In prima nazionale assoluta, da martedì 14 fino al 19 febbraio debutta a Roma, nella storica cornice del Teatro Sistina, Diana & Lady D, primo spettacolo teatrale al mondo sulla vita della principessa triste, scritto e diretto da Vincenzo Incenzo e prodotto da Engage. Serene Autieri inscena una performance verbale e fisica dai contrasti sorprendenti, facendoci rivivere l’ultima notte della principessa del popolo in un flusso di coscienza intenso e poetico, dove lampeggiano l’infanzia difficile di Diana, la stagione felice dell’adolescenza, la vita controversa con Carlo, le maestose cerimonie reali, le raggianti apparizioni nella moda e nella mondanità, il volontariato spettacolare, i discutibili amanti, la solitudine e il dramma. Fino al sorprendente, spettacolare epilogo, che colpirà il cuore di ogni spettatore.
31 agosto, è la sera dell’incidente; Diana sta per lasciare l’appartamento all’ Hotel Ritz di Parigi e raggiungere Dodi in macchina; un ultimo colpo di cipria allo specchio ed ecco l’immagine riflessa, l’altra parte di se: Lady D. E’ l’occasione per confessarsi definitivamente una all’ altra lontano da tutto e tutti, e mettere sul piatto senza più nessuna riserva le loro vite inadeguate. È un susseguirsi di colpe, un turbinìo di accuse, fino addirittura allo scontro fisico, ma è anche il tentativo estremo di essere ascoltate, comprese, abbracciate.
Il palco si fa luogo dell’anima e nostalgico dopomondo grazie al sidegno scenico del Premio Oscar Gianni Quaranta (Zeffirelli, Yvori, Ross, Corbiau ); le luci di A J Weissbander ( Bob Wilson, Cronenberg, Sten, Greenaway ), inventano suggestioni intense sdoganando spazio e tempo; le cadute e le resurrezioni vengono tratteggiate dalle ballerine di Bill Goodson. La luce e il colore incontrano la poesia nei vestiti di Silvia Frattolillo, costumista storica del teatro italiano. Immanente è la musica, diretta da Maurizio Metalli, a raccontare un cuore e un epoca, con inediti e successi planetari registrati tra Londra e Los Angeles da musicisti di fama mondiale come Russ Miller e Robert Cohen.