Al Teatro Nuovo di Napoli è di scena Giovanni Meola con “Io So E Ho Le Prove”, tratto dall’omonimo libro-denuncia di Vincenzo Imperatore, adattato diretto e interpretato dallo stesso Meola e con Daniela Esposito, autrice anche delle musiche originali; prodotto da Le Pecore Nere e Virus Teatrali (unica replica dom. 5 Marzo ore 18:30).
Io So E Ho Le Prove (parafrasando una celebre frase di Pasolini, al positivo) racconta la conversione di un ex-manager bancario, Vincenzo Imperatore che, dopo un quarto di secolo al servizio della più importante banca italiana, ne è uscito denunciandone tutte le nefandezze, comuni all’intero settore bancario negli ultimi due decenni, prima e dopo la crisi economica. La sua testimonianza, nata da una forte presa di coscienza, svela i segreti, le strategie e le manipolazioni delle banche a danno dei tanti correntisti e risparmiatori nonché dei tanti piccoli e medi imprenditori che formano la spina dorsale dell’economia reale di questo Paese. Meola adatta al palcoscenico il racconto che Imperatore fa di una parte della sua vita, legata a doppio filo alla sua vicenda lavorativa, dai successi negli studi alla stellata carriera in banca, fino alla sua “ redenzione”. “Raccontare il mondo delle banche, delle privatizzazioni e la deregulation dagli inizi degli anni Novanta – spiega Meola – mi è sembrata un’urgenza non più rinviabile. Il protagonista Enzo è un personaggio shakespeariano, che ha sempre saputo di fare la cosa sbagliata ma la faceva “perché così si deve fare”, fino a convertirsi, sapendo che le cose si possono fare senza violentare quella massa di persone che hanno sempre creduto che la Banca fosse un luogo di accoglienza e non un luogo da combattere e dal quale difendersi”.
L’interpretazione di Giovanni Meola è molto sentita e partecipata, tra cinismo e commozione, pur non mancando momenti divertiti di sottile ironia. Merito anche degli interventi sempre opportuni e surreali della brava Daniela Esposito. Una pièce che va vista per capire più a fondo – anche se in maniera leggera – i meccanismi della finanza e i drammi umani anche di chi sta dall’altra parte della scrivania. Una decina di minuti in meno gioverebbero allo spettacolo.