In scena, al Teatro San Ferdinando di Napoli, Libidine Violenta testo e regia di Enzo Moscato, con Giuseppe Affinito, Luciano Dell’Aglio, Tonia Filomena, Domenico Ingenito, Emilio Massa, Enzo Moscato, Anita Mosca; una co-produzione Teatro Metastasio di Prato / Teatro di Napoli-Teatro Nazionale / Casa del Contemporaneo (repliche fino a dom. 20 novembre).
Libidine Violenta è il nuovo testo di Enzo Moscato, che torna al San Ferdinando dopo il successo di due anni fa con il suo ormai classico Occhi Gettati. Qui si racconta la storia di Reci, un’eccentrica scrittrice, o vecchia cantante fuori moda, dall’ambigua identità sessuale, che dichiara di volersi – forse – suicidare perché non riesce a buttar giù le sue scandalose memorie. Ne sussegue un gioco di visioni, ricordi, evocazioni, improbabili balletti, telefonate schizofreniche, incontri misteriosi, tutti partoriti e messi in scena dalla mente sgangherata della Reci e costantemente doppiati, replicati, proiettati, come in un vertiginoso carnevale.
«Una grande e paradossale abbuffata di parole – la definisce Moscato – per perdersi nel godimento puro dell’irrefrenabile coercizione desiderante della scrittura e rinunciare a dare un senso alla spiazzante brutalità della vita. Un viaggio allucinante e allucinatorio dentro le pulsioni autofagocitanti della scrittura, le ossessioni di una mente al limite, la fuga dalla follia e dalla solitudine attraverso l’eccesso, il parossismo, la farsa, l’ironia».
Libidine Violenta segna il ritorno di Moscato ad una forma teatrale meno declamata e più agita. Dall’alto del suo praticabile in ferro, la sua figura eterea dirige una parata di ricordi (reali o inventati?) della vita di Reci che si sdoppia, si triplica in basso e prende forma e voce attraverso i corpi di attori en travesti che vediamo entrare e uscire attraverso un frigorifero, sedersi sul bordo di una piscina, parlare al telefono tramite cornette sempre attaccate al collo, interagire con un manichino di artaudiana memoria. La lingua sempre sferzante e vibrante è quella solita di Moscato, che diverte e trasporta lo spettatore in una dimensione onirica, dove anche il tappeto musicale – formato da un mélange di canzoni classiche anni Cinquanta e l’elettronica anni Ottanta – sottolinea i passaggi della vita della protagonista. Bravi gli attori che lo accompagnano in questo folle viaggio nel tempo, tra cui segnaliamo Giuseppe Affinito e Domenico Ingenito. Belle le scene evocative di Luigi Ferrigno e i costumi glam di Dario Biancullo. E poco importa se non tutto risulta verosimile o riconducibile alla razionalità, come avverte l’autore: “Mi raccomando, non sforzatevi di capire ma piuttosto di perdervi e giocare nel puro non-sense. Trasgredite! Al rogo la ragione, che vita grama!”.
Dopo Napoli, lo spettacolo sarà dal 22 al 27 novembre al Teatro Metastasio di Prato.