante mani colorate…
«C’è stata una linea di coerenza per via di questo concetto di condivisione, tra l’altro uno degli sponsor è stato il “condominio dell’arte”, luogo dove si sono unite più associazioni per poter offrire dei servizi in ambito artistico. In una delle stanze di questo condominio c’è una camera dove tutti i bambini hanno lasciato delle impronte colorate sul muro. Ebbene, tutto è partito dall’osservare quelle impronte.»
Tu parli di condivisione genuina nell’epoca però dei social network…
«Già e ne parlo perché molto spesso condividiamo migliaia e miglia di cose senza nemmeno sapere cosa stiamo condividendo. Nella canzone “Condividi” parlo proprio dell’attenzione e dell’importanza che bisogna dare a ciò che dividiamo con gli altri. Non si condivide più col cuore, viviamo sempre in bilico tra vita reale e digitale.»
Una delle canzoni più interessanti dell’album è sicuramente “Caffè per la fine del mondo”…
«Mi fa piacere sentire questa cosa in quanto la difendo tantissimo come canzone. È nata in moto molto particolare, ho immaginato per questo brano un’ambientazione felliniana, poi siamo passati allo studio degli arrangiamenti chiedendo aiuto a De André, Jovanotti, Battiato e soprattutto ai Beatles! Ed ecco che ho raccontato con leggerezza una fine del mondo un po’ surreale, addolcita da un po’ di caffè.»
Negli ultimi mesi hai avuto la fortuna di condividere il palco con Niccolò Fabi… come ti sei sentito?
«Un privilegiato! È stato un colpo al cuore quando ho saputo di dover aprire un suo concerto. Il bello di Fabi è che è così come lo si vede da fuori. Ha la naturalezza e l’intelligenza dell’essere cantautore, ma è un grande artista e un grande uomo. Aprire il suo concerto è stato un modo per chiudere un cerchio perché durante il tour per il mio primo suonavo oltre ai miei brani anche cover delle sue canzoni»
Cosa ti aspetti a febbraio, dopo l’uscita di “Condividi”?
«Spero di trovare le giuste occasioni per mettere su un bel tour, anche di poche date ma importanti. Voglio semplicemente dare un po’ più di senso logico a questo disco, io penso che questo lavoro abbia tanti ottimi messaggi e voglio portarli semplicemente in giro, farli conoscere.»