Il 15 novembre 1960 andò in onda la prima puntata di una storica trasmissione RAI che i meno giovani ricorderanno con tanta nostalgia: Non è mai troppo tardi, corso di istruzione popolare per il recupero dell’adulto analfabeta del maestro Alberto Manzi. In collaborazione con il Ministero della Pubblica Istruzione il programma consentì a più di un milione e mezzo di persone di conseguire la licenza elementare e diede un’immensa popolarità ad un insegnante rivoluzionario per l’epoca che si rifiutava di mettere i voti sulle pagelle e sapeva ascoltare i suoi alunni. La trasmissione andava in onda nel tardo pomeriggio, prima dell’orario di cena. Munito di un grosso blocco di carta montato su un cavalletto e di un carboncino, Alberto Manzi scriveva semplici parole e lettere aiutandosi da principio con dei disegni fatti alla buona ma molto suggestivi ed efficaci ed in seguito con l’aiuto di una lavagna luminosa: alta tecnologia per l’epoca! La sua semplicità ed onestà intellettuale, il suo parlare con un forte accento romano, i suoi modi gentili e persuasivi lo facevano entrare nelle case degli italiani come una persona di famiglia alla quale si offre un caffè, si dà una pacca sulla spalla e un sorriso di intesa. Al suo provino in Rai si dice che strappò il copione ed improvvisò una lezione alla sua maniera, la stessa che aveva catturato i ragazzi rinchiusi nell’Istituto di Rieducazione e Pena Aristide Gabelli di Roma, accettando una cattedra che era stata rifiutata da tutti. E proprio in quella struttura si fece le ossa e realizzerà il primo giornalino di classe: La tradotta.
Se quella didattica alternativa aveva avuto i frutti sperati con dei ragazzi ritenuti delinquenti, figuriamoci con quelli con alle spalle una famiglia! Ed infatti Manzi insegnò per diversi anni alla scuola elementare Fratelli Bandiera della capitale e si occupò di numerose campagne di alfabetizzazione per gli italiani all’estero e per i contadini più poveri dell’America latina.
Nel 1981 si rifiutò di compilare le schede di valutazione che la riforma della scuola aveva sostituito alle pagelle con questa motivazione: «Non posso bollare un ragazzo con un giudizio perché il ragazzo cambia, è in movimento e se il prossimo anno uno legge il giudizio che ho dato quest’anno,l’abbiamo bollato per i prossimi anni». Compilò le schede server dosi di un timbro con la scritta: fa quel che può, quel che non può non fa. Alberto Manzi venne sospeso dall’insegnamento e dallo stipendio da parte di un Ministero dell’Istruzione miope e riottoso ai cambiamenti proposti con urgenza anche da altre personalità che avevano fatto della scuola la loro ragione d’essere: Don Milani e la sua Lettera ad una professoressa, Mario Lodi, Gianni Rodari…
Trascriviamo uno stralcio della lettera che Alberto Manzi scrisse nel 1976 ai suoi alunni di quinta elementare: «Abbiamo cercato di capire questo magnifico e stranissimo mondo non solo vedendone i lati migliori, ma infilando le dita nelle sue piaghe, infilandole fino in fondo perché volevamo capire se era possibile fare qualcosa insieme, per sanare le piaghe e rendere il mondo migliore…Spero che abbiate capito quel che ho cercato sempre di farvi comprendere: non rinunciate mai ad essere voi stessi. Siate sempre padroni del vostro senso critico e niente potrà farvi sottomettere. Vi auguro che nessuno mai possa plagiarvi ed addomesticarvi …Avanti serenamente,allegramente con quel macinino che è sempre in funzione:il vostro cervello; con l’affetto verso le cose e gli animali e le genti; con onestà, onestà e onestà perché questa è la cosa che manca oggi nel mondo e voi dovete ridarla; e intelligenza, e ancora intelligenza e sempre intelligenza il che significa prepararsi, il che significa riuscire sempre a comprendere, il che significa riuscire ad amare… E ricordatevi: se qualcuno o qualcosa vorrà distruggere la vostra libertà, la vostra generosità, la vostra intelligenza, io sono qui, pronto a lottare con voi, pronto a riprendere il cammino insieme, perché voi siete parte di me ed io di voi .CIAO».
Non è mai troppo tardi andò in onda fino al 1968 e riprodotta all’estero in ben 72 Paesi.
Il libro per ragazzi più famoso di Alberto Manzi è Orzowei, tradotto in 32 lingue ed oggetto di una miniserie TV nel 1977.
Potete ri-vedere su RAI PLAY la fiction Non è mai troppo tardi diretta da Giacomo Campiotti con Claudio Santamaria nei panni di AlbertoManzi.