In scena, al Teatro Nuovo di Napoli, Gea Martire in Mio Figlio Sa Chi Sono di Paolo Coletta – che ne firma anche le musiche e la regia, e Silvana Totàro; una produzione Koan Concept House (repliche fino a dom. 19 dicembre).
Presentato in anteprima a Pietrelcina, nell’ambito del Campania Teatro Festival 2021, Mio Figlio Sa Chi Sono è un monologo per attrice che porta in scena la storia di una donna alle prese con gli ultimi giorni del proprio figlio tossicodipendente.
La scena è ambientata in un interno disabitato di un appartamento alto-borghese. A un anno dalla morte del figlio avvenuta proprio in quella casa, Nicole torna per incontrare l’amico di una vita, Vincent, che inspiegabilmente l’ha convocata lì. I due si sono persi di vista dal giorno della tragica scomparsa del ragazzo. Per la prima volta dacché si conoscono, l’uomo tarda ad arrivare, così dalle stanze vuote riaffiora il ricordo di un anno prima, quando la donna si era ritrovata costretta a condividere quelle stanze con il suo unico figlio. Come in un gioco di matrioske, la verità dei fatti accaduti la notte di tre giorni prima si dipana mescolando passato, presente e futuro, costringendo Nicole a ricomporre i pezzi del puzzle di una vita intera.
L’interessante gioco di specchi scritto da Paolo Coletta, con la collaborazione di Silvana Totàro, filosofa e psicoterapeuta, mette in scena una donna con una famiglia importante, una vita e una carriera felice, un amico d’infanzia che l’accompagna da sempre, un figlio ingombrante. E poi i suoi rapporti con la Chiesa e la religione, e, in definitiva, la vita di una madre fuori dagli schemi, come in un thriller, dal momento che non manca un imprevedibile colpo di scena finale. Gea Martire offre un’interpretazione arrabbiata, spesso sopra le righe, poco realistica ma con punte di ironia tagliente che rendono interessante il personaggio. Lo spazio scenico e le luci curate dalla regia offrono una cornice coerente con il racconto e i toni della protagonista. Uno spettacolo che si ripropone di indagare a fondo sul più intimo e – spesso – conflittuale dei rapporti umani: quello tra madre e figlio.